Non riusciamo più a far quadrare il bilancio familiare mensile

Non riusciamo più a far quadrare il bilancio familiare mensile

di Gian Piero Bonfanti

LE DIFFICOLTÀ PER LE FAMIGLIE DELLA CLASSE MEDIA

Oggi, anche se il tema del carovita è sempre meno affrontato, chi più o chi meno siamo tutti frustrati dalle difficoltà per far quadrare il bilancio famigliare mensile.

Le numerose tragiche notizie di tutti i giorni vengono utilizzate per distrarci e per mantenerci in uno stato soporifero, per cui è importante tutto ciò che avviene intorno noi, ma si perde il punto focale della nostra società: la famiglia ed i suoi bisogni.

Oggi la stessa infatti è messa in ginocchio dalle spese per i beni di prima necessità, ovvero per l’alimentazione e le utenze domestiche.

Se da una parte il governo viene parzialmente incontro alle fasce meno abbienti con sussidi e detrazioni, dall’altra una gran fetta della popolazione, (che è percentualmente la maggioranza) viene lasciata in balia del carovita.

La cosiddetta “fascia media”, composta da piccoli e medi imprenditori, professionisti, impiegati, è proprio quella che ha grosse difficoltà a “tirare fino a fine mese” e tuttavia, non essendo composta da poveri, non viene supportata da sussidi e politiche assistenzialiste.

Sono le “mucche da mungere”, ovvero coloro che, grazie ad una mentalità che paga un retaggio anti imprenditoriale e anti classe media, si trovano a dover essere di fatto penalizzati dovendo contribuire al benessere generale del paese in forma proporzionalmente più invasiva.

Non se ne parla mai, ma coloro che percepiscono un stipendio medio o i piccoli imprenditori, non possono godere neppure dei vantaggi che (giustamente) aiutano chi è più in difficoltà, neanche proporzionalmente alla condizione economica.

Per essere più chiari, in un periodo dove il potere di acquisto delle famiglie è drasticamente calato, pagare le bollette e fare la spesa alimentare porta le famiglie ad avere serie difficoltà, soprattutto dal momento che i prezzi dei prodotti sono saliti esponenzialmente.

Il meccanismo oramai è ben rodato. Tutto ciò che si guadagna in un mese deve essere speso, magari anche di più. Poi arrivano le tredicesime e per chi è fortunato le quattordicesime.

Questo piccolo surplus deve essere speso per le vacanze e per i regalini per le feste. Quindi oggi a ridosso delle feste natalizie assisteremo ad un assalto dei centri commerciali. Sempre più portati a spendere nelle grandi catene e meno nei piccoli negozi caratteristici, andremo ad ingrassare ulteriormente le tasche di grandi gruppi a discapito dei piccoli imprenditori.

Ricordiamoci che coloro che potrebbero guadagnare qualcosina con la loro piccola attività vengono massacrati da tasse e spesso si trovano costretti a “chiudere i battenti”. Teniamo sempre presente però che viviamo in un paese dove le piccole attività sono il tessuto sociale della nostra economia.

Poi ripartiremo, sempre con grandi difficoltà, facendo ricorso ai piccoli risparmi. Oggi chi percepisce uno stipendio medio oramai ne vede più della metà speso per i beni alimentari, poi le utenze, poi non rimane più nulla. Di questo passo prima o poi tutto il sistema collasserà.

Quanto andrà avanti il nostro paese in questo modo? Siamo proprio sicuri che la tiepidezza della classe media resisterà ancora per molto?

Si è sempre detto che fintanto che l’italiano la sera riuscirà a mettere un piatto caldo a tavola, non si ribellerà mai, ma dobbiamo seriamente considerare che oggi è sempre più difficile riuscire a poter avere la minestra da scaldare.

Auguriamoci solo che prima o poi qualcuno possa riequilibrare lo stato delle cose e fare sí che si possa tornare a lavorare per vivere e non vivere per lavorare.

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