Capodanno a Milano: l’aggressione sessuale di gruppo sotto la statua della Madonnina

di Simona Trecca

MILANO: FERMATI DUE RAGAZZI DEFINITI DALLA PROCURA “ITALIANI DI SECONDA GENERAZIONE”, CHE STRANAMENTE PERÒ PARLAVANO ARABO… SONO COLPEVOLI DELLE VIOLENZE SESSUALI DI GRUPPO CONTRO DELLE GIOVANI RAGAZZE INDIFESE NELLA NOTTE DI CAPODANNO

31 dicembre. Piazza Duomo. Gruppi di ragazzi che hanno voglia di lasciarsi alle spalle un anno difficile contraddistinto dalle tante restrizioni causa epidemia da Covid-19 si ritrovano con la voglia di divertirsi e brindare all’anno nuovo. Per una decina di loro, tutte ragazze, sarà un Capodanno da incubo che rimarrà indelebile nelle loro vite. Ragazzi stranieri e non, riuniti in “branco” in diversi punti della piazza, hanno aggredito le ragazze, accerchiandole, strattonandole, rapinandole di borsette e cellullari, strappando loro vestiti di dosso, palpeggiandole nelle parti intime, prendendole a morsi e graffi.

Secondo le Indagini della Procura, i ragazzi hanno messo in pratica una tecnica di accerchiamento ben precisa. Individuate le vittime, le hanno avvicinate con una scusa. Dopo si sono aggiunti gli altri che, dando loro la schiena, hanno creato confusione, gridando e nascondendo ciò che stava accadendo all’interno della “muraglia umana”.

«Pensavamo di divertirci e invece a un certo punto siamo state circondate da un gruppo di persone – ha dichiarato una delle vittime interpellata dal quotidiano La Repubblica . Parlavano tutti in arabo e ci spingevano, a un certo punto sono caduta per terra e continuavano a metterci le mani addosso». «Non potevamo scappare – ha proseguito la malcapitata – eravamo bloccate. Piangevamo e urlavamo aiuto ma nessuno ci ha aiutate. Avevamo 30 persone attorno che ci toccavano dappertutto, nessuno parlava italiano e purtroppo nessuno parlava inglese quando siamo riuscite a uscire da lì». «È stato davvero scioccante – ha concluso la ragazza – la mia amica ancora non riesce a dormire».

Un esplosione di testosterone a danno almeno di nove ragazze, in particolar modo di due giovani tedesche una delle quali, denudata, è stata palpeggiata nelle parti intime da un branco di una quarantina di ragazzi fino a subire pesanti violenze sessuali quasi complete, successivamente denunciate una volta rientrate a casa in Germania.

«Abbiamo provato a respingerli, la mia amica li ha colpiti e dato schiaffi ma loro ridevano e hanno continuato a molestarci, avevo 15 mani addosso», ha dichiarato una delle due ragazze tedesche.

Ad oggi sono due i ragazzi fermati, Abdalla B., 21 enne di Torino nato da genitori marocchini e un neo maggiorenne, milanese, di origini egiziane, mentre altri 16 italiani e stranieri risultano indagati. Sono in fase di accertamento le responsabilità del giovane Abdalla, considerato dai residenti del suo quartiere un ragazzo “tranquillo”.

Secondo la Procura, «ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito, inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo».

Il procuratore milanese facente funzione Riccardo Targetti ha dichiarato che entrambi i giovani fermati sono «italiani di seconda generazione»…

Estrapolati dal “branco”, privi della sicurezza dell’anonimato, ovviamente hanno rigettato le accuse. Ma gli indizi a loro carico sono stati considerati gravi con persistente reale pericolo di fuga, grazie anche ad una rete di relazioni pronta a supportarli nel loro intento di lasciare l’Italia.

In entrambi i casi, il fenomeno non è nuovo. Quello definito in arabo Taharrush Jama’i vede ragazze isolate e accerchiate da gruppi stretti, secondo una tecnica esplosa nel 2011 in Egitto e appresa sul web.

Nel 2016 è stata la Germania ad essere sotto attacco. A Colonia sempre nella notte di San Silvestro, 650 donne sono state aggredite sessualmente da uomini per la maggior parte di origine araba; la stessa notte ad Amburgo 400 donne denunciarono violenze sessuali. 2.000 furono gli aggressori, 120 gli indagati per la maggior parte di origine nordafricana. Nel 2017 stessa notte, stessa scena, stesso reato ma in Marktplatz in Austria. Questa volta le denunce furono 18 e videro coinvolte 6 donne italiane tra i 19 e i 25 anni.

C’è da chiedersi quanto questo fenomeno sia da attribuirsi ad una gioventù degenerata in termini di valori morali, ad un fallimento della società da un punto di vista educativo, o quanto invece sia da attribuirsi alla presenza consolidata di una sub cultura maschilista, a questo punto da considerare potenzialmente pericolosa, che non ci appartiene e che considera le donne come oggetti sessuali e di proprietà dell’uomo su cui sfogare i propri istinti.

Qualunque siano le domande che ci poniamo su questa vicenda la risposta è una sola: lo Stato “laico” ha perso. Snaturato nei suoi valori umani, alterato nella sua identità di “Stato di diritto”, svuotato delle sue tradizioni storico-religiose cristiane, ipocritamente aperto a politiche d’immigrazione usate per meri interessi politici, abbandonando i migranti ad uno stato di assistenzialismo che non rende loro dignità né li integra, lo Stato laico ha perso. Sia se si tratta di un fenomeno generazionale, sia se si tratta di un fenomeno di una integrazione non riuscita, ha perso. Perché una parte non indifferente di appartenenti alle nuove generazioni non si interroga più sul senso della vita e non vive più valori assoluti cui fare riferimento. Perché non c’è più limite di coscienza che ci contenga nella nostra eterna superbia di sentirci onnipotenti, illudendoci di essere i padroni del mondo e della vita altrui.

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