I sanitari scendono sul piede di guerra

di Pietro Licciardi

DOPO MESI DI SOSPENSIONE SENZA DIRITTI E SENZA STIPENDIO MEDICI E INFERMIERI SI ORGANIZZANO PER AUTORAPPRESENTARSI IN AUTONOMIA

Il metodo “cinese” – illiberale e totalitario – adottato dal governo per gestire la pandemia oltre ad essersi rivelato inefficace e fallimentare ha creato non poca sfiducia da parte di parecchie categorie di cittadini nei confronti delle istituzioni. A fare le spese dei diktat, applicati in maniera solerte e ottusa dagli apparati dello stato sono stati tra gli altri i sanitari, i primi a subire il ricatto: o ti vaccini o non lavori e ad oggi sono ancora in tanti a restare forzatamente a casa senza stipendio nonostante la fine di ogni emergenza. Una situazione che colpisce non solo loro ma anche i colleghi che vaccinati per scelta o perché messi di fronte all’alternativa di non poter sostenere la famiglia stanno operando in grave carenza di organico, con turni massacranti e in qualche caso senza poter usufruire delle ferie, Soprattutto a pagare sono i pazienti degli ospedali e i cittadini che hanno bisogno di essere curati e che ad accudirli trovano infermieri e medici stressati e stanchi.

A tutto questo però c’è chi sta dicendo basta ed è intenzionato a reagire per far valere i propri diritti e i diritti chi è stato ingiustamente perseguitato.

Anche a Livorno, come già in altre città italiane, si è costituito un Comitato spontaneo di una quarantina tra sanitari e personale amministrativo anche di altre Asl toscane ma altri si aggiungeranno a breve. Portavoce è l’avvocato Giovanna De Pasquale, che fin dall’inizio della pandemia ha offerto tutela legale a cittadini e sanitari lesi nei loro diritti fondamentali.

Avvocato,  perché questo Comitato?

«l’idea è venuta a un gruppo di sanitari vaccinati e non vaccinati che si erano già rivolti a me e all’avvocato Rossana Lavecchia per ricorrere contro l’obbligo vaccinale percepito come ingiusto, anticostituzionale e lesivo delle più fondamentali libertà. Dopo aver costatato come molti altri colleghi, sia quelli che si sono sottoposti obtorto collo al trattamento sanitario che quelli che si sono vaccinati volontariamente,  hanno disapprovato il metodo coercitivo e la successiva discriminazione, hanno deciso che era il momento di farsi portavoce di tutti coloro che sono stati in qualche modo lesi dalla obbligatorietà vaccinale. Anche dei semplici cittadini, in modo che nessuno si senta più solo».

I sanitari però sono stati tra i più discriminati…

«Si, sono stati i primi a perdere il lavoro e sono stati perfino sospesi dai rispettivi Ordini professionali e sono ancora a casa nonostante tutti gli altri, compresi gli insegnanti, siano stati reintegrati nello stipendio. Qualcuno è stato ridotto quasi alla fame mentre in parecchi hanno dovuto farsi iniettare un farmaco nonostante ne conoscessero bene i rischi messi con le spalle al muro: o le iniezioni o il pane per la famiglia. Parecchi poi, come del resto molti italiani, pur avendo avuto il Covid ed essendo guariti hanno comunque dovuto fare le successive dosi, correndo ulteriori pericoli per la salute, come ha denunciato la stampa scientifica internazionale»

Nel comunicato col quale avete annunciato la costituzione del Comitato si parla anche di violazioni sul piano umano…

«Infatti, non solo numerose famiglie sono state messe sul lastrico ma molti infermieri e medici si sono trovati ad essere emarginati, derisi, umiliati. Ma col tempo anche i colleghi rimasti in corsia stanno scontando l’assurda e antiscientifica politica delle sospensioni dal momento che il personale che era già carente prima della pandemia deve adesso lavorare per due o per tre con turni massacranti che sono causa di stress e stanchezza, col rischio che a farne le spese siano i pazienti».

E poi oltre al danno anche la beffa. Almeno così sembra ascoltando le vostre rimostranze…

«Immagino si riferisca alla decisione di far lavorare negli ospedali personale sanitario cubano o ucraino, molti dei quali non hanno neanche padronanza della lingua italiana. I sanitari italiani restano a casa mentre al loro posto si chiamano infermieri e medici che non solo rifiutano di vaccinarsi – il che è una odiosa forma di discriminazione nei confronti dei nostri operatori – ma che oltretutto, senza che vi sia alcuna garanzia sulla loro reale preparazione e competenza professionale»

Mentre dal punto di vista giuridico?

«La Regione Lombardia ha pubblicato un bando – n. Prot 32292 del 05/05/2022  – per il conferimento di incarichi a sanitari purché cittadini ucraini escludendo dai requisiti l’obbligatorietà della vaccinazione Covid. Che fine ha fatto la inidoneità oggettiva dei sanitari non vaccinati stabilita a suo tempo proprio dal Governo e dalle Usl e che ha volutamente violato, fra le numerose norme costituzionali, anche l’art. 38 della Costituzione legato alla tutela della persona? Da notare che in seguito a questa “inidoneità” non è stato volutamente riconosciuta l’erogazione del cosiddetto assegno alimentare, quello che garantisce il sostentamento perfino a chi è sospeso per gravi motivi disciplinari».

Quali azioni intendete intraprendere?

«Abbiamo radicato numerose cause davanti a tutti i tribunali e ci muoveremo ancora, soprattutto iniziando a dare voce a tutti i sanitari che pensano ad oggi di essere soli e unici. Ci muoveremo in diverse direzioni. Agiremo senz’altro sul piano giudiziario. Tra l’altro le violazioni da parte del Governo e degli apparati statali che ne hanno applicato le norme sono state tali e tante che numerose sono le sentenze di illegittimità dei Tribunali italiani. Inoltre vi è stata una grave mancanza di informazione e cercheremo di far emergere tutte quelle evidenze scientifiche che sono invece state ignorate e soprattutto daremo un concreto sostegno a chi calpestato nei propri diritti ha dovuto fino ad ora chinare la testa perchè si è sentito solo di fronte alle direzioni sanitarie, alle consorterie di reparto, alla violenza dello Stato, che in pandemia ha cercato di coartare la libertà punendo penalmente e amministrativamente con assurde ed esose multe»

Lo Stato ha cercato di sgravarsi da ogni responsabilità imponendo facendo ricorso al cosiddetto consenso informato, al momento del vaccino…

«Il consenso informato è un diritto garantito a livello internazionale e costituzionale per ogni cittadino. Anche la Corte Costituzionale è arrivata a dire che il consenso libero e consapevole è il presupposto per la legittimità dell’operato del medico e oggi è un vero e proprio “diritto alla persona del paziente”; un “principio fondamentale in materia di tutela della salute” che trova fondamento nei principi espressi nell’art. 2 della Costituzione, che ne tutela e promuove i diritti fondamentali, e negli art 13, 32 sempre della Costituzione. Anche numerosi accordi internazionali prevedono l’obbligo di informare il paziente. In particolare l’art 5 della Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina di Oviedo del 1997 e di cui il Parlamento ha autorizzato la ratifica con legge 145/2001. Ebbene tutto questo non c’è mai stato. Il consenso informato non può ridursi alla firma apposta su un prestampato in cui oltretutto nulla si dice sui rischi al momento non conosciuti. Nel caso dei sanitari poi si è caduti in palese contraddizione. Il legislatore ha infatti espressamente scelto di far prevalere sul diritto di “autodeterminazione” del singolo, l’interesse pubblico alla vaccinazione obbligatoria e dunque, delle due l’una: o il vaccino è un trattamento sanitario obbligatorio, nel qual caso non v’è necessità alcuna di un consenso informato, oppure è una procedura volontaria, ragion per cui non deve essere previsto alcun tipo di punizione in caso di rifiuto».

In definitiva qual è l’intento del vostro Comitato?

«Il nostro intento è di contarci, rappresentarci, essere autonomi, e denunciare tutto quello che sta accadendo anche negli ospedali e soprattutto informare la cittadinanza che presto troveranno infermieri e medici stranieri della cui formazioni nulla è dato sapere se non che per loro non è richiesto il vaccino. E’ giunto il momento di tutelarci, e procedere nei rispettivi Tribunali per richiedere la reintegra sul posto di lavoro, ma soprattutto il pagamento delle somme dovute, e il risarcimento di tutti i danni determinati dalla discriminazione subita in più di un anno di sospensione».

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Si è fatto poco in questi due anni di tirannia e ancora non c’è niente di concreto a breve …a novembre sicuramente l’obbligo vaccinale sarà definitivo visto come hanno reagito gli italiani fino ad oggi cioè facendo solo chiacchiere e lamentele e niente fatti