Gli islamici di Melilla rifiutano l’indottrinamento Lgbt nelle scuole pubbliche

Gli islamici di Melilla rifiutano l’indottrinamento Lgbt nelle scuole pubbliche

di Angelica La Rosa

I MUSULMANI AVVERTONO CHE PROMUOVERANNO AZIONI DI PROTESTA SOCIALE


Secondo OK Diario e i media locali, la Commissione islamica di Melilla (una Città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco, nell’Africa del Nord, nei pressi del porto marocchino Beni Ensar, dove il 52% degli 85.000 abitanti sono musulmani) ha bocciato lo sviluppo di attività extrascolastiche a contenuto Lgbt in una scuola pubblica della città autonoma di Melilla che è situata in un quartiere dove quasi tutti sono musulmani.

Come spiegato dall’ente musulmano, la denuncia è stata avanzata perché questi seminari sono considerati “contrari” agli “aspetti morali” della famiglia musulmana e sono una forma di indottrinamento. Nello specifico i corsi sono “contrari agli aspetti morali che hanno la loro formazione nel nucleo della famiglia musulmana, come contesto socio-affettivo e socio-educativo dello studente”.

Attraverso un comunicato, il presidente del Commissione islamica di Melilla (CIM), Hassán Laboudi, ha indicato che, vista la “grave situazione di disagio generata all’interno della comunità musulmana di Melilla”, a causa delle attività extracurriculari svolte con workshop sui contenuti LGTB presso la León Solá Public School “e, poiché tali attività incidono direttamente sull’educazione morale dello studente e, visto l’impegno attivo che il CIM ha nell’osservanza dei criteri morali delle famiglie credenti”, ha voluto manifestare pubblicamente il proprio rifiuto.

Per la Commissione islamica di Melilla l’educazione sessuale dei bambini è un fondamentale dovere dei genitori, “deve essere sempre svolta sotto la guida assidua e attenta dei genitori, sia nella ambiente familiare che nelle scuole”.

Dal CIM considerano le procedure educative per lo sviluppo della materia Educazione alla Cittadinanza “fraudolenti e viziate, per non aver dato preventivamente informazioni sui veri contenuti della formazione esterna che, nelle loro diverse attività extracurriculari, non hanno ottenuto da studenti e genitori né l’espressa accettazione né l’informazione dei suoi contenuti programmati, così come disciplinati dalle istruzioni approvate dall’Amministrazione Educativa”.

Il CIM ha annunciato che procederà allo studio di possibili azioni di protesta sociale volte a garantire il diritto e la libertà di coscienza come capisaldi di una società democratica e valoriale.

Un libro ha scatenato la reazione islamica. In 14 vignette compaiono diversi modelli di famiglie in cui i membri sono nudi. “Ci sono tante famiglie quanti sono i modi di amare”, sottolinea il sottotitolo del testo.

Il Ministro dell’Istruzione, della Cultura, dell’Uguaglianza e delle Celebrazioni, Elena Fernández Treviño (PSOE), ha respinto queste manifestazioni del CIM e difende che questo tipo di laboratori possono essere organizzati per evitare future situazioni di odio.

La Consigliera socialista all’Istruzione, alla cultura, alle celebrazioni e all’uguaglianza, Elena Fernández Treviño, ha difeso la parità di istruzione in tutte le scuole di Melilla e ha ricordato che si tratta di una legge e, di conseguenza, di un obbligo da osservare nelle scuole. “La legge obbliga le scuole a educare all’uguaglianza, per prevenire l’odio o i crimini di violenza di genere”, ha insistito la Fernández Treviño. La Treviño ha affermato che “le aule sono un riflesso della realtà e non possiamo negare la realtà. La comunità Lgbt è in classe e fa parte di ciò che siamo”, motivo per cui vede la necessità di organizzare seminari sulla diversità.

Anche un’altra associazione musulmana di minoranza, l’Imam Malik Islamic Community ha pubblicamente appoggiato la CIM, ringraziandola di essere stata “la prima a denunciare una flagrante violazione dei diritti fondamentali delle persone […] un indottrinamento e un allineamento forzato nella comprensione della morale”.

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