Per fermare Halloween corriamo al Tabernacolo!

di Maria Bigazzi 

LA DERISORIA CELEBRAZIONE DELLA MORTE IN CONTRASTO CON IL GIORNO IN CUI LA CHIESA CELEBRA OGNISSANTI

Come ogni anno, giunti al termine del mese di ottobre, la notte che precede il giorno di tutti i santi, viene festeggiata in modo macabro con “halloween”, una derisoria celebrazione della morte in contrasto con il giorno in cui la Chiesa celebra Ognissanti.

Se da una parte molti cercano di sfuggire all’idea della morte, vista come qualcosa di oscuro, ingiusto e orribile, dall’altra però assistiamo ad una contraddizione in cui è addirittura celebrata in modo macabro.

Nella quotidianità viene dato spazio ad ogni genere di brutture mirate a colpire in particolare i giovani, allontanandoli così dalla bellezza e dalla luce di Cristo. Questo perché il modo di vivere odierno è quello di sfuggire la verità scomoda e difficile, il sacrificio e le regole che portano all’ordine, per lasciare spazio solamente al proprio egoismo e alla soddisfazione di ogni piacere.

Ma soprattutto vediamo come pur avendo la possibilità di scegliere Cristo, molti scelgono le tenebre e la morte spirituale.

Sono innumerevoli i pericoli per l’anima di chi si accosta anche solo per gioco al demonio. La notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, mentre ai bambini viene fatto credere che esiste un carnevale della morte, viene reso culto a satana con riti a lui celebrati.

Come contrastare il male di quella notte che dovrebbe essere attesa come vigilia della festa di coloro che ci hanno preceduti nell’Eternità?

La risposta è molto semplice: vincendo la notte delle tenebre con la Luce di Cristo che ci attende nell’Eucaristia. 

Non lasciamoci sfuggire l’occasione di passare qualche ora di quella notte dinanzi a Gesù Eucaristico, pregando e riparando per tutti gli oltraggi che Egli riceve, e per tutte quelle anime che si perdono rischiando la dannazione eterna.

Siamo chiamati a essere riparatori, a essere la luce del mondo sull’esempio di Gesù.

I Novissimi (oggi spesso dimenticati) ovvero Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso, sono ciò con cui ogni uomo si incontrerà certamente. Ciascuno infatti, dopo la morte si troverà davanti al Giudizio di Dio per essere destinato a seconda delle scelte fatte in vita, o all’inferno a patire eternamente, o nel Paradiso a godere la gioia e la gloria di Dio, assieme alla Vergine Maria, ai santi e agli angeli.

Chiediamo ai santi, in particolare ai nostri protettori o a quelli che più ci accompagnano, di fare memento mori, per riflettere su ciò che davvero è importante per l’incontro con il Signore.

Noi non conosciamo né il giorno, né l’ora della nostra morte, in quanto i piani di Dio non sono i nostri e solo Lui conosce ciò che è meglio per la nostra salvezza. San Paolo ci ricorda che mentre abbiamo tempo, dobbiamo operare il bene (Gal 6,10). Non sprechiamolo inutilmente a discapito della nostra anima, perché tutto ciò che non regoliamo su questa terra verrà regolato nel Purgatorio dove non si uscirà finché non si sarà pagato fino all’ultimo spicciolo (Mt 5,25), ma soprattutto perché l’anima non sia giudicata indegna del Paradiso e destinata alle pene dell’Inferno.

La notte del 31 ottobre sia per noi una notte di grazia da passare con il nostro Salvatore e per preparare la nostra anima all’incontro più bello che possiamo desiderare. Corriamo al Tabernacolo!

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