Il Papa in Bahrein: “no alla pena di morte”. Il cardinale Omella: “abolire anche l’ergastolo”

di Angelica La Rosa

PAPA FRANCESCO IN BAHREIN: “IL DIRITTO ALLA VITA VA GARANTITO SEMPRE, ANCHE A CHI VIENE PUNITO, LA CUI ESISTENZA NON PUÒ ESSERE ELIMINATA”. IL CARDINALE SPAGNOLO JUAN JOSÉ OMELLA: L’ERGASTOLO “CHIUDE LA SPERANZA E IMPEDISCE IL DIRITTO DI RICOMINCIARE”

“Perché la libertà religiosa diventi piena e non si limiti alla libertà di culto; perché uguale dignità e pari opportunità siano concretamente riconosciute ad ogni gruppo e ad ogni persona; perché non vi siano discriminazioni e i diritti umani fondamentali non vengano violati, ma promossi. Penso anzitutto al diritto alla vita, alla necessità di garantirlo sempre, anche nei riguardi di chi viene punito, la cui esistenza non può essere eliminata”. Sono state queste le parole del Papa nel suo primo discorso in Bahrein (paese in cui vige la pena di morte), insegnamento tenuto giovedì 3 novembre 2022, in occasione dell’incontro con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico.

Il Papa concluderà il suo viaggio apostolico nel Regno del Bahrein, in occasione del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence“, domani, 6 NOVEMBRE 2022.

Nei giorni scorsi si è tenuto a El Escorial (Madrid) il X Congresso Nazionale di Pastorale Penitenziaria della Spagna. L’evento ha avuto come tema e titolo «Otro cumplimiento de pena es posible» (“Un altro completamento della pena è possibile“).

Nel suo discorso, il cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona e presidente della Conferenza episcopale spagnola, ha sostenuto non solo l’abolizione della pena di morte, ma anche dell’ergastolo.

Dopo aver spiegato che in Spagna la Chiesa ha una vasta rete di impegno nelle carceri, 168 cappellani e quasi 2mila volontari, ed aver ricordato che nelle carceri “è possibile costruire una comunità cristiana, con una dinamica peculiare, una comunità dei prediletti del Signore”, il cardinale ha aggiunto: “noi crediamo che un’altra punizione sia possibile, e la nostra prima scommessa è abolire la pena di morte“.

Ad oggi, 108 Stati hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, sette l’hanno abolita per i reati di common law e 29 mantengono una moratoria sulle esecuzioni, portando il totale a 144 Stati. Tuttavia, la pena di morte continua ad essere applicata in 55 stati e territori del mondo .

Il cardinale ha ricordato che Papa Francesco ha approvato all’inizio del suo pontificato la modifica della legislazione della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano che contemplava, tra l’altro, l’abolizione dell’ergastolo. “Una sentenza senza futuro non è una sentenza umana: è una tortura” , ha indicato, citando il Pontefice.

Come Chiesa, come Ministero Penitenziario, ha ricordato il cardinale, “siamo persone di speranza. La nostra presenza in carcere vuole essere futuro, reinserimento, pensare al domani. E l’ergastolo ci rende difficile parlare di futuro, perché non sappiamo quando arriverà, non sappiamo la data finale della sentenza. L’ergastolo non è la soluzione ai problemi perché chiude la speranza e impedisce il diritto di ricominciare“.

 

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