Riconoscere termini diversi da “madre” e “padre” mette a rischio i bambini

A cura di Angelica La Rosa

BENE IL CHIARIMENTO DEL GOVERNO SU “MADRE” E “PADRE”, MA NO ALLE APERTURE INDIVIDUALI

«Accogliamo con favore il chiarimento del Governo che, con le parole dei ministri Piantedosi e Roccella, ha ribadito che sui documenti rimarrà la dicitura “madre” e “padre”, anziché l’aberrante e ideologico “genitore 1” e “genitore 2”. Il decreto del 2019 dell’allora ministro dell’Interno Salvini non va toccato perché è una decisione di civiltà che tutela le famiglie e soprattutto i bambini, che hanno diritto ad avere una madre e un padre. La legge, infatti, riconosce che i figli nascono solo da un uomo e da una donna, sbarrando la strada a derive ideologiche e anti-scientifiche, che vorrebbero legittimare le adozioni per coppie omosessuali o pratiche disumane come l’utero in affitto».

Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

«Ci auguriamo che il Governo mantenga questa linea, senza però cedere ad eventuali aperture “individuali”, come ipotizzato. La legge va rispettata sempre e in ogni caso. Riconoscere termini diversi da “madre” e “padre” solo sulla base dei ricorsi delle coppie omogenitoriali significherebbe, al contrario, aprire spiragli di legittimazione che metterebbero a repentaglio i bambini e quanto di buono fatto finora per tutelarli».

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