Morti civili e ombre su Israele

di Pietro Licciardi

UN EX DELLA CIA RIVELA RISVOLTI INQUIETANTI SULLA GUERRA DI ISRAELE AD HAMAS

 

Roberto Mazzoni è un giornalista italiano che vive negli Stati Uniti dove gestisce un suo canale di informazione, Mazzoninews, sul quale ripropone inchieste e servizi tratti dai canali informativi americani tra i meno allineati col mainstream, dai quali spesso si traggono interessanti elementi. Recentemente egli ha diffuso una intervista rilasciata da Larry Johnson, un ex analista della Cia, a Stephen Carter il quale ha un canale Youtube abbastanza noto. L’argomento: l’aggressione di Hamas a Israele del 7 Ottobre scorso. Il video è stato messo in onda prima di Natale e da allora ci sono stati alcuni sviluppi, tuttavia sono interessanti certe considerazioni che vi vengono fatte. 

 

VERSO UN ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO?

 

Intanto sappiamo che Benjamin Netanyau ha intenzione di impegnarsi a fondo contro Hamas, almeno per tutto il 2024 e non solo nella striscia di Gaza. Da testimonianze e dichiarazioni provenienti da ambienti militari e governativi israeliani pare che la guerra potrebbe coinvolgere anche Hezbollah ed estendersi al Libano e anche alla vicina West Bank, la Cisgiordania, virtualmente territorio palestinese autonomo che fino ad oggi si è tenuto fuori dalla guerra. Insomma Tel Aviv sembra intenzionata a chiudere la questione palestinese una volta per tutte, anche a costo di suscitare un vespaio nell’intero Medio Oriente. L’Iran infatti ha già condotto una serie di attacchi a basi americane in Iraq in parallelo a quelli degli Houthi nel Mar Arabico, e c’è stato anche uno scambio di missili tra Iran e Pakistan.

 

PERCHÉ TANTI CIVILI UCCISI?

 

Ma ciò che desta maggiori perplessità è il modo col quale Israele sta conducendo il conflitto, causando un alto numero di vittime civili. Secondo Larry Johnson non si tratterebbe di effetti collaterali ma il frutto di una deliberata politica. Ad esempio l’ex analista della Cia cita l’uccisione di tre ostaggi, ex militari israeliani che erano riusciti a fuggire ai loro carcerieri palestinesi. Ebbene, nonostante sventolassero le loro magliette bianche e fossero disarmati sono stati freddati da due diversi soldati della loro parte. Stessa sorte è toccata due giorni dopo a una donna di 60 anni, cristiana palestinese, e a sua madre ottantenne freddate da un cecchino israeliano mentre stavano per entrare nella chiesa cattolica di Gaza.

 

ISRAELE RISCHIA UNA SCONFITTA POLITICA

 

Questo significa quanto meno che l’esercito israeliano nella Striscia è indisciplinato, scarsamente addestrato e decisamente mal guidato e che sta uccidendo civili a casaccio senza freno. Il che sta facendo aumentare l’indignazione contro Israele e questa sarebbe una ragione per la quale lo Yemen sta sparando missili contro le navi americane. Non solo ma Tel Aviv se anche sta vincendo sul piano militare così facendo sta perdendo su quello politico, non meno importante, compromettendo le proprie relazioni con Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Turchia; paesi che la sostenevano e che adesso non la sosterranno più. A riprova di ciò la crescente pressione internazionale per portare Israele alla Corte penale internazionale per crimini di guerra.

 

NIENTE INCHIESTA SULL’ATTACCO DEL 7 OTTOBRE

 

Altra notizia inquietante secondo Larry Johnson è che il governo israeliano non ha intenzione di indagare su ciò che è accaduto il 7 Ottobre. Perché? Secondo l’ex Cia perché la maggior parte delle vittime civili israeliane sono state uccise dall’esercito e dall’aviazione con la stella di David. Come prova Johnson cita le decine di carcasse di auto bruciate e accartocciate che sono state mostrate sul luogo dove si svolgeva il rave party interrotto da militanti di Hamas arrivati a bordo di ultraleggeri. Ebbene, secondo l’intervistato questi potevano essere armati solo di fucili automatici e qualche bomba a mano, quindi non avrebbero potuto produrre quei danni, compatibili solo con un attacco aereo o di elicotteri. Evidentemente per Johnson mezzi con la stella di David sono intervenuti sparando a tutto quello che si muoveva, senza poter distinguere se le auto erano guidate da miliziani di Hamas o civili israeliani che cercavano di scappare.

Tanto più che ad oggi sappiamo, ha detto ancora Larry Johnson, che obiettivo dei commando palestinesi non erano i civili ma uccidere soldati israeliani e catturare quanti più civili da usare come moneta di scambio. E infatti hanno attaccato la brigata Golani, reparto di élite della Idf, uccidendo 72 soldati, quasi il 20% della sua forza militare. Inoltre all’inizio il governo israeliano ha affermato che Hamas aveva anche ammazzato dei bambini mostrando il corpo di una bambina la cui zia è sopravvissuta, assieme a un’altra signora. Entrambe hanno però testimoniato che la nipote è stata uccisa da un carro armato israeliano che ha sparato nella loro casa.

 

CACCIARE I PALESTINESI DA GAZA

 

La conclusione di Johnson è che tutto ciò non si deve a qualche mela marcia, o soldato particolarmente esaltato ma di una sistematica noncuranza di Israele che vuole semplicemente eliminare quanti più palestinesi possibile, anche a costo di uccidere degli israeliani. Il fatto, sempre secondo l’ex Cia, è che il governo di Benjamin Netanyahu è pieno di persone accecate dall’odio, come Itamar Ben-Gvir, l’equivalente del nostro ministro degli interni, che sarebbe stato condannato ben otto volte per accuse di terrorismo nei tribunali israeliani e che adesso è direttore della Sicurezza interna. Forse a questo punto l’obiettivo non è sconfiggere Hamas ma cacciare tutti i palestinesi da Gaza, per questo l’esercito bombarda scuole e ospedali, infrastrutture essenziali senza le quali è difficile vivere, mentre agenzie immobiliari israeliane stanno già pubblicizzando la vendita di proprietà con vista mare che verranno costruite a Gaza.

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