Il “sinedrio” del Palazzaccio giudicherà il crocifisso

LA CORTE DI CASSAZIONE VIETERÀ L’ESPOSIZIONE DEI CROCIFISSI NEI LUOGHI PUBBLICI?

Di Emanuela Maccarrone

La vicenda è stata sollevata in seguito al comportamento poco corretto di un docente che, durante le ore d’insegnamento, aveva rimosso il Crocifisso contro la volontà della maggioranza degli studenti favorevoli alla sua collocazione nell’aula.

Il preside dell’Istituto scolastico, attenendosi al deliberato dell’assemblea degli studenti, aveva imposto a tutti i docenti l’affissione del crocifisso.

La posizione contraria dell’insegnante, pertanto, si  scontrava anche con la decisione del preside costringendolo a decidere per la sospensione del docente.

Il prossimo 6 luglio la questione sarà decisa dalle Sezioni unite della Cassazione, che saranno chiamate a pronunciarsi per via di un’ordinanza dello scorso 22 luglio della Sezione Lavoro.

È giusto che un simbolo del cristianesimo, parte della cultura nazionale e occidentale, sia ancora oggetto di disputa?

Il papa emerito, Benedetto XVI, in occasione della Solennità dell’assunzione del 15 agosto 2005 espose questa verità: “è importante che Dio sia grande tra di noi, nella vita pubblica e nella vita privata. Nella vita pubblica, è importante che Dio sia presente, ad esempio, mediante la Croce negli edifici pubblici, che Dio sia presente nella nostra vita comune, perché solo se Dio è presente abbiamo un orientamento, una strada comune; altrimenti i contrasti diventano inconciliabili, non essendoci più il riconoscimento della comune dignità”.

A distanza di anni possiamo costatare la veridicità racchiusa nelle parole del papa emerito. L’assenza di Dio nella vita pubblica si manifesta nel caos che regna nelle nostre società, poiché le collettività stanno degenerando nel laicismo e il cristianesimo è sempre meno tollerato, anzi assistiamo sempre più ad un processo di scristianizzazione.

Benedetto XVI ha ben spiegato che gli uomini pensando di poter fare a meno di Dio, contando quindi sulle proprie idee e sulle proprie misere forze, hanno creduto di poter essere liberi.

“Ma dove scompare Dio, l’uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore di Dio sul suo volto. Alla fine risulta solo il prodotto di un’evoluzione cieca e, come tale, può essere usato e abusato.  E’ proprio quanto l’esperienza di questa nostra epoca ha confermato” (Benedetto XVI, 15/08/2005).

Dove c’è il cristianesimo, dove c’è Cristo, regna la giustizia e l’ordine. I fatti presenti, del passato e le tantissime testimonianze di vita di molti Santi e beati lo possono confermare.

Il venerabile Giorgio La Pira fu il protagonista di una politica contro-corrente a favore dei bisognosi. Una politica alternativa, innovativa e funzionante. Quale fu il suo segreto?  La fede cristiana!

“Tutti i problemi che interessano l’uomo, tutti, proprio perché interessano l’uomo, interessano, con un’immediatezza maggiore o minore, il cristianesimo. I problemi dei disoccupati, dei denutriti, dei miseri, dei senza casa, degli oppressi che cercano libertà; tutti questi problemi umani così improrogabili, così vasti, così caratteristici dell’epoca nostra, non sono essi pure problemi di Cristo?” (Giorgio La Pira, Uomo di Dio, Ed. Shalom).

 

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