La Rai rifletta sulla sua deriva etica, sui suoi tg e gli opinionisti che ospita

A cura della Redazione

IL CASO DELLA RISTORATRICE SUICIDA

“Lascia sgomenti la tragica fine della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, ma suggerisce anche delle riflessioni su un modo di fare informazione ormai tristemente consolidato. La donna, infatti, è stata sottoposta nei giorni precedenti al probabile suicidio a una vera e propria gogna mediatica da parte del Tg3. Sbattere il mostro sullo schermo è un’operazione eticamente opinabile, è ora che questa deriva sul servizio pubblico si interrompa, per il bene dei telespettatori e delle persone coinvolte”. Lo ha dichiarato il senatore Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia a palazzo Madama e componente della commissione di Vigilanza Rai.

Il riferimento del parlamentare è al caso di Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), protagonista di un caso mediatico dopo aver pubblicato la risposta data a una recensione omofoba e contro i disabili apparsa su Google e trovata senza vita nei giorni scorsi nelle acque del Lambro a Sant’Angelo Lodigiano.

L’11 gennaio sulla pagina Facebook della pizzeria “Le vignole” di Sant’Angelo Lodigiano era stato pubblicato lo screenshot della recensione di un cliente scontento di essere stato fatto sedere vicino a gay e a un ragazzo disabile e della risposta di Giovanna Pedretti che gli ha chiesto di non tornare nel locale. Post e risposta avevano fatto diventare la proprietaria della pizzeria protagonista di articoli e servizi tv ma anche di polemiche dopo i dubbi sull’autenticità. Della recensione in rete non c’è traccia. Lei stessa aveva raccontato che il cliente l’aveva tolta poche ore dopo averla messa, a inizio estate; poi però si era ripresentato al ristorante e lei, dopo avergli detto che non c’era un tavolo per lui, aveva pubblicato lo screenshot. Alle domande sui dubbi perché il carattere del post non era quello delle recensioni di Google, la ristoratrice ha detto che non aveva “risposta da dare”. Quel post è diventato luogo di dibattito negli oltre 1.400 commenti fra complimenti (anche dall’estero) e critiche per la “recensione fake fatta per acchiappare clienti” che ricalcherebbe un’ altra recensione fatta a Vicenza.

Selvaggia Lucarelli aveva condiviso sui social un post del compagno, lo chef Lorenzo Biagiarelli, tra i primi a mettere in dubbio la veridicità della recensione. In un post del suo profilo privato su Instagram, Fiorina D’Alvino, la figlia di Giovanna Pedretti, ha riportato la parte di una storia della Lucarelli e in rosso ha sovrascritto che “L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”.

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