Giorgia Meloni ha tutelato sia la figura materna che quella paterna

di Rita Lazzaro

MELONI E GIAMBRUNO. COSA DIRE?

“La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui. Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra”.

È così che inizia il post con cui il premier Giorgia Meloni ha annunciato la fine della storia col suo compagno Andrea Giambruno e padre di sua figlia Ginevra. Una fine che sembrava vicina da tempo.

“Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i fuori onda e gli audio trasmessi da Striscia la Notizia, dove il giornalista si lascia andare a condotte volgari e frasi sessiste.

Un post dove a parlare è principalmente una donna, una madre ed un’ex compagna. “Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio.
Non ho altro da dire su questo”.

Una vicenda familiare che, purtroppo, visto il ruolo della Meloni, non poteva non riflettersi altresì nello scenario politico dove da un lato si assiste a veri e propri atti di solidarietà e dall’altro ad un vero e proprio sciacallaggio.

Solidarietà, in primis femminile, che fa indubbiamente onore alle avversarie del premier, come quella della senatrice rossoverde Aurora Floridia che ha puntato il dito contro “un sistema mediatico e politico che non fatico a definire ‘marcio’ e che ancora purtroppo non si riesce a ‘sradicare’. Un conto è la satira, un altro l’inqualificabile cattivo gusto solo per colpire politicamente la presidente del Consiglio in quanto donna e nel suo ruolo politico e istituzionale”.

Florida rincara parlando di “inciviltà” e di “retaggio culturale di tempi passati, fonte sovente di violenze perpetrate alle donne. Tutto questo va estirpato. Giorgia Meloni e io saremo politicamente sempre su fronti opposti, ma oggi voglio esprimerle piena solidarietà per quanto le è accaduto”, conclude.

Solidarietà anche da parte di Alessandra Moretti, eurodeputata del Pd, tra le poche del suo partito ad essere intervenuta con tatto e sensibilità sul dramma familiare che il premier sta vivendo in questi giorni. “Restare donne oltre i ruoli che si ricoprono non è un’impresa facile. L’amore per i nostri figli ci rende le rocce che siamo e ci fa scegliere per il meglio. La ragione di tutto sta lì. Un abbraccio a Giorgia Meloni che ha agito in un momento difficile da donna libera. Ora le lascino fare la madre”. Un messaggio che dimostra come prima del ruolo politico c’è l’essere umano, la persona, la donna, la madre. Una sensibilità ed un’ empatia che, ahimè, non tutte hanno avuto la capacità di capire.

E tra queste non poteva certo mancare la pochezza e lo squallore di Selvaggia Lucarelli, opinionista del Fatto Quotidiano. Su X (l’ex Twitter), l’alzatrice di palette di Ballando con le stelle ha condiviso il post Instagram della Moretti, rivolgendosi così ai suoi follower: “Guardatevele bene oggi queste finte progressiste di sinistra che con la scusa di fare le compassionevoli contribuiscono alla santificazione della povera premier con la famiglia a pezzi”. “Guardatevele bene – conclude -, perché con queste frasette stucchevoli, mentre stanno ben attente a non calpestare mai i piedi al potere, lo calpestano a quel poco che resta della sinistra”. Calpestare quel poco che resta della sinistra tanto quanto la Lucarelli calpesta quel poco che le resta come donna di sinistra.

Non per nulla, fu proprio Nilde Iotti che con Giancarlo Pajetta, esponenti del PCI, accompagnarono Giorgio Almirante, leader del MSI, all’interno della camera ardente per rendere omaggio al suo avversario politico: Enrico Berlinguer. Uscito dalla camera ardente, fu ricoperto da qualche fischio isolato, e rivolgendosi ai microfoni del regista Luigi Magni disse: “Non sono venuto per farmi pubblicità, ma per salutare un uomo estremamente onesto”. Onestà, già, sulla bocca di tutti ma nei fatti di pochi.

La vicenda familiare Meloni-Giambruno, dicevamo, non poteva non riflettersi altresì nello scenario politico dove: da un lato si è assistito a veri e propri atti di solidarietà e dall’ altro ad un vero e proprio sciacallaggio.

Solidarietà, come quella mossa da Mariateresa Gelmini ,che ha dichiarato “Massimo rispetto per Giorgia Meloni per una vicenda familiare privata che oltretutto vede coinvolta una bambina. Le separazioni sono sempre passaggi dolorosi in cui i figli vanno per quanto possibile tutelati. Per questo ogni speculazione politica sarebbe assurda e fuori luogo. La mia solidarietà a Giorgia Meloni”. “Speculazione politica assurda e fuoriluogo”. Aspetti, questi, che non sono certo mancati nelle condotte di chi tanto si riempie la bocca con parole che, a quanto pare, sono solo parole.

Sì sta parlando del deputato Alessandro Zan(Pd) e del segretario di +Europa Riccardo Magi
Il primo ha twittato “Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme”.
Affermazione che oltre ad essere fuori luogo è davvero ridicola, visto che, dal 2021, si è registrato un aumento dei matrimoni e delle unioni civili, anche se non ai livelli pre pandemia.
Un dato che non si è certo arrestato col governo Meloni. Per quanto riguarda Magi, proprio perché “a noi non appassiona occuparci delle questioni personali della Presidente del Consiglio tantomeno di quelle private” , approfitta per dare lezioni di bon ton politico alla destra ergendosi a giurista specializzato in diritto di famiglia “Chiedo perciò ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale”.

“La famiglia tradizionale non esiste – rincara Magi – è un feticcio ideologico che nemmeno loro stessi riescono a onorare. Perché a questo punto, la caccia alle streghe fatta da questo governo a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella del ‘Mulino Bianco’ appare solo come una grande ipocrisia”. È vero, non esiste una famiglia tradizionale. Non esiste perché è in continuo movimento e trasformazione, proprio come lo sono gli usi e costumi, che possono essere anche contaminati da becere ed indegne ideologie, come quelle che, “in nome dell’amore”, calpestano i diritti dei più piccoli. Come il diritto di dire “mamma” e “papà”. Esiste invece la famiglia naturale che, alla fine, è proprio quella tutelata dalla destra, Meloni inclusa.

Infatti il premier ha sempre tutelato la figura materna e la figura paterna. Ha sempre difeso il diritto del minore di far parte di una famiglia fatta di ruoli e legami, anziché di numeri e compravendita. E che piaccia o meno ai livorosi Zan e Magi,fino a quando un bambino dirà la parola “mamma” e la parola “papà”, esisterà la famiglia naturale. Ebbene sì, esiste. La famiglia naturale difesa dalla destra esiste. Esiste perché esiste la mamma ed esiste il papà e continueranno ad essere genitori con o senza legami, perché, come si è sempre detto ed è altresì confermato dal codice civile, si smette di essere coppia ma non genitori. E se proprio si vuole parlare di “feticcio ideologico”, parliamo di un figlio privato di una figura genitoriale e, nei casi peggiori, frutto di un contratto di compravendita. Ebbene sì, chi promuove famiglie con bambini donati, venduti o adottati da genitori indicati a colpi di numeri, privandoli così di un padre o di una madre, non si trova certo nella condizione di poter dare lezioni su come evitare un “feticcio ideologico”.

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