Attenzione: il regime è servito e non solo in Italia!

Di Pietro Licciardi

Ormai non ci sono dubbi, ci stiamo avviando a grandi passi verso un regime totalitario di dimensioni quasi planetarie.

In Italia è il Pd e i suoi accoliti che si sono assunti l’”onere” di concludere la loro lunga marcia iniziata fin dal dopoguerra e Conte, l’affabulatore e vanesio azzeccagarbugli che occupa Palazzo Chigi è il ducetto telecomandato al quale è stato dato l’incarico di fare in Italia ciò che altre sinistre stanno facendo nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti, dove i “democratici” hanno finalmente deposto l’odiato Trump con un colpo di stato orchestrato a suon di brogli elettorali.

Ad accelerare enormemente i tempi il Covid-19, epidemia promossa a pandemia mondiale nonostante il tasso di mortalità, lo 0,07% in Italia, sia ben lontano da quello che ebbe ad esempio la Spagnola.

Un virus, questo, che all’inizio ha mietuto vittime soprattutto a causa delle menzogne e dei depistaggi operati dal regime comunista cinese, il Paese da cui ha avuto origine, ma che in seguito ha visto ridimensionarsi la pericolosità. Sicuramente chi legge avrà ormai notizia di numerosi amici e parenti ammalatisi e che dopo qualche giorno di febbre e dolori sono guariti senza drammatiche conseguenze. Eppure non cessa una sproporzionata campagna terroristica di giornali e televisioni, che sparano cifre senza controllo, facendo di tutta l’erba un fascio mettendo insieme asintomatici, positivi poi felicemente guariti e morti – magari ultranovantenni con patologie o persone con la salute già gravemente compromessa – pur di tirare su il numero dei contagi e tenere alto l’allarme.

Eh si, perché è proprio sulla paura che conta ogni regime per mettere al collo del “popolo sovrano” la corda con la quale impiccarlo.

E’ proprio in seguito al clima di paura che ancora si cerca di coltivare che l’attuale governo Conte non solo resta in carica nonostante la sua manifesta incapacità di far fronte alla situazione e il fatto che esso non rappresenti più la maggioranza degli elettori, ma governa a colpi di reiterati decreti con i quali sono state cancellate alcune delle principali libertà e prerogative costituzionali. Ci hanno impedendo di circolare liberamente, di spostarci da una città all’altra, di manifestare e di radunarci. Ci hanno perfino detto se, come e quando esercitare la liberà di culto, mentre a Natale le famiglie i cui membri abitano in comuni diversi dovranno restare divise.

Se pensate che parlare di regime e di totalitarismo sia esagerato sentiamo cosa dicevano quei papi che nella prima metà del Novecento hanno vissuto la nascita e lo sviluppo del Fascismo, del Nazionalsocialismo, del Comunismo stalinista e maoista.

Pio XI nel 1931 in una lettera al cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster avvertiva che non può attribuirsi allo Stato una totalitarietà oggettiva, «nel senso cioè che la totalità dei cittadini debba far capo allo Stato e da esso (peggio poi nel senso, che da esso solo o principalmente) dipendere per la totalità di quello che è o può divenire necessario per la loro vita anche individuale, domestica, spirituale, soprannaturale. (…) è troppo evidente che una totalitarietà di regime e di Stato che voglia comprendere anche la vita soprannaturale, è una manifesta assurdità nell’ordine delle idee e sarebbe una vera mostruosità quando volesse portarsi nell’ordine pratico».

Pio XII nel 1945 rivolgendosi ai dirigenti dell’Unrra, si poneva la domanda: «Ha l’uomo dei diritti ricevuti da Dio che lo Stato deve difendere e che non può violare? o deve prevalere l’opinione che dà allo Stato un potere illimitato lasciando all’individuo solo i diritti e le prerogative che lo Stato crede bene dargli?». La sua risposta fu che il prevalere dello Stato «conduce inevitabilmente alla dispotica dominazione di uno o di pochi che, senza pietà né coscienza, hanno saputo prendere il potere e chiudere o avvelenare i naturali canali della vita nazionale. Allora la vera libertà è ostacolata e muore».

 

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