Un vescovo (codardo o apostata?) non sanzionerà chi benedirà le unioni gay

IL VESCOVO DI ESSEN, MONS. FRANZ-JOSEF OVERBECK, NON RIPRENDERÀ I SACERDOTI DELLA SUA DIOCESI CHE SI OPPORRANNO AL DIVIETO DI BENEDIRE LE UNIONI OMOSESSUALI. INTANTO IN OLANDA UN TRANS VUOLE DIVENTARE SUORA!

Di Emanuela Maccarrone

Il Vescovo di Essen, Mons. Franz-Josef Overbeck, ha affermato in un’intervista che non riprenderà i sacerdoti della sua diocesi che si opporranno al divieto di benedire le unioni omosessuali.

“Non farò nulla”, ha detto il vescovo della Ruhr. “Non sospenderò né imporrò sanzioni ecclesiastiche a un sacerdote della diocesi che benedirà una relazione omosessuale”.

“In questa materia”, secondo Overbeck, “la chiesa nel mondo si trova in culture molto diverse”.

Il vescovo sembra ignorare che non si tratta di una questione culturale ma essenzialmente dottrinale e che, in una Chiesa Cattolica, una santa e apostolica, non è possibile che ogni vescovo faccia ciò che ritiene opportuno, indipendentemente dai dogmi e dalla morale universale della Chiesa.

L’aperta opposizione di un importante gruppo di vescovi tedeschi – e di organizzazioni e media da loro finanziati – alla conferma da parte del Vaticano, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, che le unioni omosessuali non possono essere benedette nella Chiesa cattolica, continua a causare scandalo, segno del drammatico avanzamento dell’apostasia.

Ci auguriamo che intervenga la Santa Sede e, in particolare, la Congregazione dei Vescovi. Questo per un motivo semplicissimo: o la Congregazione intende far rispettare ciò che insegna la Chiesa (e quindi dovrebbe rimuove o sanziona pubblicamente il vescovo) o la Congregazione è d’accordo col vescovo apostata tedesco. Delle due l’una!

Sempre in Germania, Anselm Bilgri, ex monaco e priore di uno dei monasteri più famosi del paese, ha dichiarato, facendosi beffe della Congregazione per la Dottrina della Fede, che per lui è stato “quasi divertente: io e il mio compagno ci siamo sposati venerdì e poi lunedì è arrivato questo divieto”. Bilgri, infatti, aveva reso pubblica la sua omosessualità lo scorso marzo e aveva “sposato” il suo amico di lunga data il 12 dello stesso mese.

Bilgri ha ricordato di aver lasciato la chiesa cattolica l’anno scorso per unirsi ad una Chiesa pseudo cattolica nata nei Paesi Bassi nel XIX secolo, che permette ai sacerdoti di sposarsi e acconsente alle relazioni omosessuali.

La battaglia contro il Responsum del 15 marzo, dunque, continua. Ma se in Europa la decisione della Santa  Sede ha suscitato il malcontento di sacerdoti e vescovi pro lgbt, la Chiesa cattolica africana, compatta, si è schierata contro le lobby omosessualiste.

Dopo il monito del cardinale Burkinabé Philippe Ouédraogo, un altro prelato ha esortato il proprio Paese a opporsi alle leggi contro i matrimoni omosessuali. Si tratta del vescovo cattolico di Wa (Ghana), monsignor Richard K. Baawobr, che ha sollecitato il Parlamento a emanare leggi contro le richieste di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali nel paese.

Il vescovo Baawobr ha ricordato al Parlamento l’appello della Conferenza episcopale cattolica del Ghana a non cedere ad alcuna pressione esterna per legalizzare le unioni omosessuali nel Paese. “Le usanze ghanesi e la chiesa riconoscono il matrimonio tra un uomo e una donna e non tra un uomo e un uomo o una donna e una donna. Per la chiesa questo è moralmente sbagliato, poiché va contro lo scopo del matrimonio”.

Di tutt’altro genere, è il caso di dire, il problema che si è presentato recentemente in Olanda. Eefje Spreuters ha chiesto di diventare suora ma la sua domanda non è stata accolta da nessun monastero perché Eefje è un trans. “Mi sono sempre sentita una donna e sono stata cresciuta molto religiosamente, soprattutto da mia madre. Ho sempre desiderato entrare in un monastero. Come uomo ho avuto una vita dura, ora voglio la pace”.

Spreuters è nato 46 anni fa e vive apertamente come donna da 15 mesi. Eefje non ha intenzione di arrendersi e ha dichiarato non solo di considerarsi già una suora, infatti si fa chiamare ‘sorella’, ma è deciso/a a incontrare il pontefice e “se necessario, andrò dal Papa in Vaticano. La mia chiamata è più forte che mai”.

L’avvocato Rik Torfs ha detto che se gli uomini che si identificano come donne non possono entrare in un convento è perché la Chiesa conserva “la visione antropologica secondo cui il sesso biologico con cui sei nati è immutabile” sicché “Eefje rimane un uomo e non è il benvenuto in un convento femminile”.

 

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