Attacco del Papa all’utero in affitto: “inumano, sfrutta le donne, rende i bimbi merce”

Attacco del Papa all’utero in affitto: “inumano, sfrutta le donne, rende i bimbi merce”

di Angelica La Rosa

PAPA FRANCESCO: “LA DIGNITÀ DELL’UOMO E DELLA DONNA È MINACCIATA ANCHE DALLA PRATICA INUMANA E SEMPRE PIÙ DIFFUSA DELL’“UTERO IN AFFITTO”, IN CUI LE DONNE, QUASI SEMPRE POVERE, SONO SFRUTTATE, E I BAMBINI SONO TRATTATI COME MERCE

Incontrando nella Sala Clementina del Vaticano i membri della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (FAFCE) il Pontefice ha attaccato la pratica dell’utero in affitto, condannato gli attacchi alla famiglia naturale e parlato della Chiesa come famiglia di famiglie.

«Purtroppo in questo momento l’Europa, e direi specialmente le famiglie in Europa, vivono un momento che per molte è tragico e per tutte è drammatico a causa della guerra in Ucraina. Mi associo alla vostra dichiarazione: “Madri e padri, al di là della loro nazionalità, non vogliono la guerra. La famiglia è la scuola della pace” (Consiglio di Presidenza FAFCE, 6 maggio 2022). Le famiglie e le reti di famiglie sono state e sono in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati, specialmente in Lituania, Polonia e Ungheria», ha esordito nel suo discorso Papa Francesco.

Nel vostro impegno quotidiano per le famiglie, voi svolgete un duplice servizio: portate la loro voce presso le istituzioni europee e lavorate per formare reti di famiglie in tutta Europa. Questa missione è in piena consonanza con il percorso sinodale che stiamo vivendo, per fare sì che la Chiesa diventi più famiglia di famiglie“, ha aggiunto il Santo Padre.

Richiamando l’attenzione sulla carenza di nascite in Europa e soprattutto in Italia il Pontefice ha sottolineato che «questo inverno demografico è grave; per favore, state attenti! È gravissimo. C’è un legame molto stretto tra questa povertà generativa e il senso della bellezza della famiglia: “La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae” (Catechesi, 29 aprile 2015)».

Dopo aver incoraggiato la FAFCE a portare avanti il lavoro in favore della nascita e dello sviluppo e consolidamento di reti di famiglie, Papa Francesco l’ha definito “un servizio prezioso, perché c’è bisogno di luoghi, di incontri, di comunità in cui le coppie e le famiglie si sentano accolte, accompagnate, mai sole. È urgente che le Chiese locali, in Europa e non solo, si aprano all’azione dei laici e delle famiglie che accompagnano famiglie. Viviamo – questo è chiaro – non solo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca. Il vostro lavoro si attua in questo cambiamento, che può provocare a volte il rischio di scoraggiarsi. Ma, con la grazia di Dio, siamo chiamati a lavorare con speranza e fiducia, in comunione effettiva con la Chiesa. A questo proposito, esempi recenti sono il Memorandum d’intesa siglato lo scorso anno dalla vostra Federazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e per la cooperazione con la Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea, nei cui uffici, a Bruxelles, è situato il vostro segretariato generale“.

Per il Papa le sfide sono grandi e tutte connesse tra loro. Ad esempio, «non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni» (Enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 159). Una solidarietà che presuppone però equilibrio, il quale manca però oggi in buona parte dell’Occidente. «Un’Europa che invecchia – ha aggiunto in proposito il Santo Padre –, che non è generativa è un’Europa che non può permettersi di parlare di sostenibilità e fa sempre più fatica a essere solidale. Per questo, voi sottolineate spesso che le politiche familiari non vanno considerate come strumenti del potere degli Stati, ma sono fondate in primis nell’interesse delle famiglie stesse. Gli Stati hanno il compito di eliminare gli ostacoli alla generatività delle famiglie e di riconoscere che la famiglia costituisce un bene comune da premiare, con delle naturali conseguenze positive per tutti».

Il Pontefice ha poi ricordato che il fatto di avere figli «non deve mai essere considerato una mancanza di responsabilità nei confronti del creato o delle sue risorse naturali. Il concetto di “impronta ecologica” non può essere applicato ai bambini, poiché essi sono una risorsa indispensabile per il futuro. Vanno invece affrontati il consumismo e l’individualismo, guardando alle famiglie come il miglior esempio di ottimizzazione delle risorse».

Parlando della della piaga della pornografia, diffusa soprattutto tramite la rete, Papa Francesco ha detto che «va denunciata come un attacco permanente alla dignità dell’uomo e della donna. Si tratta non soltanto di proteggere i bambini – compito urgente delle autorità e di noi tutti –, ma anche di dichiarare la pornografia come una minaccia per la salute pubblica. “Sarebbe una grave illusione pensare che una società in cui il consumo abnorme del sesso nella rete dilaga fra gli adulti sia poi capace di proteggere efficacemente i minori” (Discorso ai partecipanti al Congresso “Child Dignity in the Digital World”, 6 ottobre 2017). Le reti di famiglie, in cooperazione con la scuola e le comunità locali, sono fondamentali per prevenire, per combattere questa piaga, sanando le ferite di chi è nel vortice della dipendenza».

Parlando dell’utero in affitto il Papa l’ha definita una «pratica inumana e sempre più diffusa», con le donne coinvolte che, «quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce».

Riflettendo infine sul periodo della pandemia il Pontefice ha ricordato che «se molte famiglie si sono riscoperte come Chiese domestiche, è vero anche che troppe famiglie hanno fatto esperienza di solitudine, e la loro relazione con i Sacramenti si è fatta spesso meramente virtuale. Le reti di famiglie sono un antidoto alla solitudine. Esse infatti, per loro natura, sono chiamate a non lasciare nessuno indietro, in comunione con i pastori e le Chiese locali».

Citando il suo intervento all’ultima Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (29 aprile 2022) il Papa ha spiegato che «la famiglia fondata sul matrimonio è al centro. È la prima cellula delle nostre comunità e dev’essere riconosciuta come tale, nella sua funzione generativa, unica e irrinunciabile. Non perché sia un’entità ideale e perfetta, non perché sia un modello ideologico, ma perché rappresenta il luogo naturale delle prime relazioni e della generazione”. “Quando la famiglia accoglie e va incontro agli altri, specialmente ai poveri e agli abbandonati, è simbolo, testimonianza, partecipazione della maternità della Chiesa” (Esortazione apostolica Amoris laetitia, 19 marzo 2016, n. 324)».

«Le Parole di Papa Francesco sono come macigni e fondamentali per condannare la barbara pratica dell’utero in affitto – ha commentato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus. Non è infatti umano pensare di produrre e sfornare bambini come se fossero merce di un supermercato, da mettere in vendita per coppie facoltose e soddisfare così i loro capricci di avere un figlio, il tutto calpestando i diritti di donne povere. Ringraziamo il Papa per le sue parole in difesa della dignità di tutti, mamme e papà compresi, e invitiamo la politica a farne tesoro, per comprendere come l’utero in affitto non ha e non avrà mai nulla di umano né di solidale e per questo deve diventare immediatamente reato universale».

 

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