La grande festa della “Sciuta” e le rivendicazioni di un comitato

Chi ha avuto l’onore di assistere alla grande festa detta della “Sciuta” del 29 giugno a Palazzolo Acreide, Arcidiocesi di Siracusa, cittadina che “racchiude secoli di storia e di bellezze impareggiabili, legate da un paesaggio storico secolare” sa di essere stato un privilegiato.

La processione del fercolo con la statua e la Reliquia dell’Apostolo Paolo che si snoda dalle ore 13 viene accolta sul sagrato della Basilica di San Paolo dalle “nzaredde” delle lunghe strisce di carta colorata, che sostituiscono i serpenti con grande effetto scenografico.

Ci piace esaltare la nobiltà di intenti e la fierezza dell’appartenenza al Comitato di San Paolo, erede e discendente diretto dell’antica insigne confraternita, “che, nel corso dei secoli, compiendo opere di mutua assistenza, non solo nei confronti dei confrati ma anche delle fasce più deboli della popolazione, ha ricoperto un ruolo essenziale nella vita sociale del paese. La confraternita di San Paolo nell’arco dei secoli, ha promosso il culto per l’Apostolo, ha edificato le diverse chiese dedicate al santo e ha ricostruito, post terremoto del 1693, nelle attuali forme la basilica, oggi universalmente riconosciuta patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Compito istituzionale del comitato è l’organizzazione della festa di San Paolo. Una celebrazione che, per la particolarità dei riti e per la partecipazione corale non solo della comunità di Palazzolo ma dell’intero circondario ibleo, viene annoverata fra le feste religiose più importanti dell’isola. Non a caso oggi, con rinnovata sensibilità, la festa di San Paolo viene considerata patrimonio intangibile dell’umanità. Di essa continuano ad interessarsi ogni anno i più insigni etno-antropologi e le maggiori emittenti televisive non solo italiane, oltre a prestigiose riviste che hanno contribuito a farla conoscere in tutto il mondo. Il comitato, con sacrifici personali dei componenti spesso anche di carattere economico , oltre a tutelare ed a perpetuare la tradizione secolare della festa, negli ultimi anni ha anche promosso degli incontri di indubbio valore culturale ed ecumenico nel segno della predicazione paolina quali: i gemellaggi; nel 1997 con la comunità di rabat (malta) i cui rappresentanti hanno partecipato anche negli anni successivi ai festeggiamenti; Il comitato, inoltre, si fa annualmente carico delle spese dell’assicurazione per la responsabilità civile e gli infortuni della basilica di S. Paolo e della chiesa Madre, sostiene le spese di pubblicità di tutte le altre feste della parrocchia (S. Nicolò, S. Giuseppe, Maria SS. Annunziata, Madonna del Carmelo), nonché le spese di culto e degli ottavari religiosi dei festeggiamenti di gennaio e di giugno. Non è di secondaria importanza il ruolo sociale che il comitato riesce a svolgere all’interno della comunità parrocchiale. Durante l’intero anno, un buon numero di ragazzi sotto la vigilanza di alcuni membri del comitato vengono tenuti impegnati in attività quali ad esempio la lavorazione della carta per l’uscita di San Paolo e quant’altro necessario per la festa. Lo svolgimento di queste attività, è ovvio, non è che il pretesto per stare insieme, per crescere insieme, per assaporare la soddisfazione di collaborare a un progetto collettivo. L’alternativa per questi ragazzi sarebbe l’apatia di ore passate da soli davanti allo schermo di un computer o di un televisore o, cosa ancor peggiore, parcheggiati in una sala giochi. E’ davvero sorprendente invece, in un’epoca individualista quale la nostra, aprire una porta e trovare un unico gruppo formato da bambini, da adolescenti e da giovani e alcune volte anche da adulti impegnati a realizzare un progetto collettivo in cui ognuno nel suo piccolo è protagonista, tale realtà consente di far crescere le nuove generazioni vicino alla chiesa, educati ai valori tradizionali e al riparo delle tante insidie che la società attuale ci tende. Dal giugno del 2003 da questa necessità di aggregazione, purtroppo in locali che non appartengono alla chiesa, è nato su iniziativa di diversi membri del comitato anche il circolo San Paolo, che persegue fini ricreativi e culturali.” (Cfr. Sanpaolopalazzolo.it http://www.sanpaolopalazzolo.it/il-comitato-organizzatore.html)

Quando nella liturgia della solennità dei Santi Pietro e Paolo ascoltiamo la seconda lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo (2 Tm 4,6-8.17.18 ) “combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede” scorre un brivido di commozione.

Così come ci siamo emozionati quando alcuni amici di Palazzolo Acreide ci hanno fatto leggere la lettera che il benemerito Comitato di San Paolo ha diffuso il 27 giugno purtroppo contrassegnato, ad perpetuam rei memoriam, dal terribile coronavirus.

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A Sua Ecc. Rev. ma Mons. Salvatore Pappalardo Arcivescovo Metropolita di Siracusa

Ai Sacerdoti di Palazzolo Acreide

Al Sindaco di Palazzolo Acreide

A tutto il Popolo fedele

Eccellenza Reverendissima. Reverendi Parroci. Signor Sindaco e Popolo fedeli.

Preso atto, tramite manifesto pubblico datato 25 giugno 2020, delle determinazioni dei Parroci di Palazzolo che evidenziano le preoccupazioni relative al rischio ancora alto di contagio per il coronavirus in riferimento anche alle misure precauzionali ancora in atto.

Tenuto conto degli ammonimenti degli organi di polizia che hanno risolutamente diffidato questo Comitato dei festeggiamenti a non effettuare nessuna manifestazione esterna che possa provocare assembramenti,affiancate alle disposizioni del nostri parroci concordate con il Padre Vescovo.

Considerato che l’esposizione dell’immagine di San Paolo sarebbe inevitabilmente come ogni anno, occasione per far convenire all’interno della Basilica e in prossimità della stessa un considerevole numero di fedeli e the sarebbe in ogni caso impossibile, anche nelle forme previste dai parroci, impedire assembramenti e garantire il distanziamento sociale.

Ai fine di garantire il rispetto per uno dei più grandi doni che il Signore ci ha dato, ossia  la vita, come evidenziato nel manifesto dei parroci;

il Comitato, condividendo le preoccupazioni di salvaguardia della salute pubblica, con grande mestizia, ma con senso di responsabilità, è giunto alla determinazione che, perdurando tale situazione di potenziale pericolo di contagio, la veneratissima immagine di San Paolo, per la festa di  quest’ anno non verrà esposta, per evitare il grande concorso di popolo che tale esposizione del Santo immancabilmente provocherebbe.

Ci preme precisare alle Autorità civili e religiose, che il Comitato e formato da persone vicine alla Chiesa, che,in controtendenza rispetto ad una società contemporanea globalizzata, agnostica e profondamente egoista, accantonando i propri interessi personali, per far parte di un gruppo sociale formato da giovani e da padri di famiglia, da studenti e da operai, un gruppo nel quale le generazioni si incontrano, accomunati dalla devozione per San Paolo e dalla vicinanza con la Chiesa, detta quale si sentono di essere parte integrante.

I componenti del Comitato di San Paolo, pur riconoscendo e rispettando le scelte prese per la festa di quest’anno dalle autorità civili e religiose, ritengono in tutta onestà di non meritare il controllo asfissiante che stanno subendo tn questi ultimi giorni da parte dette Forze dell’Ordine {molti concittadini hanno certo notato il presidio di una volante di polizia già nel pomeriggio di oggi, 27 giugno), nonché le diffide, seguite da minacce di deferimento alla Procura della Repubblica, qualora non venisse rispettato il programma imposto dai parroci e dal Vescovo.

Siamo tutte persone oneste e responsabili, che non hanno avuto mai nessun problema con la Giustizia e tali vogliamo restare.

Ma la cosa che ci rattrista di più e la minaccia mossa dal Vescovo, per il tramite dei parroci, di Interdizione (ossia di una punizione che sospende tutte le manifestazioni pubbliche di culto e ritira i sacramenti della Chiesa di una comunità, equivalente collettivo di un atto di scomunica), qualora il Comitato non »uscisse a far rispetta» al popolo il programma imposto dal Clero. Tale minaccia ci rattrista particolarmente perchè, come già detto, ritenevamo di essere tutti parte integrante di una Chiesa, intesa come Comunità, come una Famiglia e non  come luogo di sopraffazione di potere.

Speriamo che i fedeli sappiano comprendere ed accettare questa scelta tristissima, ma inevitabile, certi che la secolare devozione per San Paolo, il Grande Apostolo delle Genti, che fu Evangelizzatore e Martire di Cristo, rafforzi la nostra fede e illumini le menti.

Il Comitato di San Paolo – Palazzolo Acreide, 27 giugno 2020

 

Andrea Carradori

 

 


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