Un’appassionata preghiera alla Vergine Maria

di Francesco Bellanti

FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO

Nella giorno della Festa dell’Immacolata Concezione, la più alta poesia che sia mai stata scritta per una donna, la donna per eccellenza, la madre di Dio, dedicata a tutte le donne.

Siamo nell’ultimo canto del Paradiso, e Dante deve affrontare la visione di Dio, meta del suo viaggio nell’Aldilà. San Bernardo rivolge un’appassionata preghiera alla Vergine Maria affinché interceda presso Dio e conceda al Sommo Poeta il privilegio di penetrare dentro i misteri dell’universo, benché egli sia ancora dentro un corpo mortale. Così, con un inno mariano altissimo, si conclude il viaggio di Dante.

Una donna conduce Dante in Paradiso, Beatrice, una donna concede a Dante il privilegio di vedere Dio, Maria, la donna che dà la vita, la più umile e la più alta delle creature, perché lei ha nobilitato la natura umana a tal punto che il suo Creatore, Dio, non ha disdegnato di diventare, con l’incarnazione, sua creatura. Così attraverso la teologia e l’amore (Beatrice), il misticismo (San Bernardo), la grazia di Dio (la Madre di Cristo), Dante vede Dio, l’armonia e l’ordine di tutto il Creato.

<<Vergine Madre, figlia del tuo figlio
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
Or questi, che da l’infima lacuna
de l’universo infin qui ha vedute
le vite spiritali ad una ad una,
supplica a te, per grazia, di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
più alto verso l’ultima salute.
E io, che mai per mio veder non arsi
più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi
ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co’ prieghi tuoi,
sì che ‘l sommo piacer li si dispieghi.
Ancor ti priego, regina, che puoi
ciò che tu vuoli, che conservi sani,
dopo tanto veder, li affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
per li miei prieghi ti chiudon le mani!»
(Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII, vv. 1-39)
Nella foto: Vergine con Bambino,
San Giovanni e un Angelo, di
Sandro Botticelli, dipinto del 1490, dettaglio.

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