Come portare la pace nel mondo? A cominciare dalla confessione

A cura della Redazione

PARLA IL RESPONSABILE DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA VATICANA

“Come portare la pace nel mondo? Cominciando dalla confessione sacramentale”, dice il cardinale Piacenza.

Il porporato invita i sacerdoti a “una grande generosità” nell’ascolto delle confessioni, “perché con essi si rafforza l’indispensabile legame con Cristo e, in caso di peccato grave, si ricrea”.

Il cardinale Piacenza è il Penitenziere Maggiore, l’organo della Curia Romana competente per le questioni relative al sacramento della confessione.

In una lettera per la solennità di Tutti i Santi, il cardinale ricorda che “solo chi è riconciliato con Dio e con se stesso può essere veramente agente di riconciliazione”.

Pensando alle persone innocenti che muoiono nelle guerre in questi giorni, “possiamo acquisire speranza nella riconciliazione, nella misericordia e nella pace di Cristo nella Confessione”, ha affermato il Cardinale nella lettera.

Il Cardinale scrive che “questi giorni sono, per tutta la Chiesa, di affettuoso ricordo di tutti coloro che ci hanno preceduto, e soprattutto in questi tragici tempi di guerra, di tutti gli innocenti che, anche senza sapere perché continuano a morire”.

Ricordando le parole di Cristo sul Monte delle Beatitudini (“Beati i pacifici”) il cardinale sottolinea che questa è la pace donata da Dio, che chiede di essere costruita dalle persone, “a partire dalla pace nei nostri cuori, perché solo chi è riconciliato con Dio e con se stesso può essere veramente pacifico”.

Il cardinale Piacenza ha invitato i sacerdoti a rendersi disponibili per le confessioni perché tutta la Chiesa si rafforza attraverso il perdono.

Riflettendo sulla celebrazione nella Chiesa del Giorno di Tutti i Santi e dei Defunti, mons. Piacenza ricorda che “la Chiesa non è solo quella visibile ai nostri occhi, ma anche la Chiesa trionfante in Cielo, secondo la comunione dei santi, e la Chiesa Purgante, in cammino verso la piena comunione con Dio, per il quale preghiamo nel ricordare i fedeli defunti”.

“Tutto il Corpo di Cristo ha un capo, che è Cristo stesso, mentre il suo corpo visibile, tangibile e udibile è formato dai fratelli e dalle sorelle che ci sono vicini e che vivono la stessa partecipazione a quel mistero”, ha aggiunto il Cardinale.

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