Un sacerdote nelle prigioni comuniste albanesi

A cura di Paola Liberotti 

“DAL PROFONDO DELL’INFERNO HO VISTO GESU’ CROCIFISSO – UN SACERDOTE NELLE PRIGIONI COMUNISTE ALBANESI”: PER NON DIMENTICARE

Fra tutti i Paesi dell’Europa orientale soggetti al giogo comunista, l’Albania è quello in cui la persecuzione contro la Chiesa Cattolica è stata più violenta.

Sotto il regime di Enver Hoxha, nel 1967 il Paese fu dichiarato primo Stato ateo al mondo e tutte le chiese vennero distrutte.

Questa immane tragedia viene ora narrata al grande pubblico nel libro “Dal profondo dell’inferno ho visto Gesù Crocifisso – Un sacerdote nelle prigioni comuniste albanesi” (Edizioni Cantagalli, pagg. 330, euro 25), di dom Simon Jubani, disponibile in libreria dal prossimo 19 aprile.

L’Autore stato uno dei tanti custodi silenziosi e martiri moderni della Fede, nei ventisei anni di carcere subiti nell’Albania comunista solo perché sacerdote.

In queste pagine, liriche e drammatiche al tempo stesso, egli racconta la sua vita e il lungo periodo trascorso nelle prigioni comuniste albanesi, dove subì torture e maltrattamenti di ogni genere.

Arrestato e rinchiuso nel carcere di Burrel, in una cella di otto metri per quattro con altri trentasei prigionieri, dom Simon e i suoi compagni di sventura vennero picchiati, torturati e vessati senza motivo e alcuna pietà. Proprio nel corso della lunga prigionia il sacerdote scrisse queste sue memorie, per evitare che quanto subirono lui e gli altri prigionieri venisse dimenticato.

Il suggestivo titolo dell’opera ricorda a tutti noi, credenti nell’attuale società secolarizzata, che la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo continua nel Suo Corpo Mistico, la Santa Chiesa: una lettura esemplare per ricordare sempre il martirio misconosciuto di chi offre tuttora la sua vita per la Vera Fede nel Risorto.

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