L’inferno c’è!

di Diego  Torre

L’ESISTENZA DI UNA REALTÀ INDISCUSSA

“L’inferno c’è!” è uno scritto del santo sacerdote Padre Giuseppe Tomaselli, che esercitò esorcismi per tantissimi  anni.

Partendo dalla sua esperienza e dal magistero della Chiesa il testo dimostra l’esistenza di una realtà indiscussa: ci sono anime che si dannano!

Nella confusione dilagante nella chiesa anche tale verità viene messa in discussione, snobbando peraltro i ripetuti ammonimenti contenuti nei messaggi della Madonna.

Sarà quindi opportuno ricordare alcuni passaggi del Catechismo della Chiesa Cattolica:

1034 “Gesù parla ripetutamente della «geenna», del «fuoco inestinguibile»,  che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l’anima che il corpo. Gesù annunzia con parole severe: «Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno […] tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente» (Mt 13,41-42), ed egli pronunzierà la condanna: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!» (Mt 25,41).

1035 “La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, «il fuoco eterno». … E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,31-33.46).

1861 “Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l’esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio”.

1864 «Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata» (Mt 12,31).  La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo.  Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna”.

Quindi non è tutto uno spauracchio per cristiani menomati, ma inutile per quelli “adulti”!

Anche perché non si capirebbe l’utilità di vivere cristianamente, e sforzarsi di crescere nelle virtù, se alla fine non cambia alcunchè.

E in questo tempo di trionfante liberalismo, anche nella chiesa, per quel poveraccio che volesse dannarsi per forza nessun libertà?

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