La Sinistra parla di sedie e ius soli mentre la gente, disperata, muore di fame

LA SETTIMANA PROGRESSISTA DEGLI EROI DEL PD È STATA MONOPOLIZZATA DA UN TEMA BEN PIÙ IMPORTANTE DEI RISTORATORI IN PIAZZA, DEI SOSTEGNI CHE NON ARRIVANO, DEL CAOS VACCINI… 

Di Dalila Di Dio

Ristoratori in piazza? Sostegni che non arrivano? Caos vaccini e disastro Astrazeneca?

Nulla di tutto ciò.

La settimana progressista appena trascorsa è stata monopolizzata da un tema ben più importante che ha unito gli eroi del PD in una nuova battaglia: il sofagate e l’oltraggio della poltrona mancante.

Non si tratta, chiaramente, di una poltrona qualunque ma di quella su cui Sua Maestà Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, avrebbe dovuto accomodare il suo potente ed europeista derriere in occasione del bilaterale con Recep Tayyip Erdogan, cui ha preso parte martedì insieme al presidente del Consiglio Charles Michel.

Il trio, giunto in un salone di rappresentanza per la photo op, si è trovato davanti solo due poltrone – una per Michel e l’altra per Erdogan – e la povera Ursula, non senza mostrare disappunto, si è vista costretta ad accomodarsi su un sofà a tre posti, al pari del Ministro degli Esteri turco, al lato opposto della sala.

Inaccettabile affronto alla donna ed alla istituzione che rappresenta, tuonano i progressisti di tutta Europa.

Perfettamente in linea con il cerimoniale concordato, fa sapere il Governo turco. Charles Michel, nel dubbio, si è seduto.

Va da sé che quanto accaduto martedì – fatto di gravità inaudita, un po’ come le lapidazioni o le infibulazioni che, nel silenzio generale, si compiono tutti i giorni in giro per il mondo – abbia scatenato le ire delle massime autorità piddine, ormai in totale simbiosi con il Paese reale, del quale comprendono appieno i drammi ed i bisogni impellenti.

«La sedia della #vonderLeyen diventa la bandiera dei valori europei e la vergogna di #Erdogan» sancisce perentorio il segretario Enrico Letta.

«#vonderLeyen su un divano. I due uomini al centro della scena. Il machismo al potere sminuisce le donne e comprime i loro diritti. L’UE alzi la voce!» gli fa eco Laura Boldrini (a cui, a prescindere dalle inconciliabili posizioni politiche, vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione).

Un profluvio di indignazione e condanne nei confronti di Erdogan e solidarietà a von der Leyen: dall’assise civica di Lenna riunita in piedi, ai sit in davanti all’ambasciata turca, tutto il mondo progressista ha sentito il bisogno di intervenire sulla vicenda.

Pare che, secondo il protocollo e TFUE alla mano, il più “alto in grado” della missione diplomatica fosse il Presidente del Consiglio Michel. Quindi, come sempre, molto rumore per nulla.

Tuttavia, qualcuno ha pure suggerito che Michel– il quale ieri, quasi costretto dalle polemiche, ha dichiarato di aver “perso il sonno” per l’accaduto – avrebbe dovuto cedere il posto a von der Lyen. Perché mai? Forse in quanto donna?

Sia chiaro, se Michel avesse ceduto il posto a von der Leyen avrebbe dimostrato astuzia politica, disinnescando il presunto attacco turco, e avrebbe mostrato una prontezza di spirito ed una cavalleria che, evidentemente, non gli sono propri. Ma che siano proprio i progressisti, come dei beceri figli del patriarcato, a porre il tema della cavalleria è davvero spassoso.

Sorge allora spontanea una domanda: a parti invertite, se quello senza sedia fosse stato Michel, staremmo tutti qui a parlare di oltraggio e vergognosa mancanza di rispetto? È un dubbio destinato a rimanere senza soluzione, purtroppo. Anche se noi un’idea ce l’abbiamo.

Ciò di cui non si può dubitare, comunque, è la straordinaria capacità del PD di ignorare i problemi veri a favore di argomenti totalmente insignificanti per la maggioranza del Popolo italiano.

Questa settimana è stata quella della poltrona di Ursula, ma anche della mozione al Senato per conferire la cittadinanza italiana a Patrik Zaki e della solidarietà a Bonaccini per il «grave atto di intimidazione» (cit. Debora Serracchiani) subìto a colpi di pannolini sporchi.

Quella precedente si è discusso – combattuto sanguinosamente – per giorni sulla sostituzione dei presidenti dei gruppi parlamentari – maschi, troppo maschi – con due donne. Ancora prima, il dibattito l’oggetto del dibattito è stato voto ai sedicenni e ius soli. Il tutto condito con quel pizzico di “urgente calendarizzazione del ddl Zan” che si intona bene con ogni emergenza Dem.

Non una parola sulla protesta dei ristoratori a piazza Montecitorio, nessun post sui cittadini ridotti alla fame e sulla esiguità e lentezza degli aiuti che uno Stato normale avrebbe dovuto tempestivamente elargirgli, neppure un tweet sulle vaccinazioni a rilento e sul disastro Astrazeneca.

Questi signori hanno faccende più importanti di cui occuparsi. Le loro menti elitarie sono tutte assorbite dalla elaborazione di iniziative e gesti destinati a rimanere nella storia della Repubblica, come quello di Beatrice Lorenzin (una che di poltrone se ne intende): la sedia vuota al centro dell’emiciclo per esprimere solidarietà ad Ursula.

«Uno schiaffo all’Europa e una prova muscolare. Lo dico chiaramente, appellarsi ai protocolli è come difendere l’albero mentre la foresta brucia» sostiene l’ex Ministro della salute. Esatto. Un po’ come parlare di sedie e ius soli mentre la gente disperata muore di fame.

 

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Sono il cancro dell’Italia e i primi servi del Nuovo Ordine Mondiale. Il loro piano è portare la popolazione italiana a 40 milioni coi morti da vaccino e farla invadere definitivamente con lo “ius soli”.
2000 anni di civiltà e cultura cristiana in mano ai musulmani. Tanto per essere chiari, prima di assumere la carica, Letta è passato a genuflettersi e a prendere ordini dalla sinagoga della sua città. Quando si sveglierà la gente?