Omosex, i vescovi polacchi mettono dei paletti all’ultimo documento vaticano

di padre Leszek Gęsiak SJ*

“LA DICHIARAZIONE FIDUCIA SUPPLICANS NON MODIFICA IN ALCUN MODO L’ATTUALE INSEGNAMENTO DELLA CHIESA”

A causa dei numerosi dubbi dei fedeli in Polonia riguardo alla Dichiarazione Fiducia supplicans sul significato pastorale delle Benedizioni pubblicata il 18 dicembre 2023 dal Dicastero per la Dottrina della Fede, dopo aver letto le sue disposizioni dettagliate e dopo aver consultato i membri della Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Polacca, vorrei presentare una breve spiegazione di questi dubbi.

La dichiarazione non modifica in alcun modo l’attuale insegnamento della Chiesa riguardo al matrimonio e alla famiglia. Inoltre non si tratta di un documento sull’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia, ma piuttosto sulla corretta interpretazione della parola “benedizione”.

Come si legge nella dichiarazione, coloro che chiedono la benedizione di Dio attraverso la Chiesa sono invitati a “rafforzare le proprie disposizioni, lasciandosi guidare dalla fede, per la quale tutto è possibile” e a confidare “nell’amore che ci chiama all’obbedienza ai comandamenti di Dio” (n. 10 ).

Poiché praticare atti sessuali al di fuori del matrimonio, cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e di una donna aperta alla trasmissione della vita, costituisce sempre un’offesa alla volontà e alla sapienza di Dio espressa nel sesto comandamento del Decalogo, le persone che sono in una tale relazione non possono ricevere una benedizione. Ciò vale in particolare per le persone che hanno relazioni omosessuali.

In risposta alla domanda: la Chiesa ha l’autorità di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso? la risposta è: negativa. Lo leggiamo nella Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 22 febbraio 2021, approvata da Papa Francesco. “La presenza in tali rapporti di elementi positivi, che di per sé meritano riconoscimento e apprezzamento, non può però giustificarli e renderli così legittimo oggetto di benedizione ecclesiale, perché tali elementi servono ad un rapporto che non è orientato secondo il disegno del Creatore”.

La Dichiarazione affermava che “sono inammissibili riti e preghiere che rendano difficile distinguere ciò che è costitutivo del matrimonio come «unione esclusiva, duratura e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta alla prole”, e ciò che lo nega. La nota del 2021 spiega che “poiché le benedizioni delle persone hanno attinenza con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, poiché in un certo senso costituirebbe un’imitazione o un riferimento analogo alla benedizione nuziale, invocata su un uomo e una donna uniti dal sacramento del matrimonio”, eppure “non vi è alcun fondamento per paragonare o stabilire un’analogia, anche remota, tra i rapporti omosessuali e il progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia”.

In altre parole, evitare confusione e scandalo è praticamente impossibile in questo caso.

Sia la Dichiarazione che la Nota affermano che “non è esclusa la benedizione di singole persone con tendenze omosessuali che manifestano il desiderio di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio, secondo l’insegnamento della Chiesa”. Stiamo quindi parlando di singole persone che vivono in completa astinenza. Tuttavia, per evitare confusione sul fatto che ciò significhi approvazione delle relazioni omosessuali, ciò deve avvenire in modo privato, al di fuori della liturgia e senza alcuna analogia con i riti sacramentali.

È, come sottolinea il Papa, espressione della pietà popolare. Una benedizione ha senso quando una persona la chiede in buona fede, cioè vuole organizzare la propria vita secondo la volontà di Dio espressa nei comandamenti. La benedizione dovrebbe aiutare e rafforzare una persona nel liberarsi dal peccato e nel condurre una buona vita.

* Portavoce della Conferenza Episcopale Polacca

Varsavia, 21 dicembre 2023

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