La nostra capacità di dimostrare tolleranza nel contesto della verità

La nostra capacità di dimostrare tolleranza nel contesto della verità

di Nicola Sajeva

LA TOLLERANZA, ALIMENTATA DA UNA SERENITÀ ESISTENZIALE, È CAPACE DI ILLUMINARE LA REALTÀ PER CAPIRNE I GIUSTI CONTORNI

Siamo tolleranti? Alcuni lo sono, altri credono di esserlo, altri ancora non si pongono il problema e vivono all’ombra di un’arroganza che rende impossibile ogni rapporto dialogico e quindi costruttivo.

Il terzo millennio che viviamo propone innumerevole sfide: la globalizzazione che per i più distratti esaurisce le sue motivazioni in un fenomeno rivestito solo da un pragmatismo di natura economica impone di confrontarci con culture diverse che, se da un lato ci arricchiscono spiritualmente, dall’altro mettono in discussione stili di vita e atteggiamenti spirituali; la presenza di tanti immigrati, realtà con la quale stiamo convivendo già da tempo e non è da sottovalutare il problema religioso costituito dalla presenza di tanti musulmani. Bastano questi brevissimi cenni ad introdurre il tema che cercherà di focalizzare l’attenzione sulla nostra capacità di dimostrare tolleranza.

Se questa virtù umana viene a mancare o scarseggia nel nostro bagaglio personale, difficilmente riusciremo ad essere protagonisti e inserire la nostra piccola tessera nel mosaico della futura società. Al contrario di quanto potrebbe sembrare, la tolleranza non è segno di debolezza o di mortificazione della nostra più o meno esuberante personalità, ma al contrario suppone una non indifferente forza interiore capace di offrire motivazioni convincenti e valide ad un atto che, a prima vista, risulta alquanto remissiva.

Questa forza interiore deve essere continuamente potenziata, coltivata, rinvigorita da una visione globale della nostra esistenza che riesca a superare i confini limitati dalle meschine posizioni particolari o personalmente gratificanti. Se non riusciamo a liberare il nostro quotidiano da tutte le pastoie che soffocano le nostre azioni, non avremo la possibilità di fare esplodere la carica di umanità contenuta nel nostro cuore. Il dramma, che sinistramente lancia luci spettrali sulla nostra vita di ogni giorno, è alimentato dalla chiusura dall’incomunicabilità, dall’egoismo che ci fanno vedere nell’alto un avversario, un contendente, un ostacolo da superare o rimuovere con ogni mezzo.

La tolleranza, alimentata da una serenità esistenziale, è capace di illuminare la realtà per capirne i giusti contorni, di suggerire l’atteggiamento più equilibrato, di porre nella posizione più favorevole per capire, per discernere e quindi dare spazio e accoglienza al punto di vista di chi ci sta di fronte.

La tolleranza è la condizione perché un rapporto risulti aperto a soluzioni facilmente accettabili e alla fine anche condivisibili dai dialoganti. “Più conosco gli uomini e più sono portato a cercare un rapporto con le bestie”. Quanta delusione, quanta rinuncia, quanta povertà in questa espressione che, oggi più che mai tende ad essere condivisa da molti.

Un cagnolino o un gattino fedele, remissivo, manovrabile, con le poche pretese che noi stessi abbiamo abilmente fatto nascere, rappresenta una compagnia ideale per l’uomo che ha dimenticato la responsabilità, la preziosità del suo tempo e l’importanza della sua esistenza nell’economia della costruzione di una società vista come insostituibile banco di prova dove mettere in atto e a disposizione di tutti le nostre personali potenzialità.

Tolleranti senza la pretesa di possedere tutta la verità, pronti a gettare ponti di comprensione che ci avvicinino agli altri compagni di viaggio; rispettosi e custodi della libertà del nostro prossimo, sempre umili nella ricerca della ricchezza spirituale che ogni uomo porta con sé; pronti più a dare che a ricevere, più ad attendere che a sollecitare, più a perdere che a realizzare guadagni immediati.

La più nobile conseguenza della tolleranza l’abbiamo nel perdono definito da un saggio, di cui mi sfugge il nome, un disarmo unilaterale capace solo di dare spazio a processi di serena convivenza. La resa di oggi ci regalerà domani la vittoria, la conquista, la gratificante consapevolezza di aver imbroccato il solo sentiero che ci porterà ad essere sicuramente anche costruttori di pace.

Sei tollerante? Siamo tolleranti? Più sarà corale una risposta positiva e più saremo portati a guardare con fiducia il domani della nostra società, il futuro dei nostri figli.

 

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