Contro la satanica tentazione della “legalità”

di Pietro Licciardi

QUANDO UNA AUTORITA’ E UNA LEGGE SONO LEGITTIMI E OBBLIGANO IN COSCIENZA A OBBEDIRE?

La Rivoluzione in sostanza non è che anarchia ma siccome l’anarchia fa paura per dissimulare questa sua intima sostanza si avvolge enfaticamente nella legalità. E infatti siamo oggi al punto che chiunque voglia fare il comodo suo dando sfogo al più bislacco desiderio pretende di elevarlo subito al rango di diritto col suggello della legge.

Ma cos’è la legge?

La legge è l’espressione della legittima volontà del superiore legittimo. Perchè una legge obblighi in coscienza, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa sono due le condizioni essenziali: che ella derivi dal legittimo superiore e che non sia un capriccio, una volontà cattiva e perversa di questo superiore. Per questo si parla di legittima volontà.

Quali sono i nostri superiori legittimi? quando le loro volontà sono volontà legittime?

Dio solo è il nostro superiore e se dobbiamo obbedire agli uomini occorre che chi ha il potere di comandare sia investito da Dio. Qualunque superiore sulla terra non è dunque che un delegato di Dio, un rappresentante di Dio, e non deve mai imporre ai suoi dipendenti una volontà opposta alla volontà di Dio. Questo principio è il fondamento d’ogni legge.

Secondo il Catechismo della Chiesa cattolica «Ogni comunità umana ha bisogno di un’autorità che la regga. Tale autorità trova il proprio fondamento nella natura umana. È necessaria all’unità della comunità civica. Suo compito è quello di assicurare, per quanto possibile, il bene comune della società» [1898] e quindi «Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna» (Rm 13,1-2)» [1900]

Da ciò si evince che oggi, come nella Roma imperiale, il cristiano deve obbedire allo Stato, per quanto ateo e pagano, e alle sue legittime articolazioni.

Resta però fermo che affinché un ordine dell’autorità possa obbligare in coscienza, è assolutamente necessario che non sia evidentemente contrario alla legge superiore, cioè non sia contrario ad una legge, ad una direzione della Chiesa. Senza questa condizione indispensabile noi non siamo tenuti ad obbedire, almeno in coscienza e lungi dall’esser legge, questo comando non è che un abuso di potere, un capriccio tirannico, una violazione flagrante e colpevole dell’ordine divino.

Sta alla Chiesa vigilare che nessuna legge umana sia in conflitto con la legge divina e ciò per la garanzia che essa riposa sulla parola di Dio, che sempre l’assiste nell’esercizio del suo potere. Almeno fintanto i suoi servi e rappresentanti restano fedeli al depositum fidei, senza i soggettivi e fantasiosi “adeguamenti” o cedimenti alle mode del momento cui oggi purtroppo dobbiamo costatare in una parte del clero.

Purtroppo in questo tempo siamo immersi nell’ateismo sociale e legale cominciato nel 1789: non più Dio, non più Cristo, non più Chiesa, non più fede, ma il popolo e la legge. E’ quindi necessario vigilare perché se la legge civile, come sempre più spesso accade, è evidentemente contraria al diritto cattolico è il caso di dover rispondere come i primi discepoli del Signore: «Val meglio obbedire a Dio che agli uomini». Costi quel che costi.

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E come ( e chi ) controlla le varie “interpretazionii” del Depositum Fidei ?