Siamo pronti a partecipare al convito di Gesù?

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Lc 14, 15-24

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Nel Vangelo di oggi riceviamo anche noi, come i commensali di Gesù, la parabola sull’invito a cena che viene rifiutato. Pensiamoci un attimo: i veri inviati hanno tutti una scusa, hanno altri impegni, non si curano di chi li invita, di chi ha fatto preparare tutto per loro. È proprio davanti al rifiuto di chi era in grado di ricevere questo invito è stato aperto a poveri, storpi, ciechi e zoppi.

Non fermiamoci mai davanti ai rifiuti: oggi il Vangelo ci assicura che ogni rifiuto può essere un’opportunità per fare il bene, per allargare il cuore, per far partecipare altri, che magari non sono perfetti ma che magari possono darci molto di più di quanto ci aspettiamo. Ma, proviamo per un attimo a pensare se fossimo proprio noi, io e te, questi poveri, storpi, ciechi e zoppi ai quali è stato allargato l’invito: ci sentiremmo adeguati per partecipare al convito di Gesù? Se la risposta è no, allora significa che siamo proprio noi i veri invitati, perché quello che il Signore vuole donarci è la sua tenerezza e la sua benevolenza. Luca, come proprio del suo stile, fa precedere la parabola da un’esclamazione dalla quale Gesù prende l’iniziativa per raccontarci la parabola: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».

E questa parabola ci fa capire che possiamo considerarci tutti beati, se, pur non meritando l’invito alla salvezza, l’accogliamo ugualmente con fiducia, perché prendere cibo nel Regno di Dio significa lasciarsi raggiungere dalla tenerezza di Dio, così come siamo, senza se e senza ma.

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