Gli ucraini si sono arenati davanti alla triplice linea di sbarramenti russi

di Pietro Licciardi

IN INVERNO CI SARA’ UNA OFFENSIVA MISSILISTiCA RUSSA SULLE CITTA’?

Anche se gli occhi del mondo, e di conseguenza dei media nazionali e interazionali, puntano oggi al Medio Oriente e alla guerra tra Israele e Hamas il conflitto russo-ucraino non è terminato e continua a seminare morti e distruzione oltre a bruciare miliardi di dollari e di euro.

Come abbiamo avuto modo di segnalare in precedenti articoli l’offensiva dell’esercito ucraino dopo aver quasi subito perso gran parte del suo slancio si è presto arenata davanti alla triplice linea di sbarramenti campali – trincee, fortini e ostacoli anticarro – eretti dai russi tra Bakhmut e Melitopol, all’incirca nella zona centro-sud del fronte. Adesso, a quattro mesi dall’inizio delle operazioni, a detta degli esperti militari le operazioni si sono definitivamente arenate e la fase offensiva può considerarsi ormai chiusa, anche perché stanno iniziando le prime piogge autunnali che renderanno presto difficile il movimento dei mezzi ruotati e cingolati leggeri, senza i quali i carri armati non possono operare senza diventare facile bersaglio della fanteria munita di armi anticarro.

Gli ucraini continuano a punzecchiare i russi con piccole operazioni condotte al massimo a livello di battaglione – poche centinaia di uomini -; questo per due motivi: cercare di mantenere l’iniziativa, che altrimenti passerebbe alle truppe di Mosca, benché anche loro abbiano dimostrato di non essere in grado di condurre operazioni complesse con obiettivi strategici, e per i notevoli deficit addestrativi delle truppe. L’esercito di Kiev infatti non sembra essersi ripreso dopo le forti perdite della prima fase della guerra e manca di ufficiali in grado di condurre con successo operazioni complesse e coordinate, come richiesto da una classica offensiva meccanizzata. Anche l’addestramento impartito alle reclute nei paesi Nato sembra essere inadeguato per una guerra che ha assunto più le caratteristiche di un conflitto di attrito, tipo prima guerra mondiale per intenderci, che quelle di guerra di movimento con largo impiego dell’aviazione, come contemplato dai manuali occidentali. Conseguenza di ciò l’incapacità di rompere il saliente che con grande dispendio di uomini e mezzi gli ucraini hanno fin qui creato in direzione di Melitopol. 

In poche parole sempre secondo gli esperti della Nato, anche americani, il conflitto da un punto di vista militare sembra essersi esaurito, considerata l’incapacità manifesta di entrambe le parti di condurre azioni in vasta scala suscettibili di conseguire sensibili e sostanziali obiettivi tattico-strategici. La parola adesso dovrebbe per forza di cose passare alla politica ma ancora non ci sono chiari segnali in tal senso. Purtroppo è assai probabile che la guerra continui questo inverno con una nutrita offensiva missilistica russa sulle città ucraine per distruggere le infrastrutture energetiche e demoralizzare la popolazione lasciata al freddo e al buio, mentre i soldati al fronte continueranno a trincerarsi rendendo ancor più improbabile in primavera una svolta sul piano militare.

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