La magistratura difenda i malati fragili da chi vorrebbe “suicidarli”…

a cura di Angelica La Rosa

IL 70% DEI MALATI (CHE NE AVREBBERO DIRITTO) NON HANNO ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE

«Decine di migliaia di malati fragili e spesso senza le cure adeguate di cui avrebbero bisogno e diritto rischiano di essere influenzati dall’ennesima, assordante campagna mediatica pro-suicidio imbastita da Cappato e dai radicali: la magistratura ha il dovere di tutelare la vita e la dignità di queste persone rispettando i limiti, già critici, posti dalla Corte Costituzionale alla pratica del suicidio assistito, per assicurare quella tutela minima del bene vita per sua natura escluso dalla disponibilità individuale».

Così ha affermato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, in merito all’autodenuncia del radicale Marco Cappato circa il suo coinvolgimento personale nel suicidio assistito di una donna veneta malata di cancro la cui sopravvivenza non dipendeva da alcun sostegno vitale.

«Oggi circa il 70% dei malati che ne avrebbero diritto secondo la legge, in prevalenza proprio malati oncologici, non ha accesso al sistema di cure palliative, a causa dello scarso finanziamento pubblico e dello scarso radicamento nelle strutture sanitarie territoriali. Questo significa che lo Stato induce i malati e sofferenti a farsi fuori piuttosto che garantire loro le cure adeguate e necessarie per vivere con dignità», ha aggiunto Coghe.

 

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