L’incredibile smania di conoscere il futuro contro Dio

L’incredibile smania di conoscere il futuro contro Dio

di Andrea Sarra

LE FATUE NOTIZIE E LE CHIMERE DI QUEI MODERNI PIFFERAI CHE INDUCONO A RINCORRERE FALSI DEI

Da circa vent’anni, nel periodo compreso tra la fine di un anno e l’inizio del nuovo, sulle reti televisive si avvicendano personaggi, i cosiddetti “maghi”, che illustrano l’oroscopo elencando gli eventi che, secondo loro, dovrebbero riguardare  le persone che appartengono ad un determinato segno zodiacale.

Tante persone ascoltano queste notizie con una sorta di avidità, come fossero prese da un’incredibile smania di conoscere il futuro. In tal modo, si comportano proprio come fecero gli israeliti nel deserto, quando costruirono un vitello d’oro e lo adorarono. Ed è questo il segno che costoro hanno dimenticato il vero ed unico Dio per inseguire le fatue notizie e le chimere di quei moderni pifferai che inducono a rincorrere falsi dei.

Il desiderio di taluni di conoscere il futuro non deve tuttavia sorprendere perché, da sempre, gli uomini sono stati attratti dalla brama di sapere in anticipo gli eventi: nella Grecia antica, Delfi era stimato il più famoso oracolo; anche i Babilonesi, gli Egizi e i Romani avevano i loro oracoli ed i re erano soliti interpellarli prima di intraprendere una guerra. 

Le persone comuni, invece, chiedevano notizie su qualsiasi fatto potesse riguardare la loro vita: amore, lavoro, salute, figli, ricchezze. 

Anche negli Atti degli apostoli si citano i casi di Simon mago (At 8,9-24), oppure di Elimas (At 13,4-12) e della schiava che procurava molto denaro ai padroni con le sue divinazioni (At 16,16-23).

Ma se fino a 2000 anni fa il ricorso ai “maghi” poteva essere in un certo senso compreso, con la venuta di Cristo e con il suo sacrificio salvifico sulla croce, avrebbe dovuto essere evidente a tutti come la nostra vita non possa essere oggetto di divinazione perché costituisce un grave peccato contro Dio. Invece, ancora oggi ci sono persone di ogni età, ceto sociale e grado d’istruzione, che consultano freneticamente l’oroscopo prima di prendere decisioni o si recano da maghi o cartomanti per i motivi più vari: anni fa, durante un pellegrinaggio mariano, ebbi modo di constatare che una giovane e nota giornalista televisiva di Mediaset, al termine del pellegrinaggio, era impegnata in un angolo della hall dell’albergo a “farsi leggere le carte” da una curiosa cartomante.

Evidentemente il suo cuore era stato ben lontano dal cogliere il messaggio della Parola di Dio, ma aveva preferito dar  fede all’oracola di turno. Persino alcuni manager, per risolvere problemi legati al lavoro e, talora, anche alcuni politici, per conoscere in anticipo il gradimento popolare o l’esito delle scelte che intendono fare, usano consultare maghi e indovini. Si ricorderà, a tal proposito, l’episodio del 3 aprile 1978, quando un noto politico ed altri suoi colleghi universitari parteciparono ad una seduta spiritica: si disse che fu fatta per scherzo ma, in realtà, fu persino riportata negli atti processuali in quanto doveva servire per svelare il luogo di prigionia dell’onorevole Aldo Moro.

C’è poi chi vuole magari conoscere i numeri vincenti dei concorsi a premi, chi cerca di sedurre l’anima gemella con “filtri d’amore” o chi vuole guarire da malattie gravi. Purtroppo, ancor peggio, c’è anche chi si rivolge agli operatori dell’occulto per fare del male ad altre persone, affidandosi a quei riti che gli esorcisti chiamano fatture, legature, malocchi, talismani, amuleti.

Secondo il CODACONS, in Italia, ogni giorno almeno 30.000 persone si rivolgono a maghi, veggenti, astrologi, santoni, cartomanti. Complessivamente, sono almeno 13 milioni gli italiani che credono in tali cose e gli “operatori” dell’occulto sono circa 150.000, per un giro d’affari stimato in 8 miliardi di euro.

A questo punto non sarà superfluo ricordare che, com’è scritto nella Bibbia, ricorrere ai maghi (ai medium) per entrare in contatto con i defunti, oltre ad essere una mera illusione, raffigura un vero peccato di abominio al cospetto di Dio. 

Nell’episodio del mendicante Lazzaro, raccontato nel Vangelo di Luca (16,22-26), si evidenzia l’impossibilità del passaggio delle anime dall’inferno al paradiso e viceversa. Lo stesso brano può essere interpretato anche nel senso dell’impossibilità di contatto tra vivi e defunti.

Anche Dante Alighieri, 800 anni fa circa, nel III canto dell’Inferno scriveva: 

“…E tu che se’ costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti”.

E ancora, si può ricordare che Saul, primo re d’Israele, dopo la morte del profeta Samuele proibì la pratica della consultazione dei defunti. In seguito, poiché il Signore lo aveva abbandonato a causa dei suoi peccati, per paura dei Filistei infranse la sua stessa disposizione consultando – tramite una maga – il defunto profeta Samuele dal quale, però, fu ammonito severamente. 

Nella Bibbia sono narrati molti brani in cui si vieta di far ricorso alla divinazione perché è una pratica davvero deleteria per l’uomo (ed essa potrebbe diventare anche una porta aperta al maligno). 

Se ne elencano alcuni:

Lv 19,26 “Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia”;

Lv 19,31 “Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio”;

Lv 20,6 “Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona e la eliminerò dal suo popolo. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono il Signore, vostro Dio”.

Gesù, prima dell’Ascensione al cielo,  disse ai suoi discepoli che all’uomo non spetta conoscere il futuro: “…Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta,  ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1, 4-8).

Infine, nel Vangelo di Matteo 24, 36 e di Marco 13,32, Gesù ci insegna che il futuro appartiene solo a Dio: “Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre”. 

Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (C.C.C. 2116 e 2117) ammonisce chi si rivolge ai maghi perché viola un comando di Dio. In pratica si diventa come Adamo ed Eva i quali, disobbedendo, vollero assaggiare il frutto dell’albero proibito per divenire come Dio. 

Da tale ribellione scaturì il peccato originale e la perdita dello stato di grazia per l’uomo.

Allora bisogna essere consapevoli che, quando qualcuno – in qualsiasi modo – cerca di scoprire il futuro compiendo azioni o riti che pure paiono innocui, egli sta abbandonando Dio; non obbedisce più alle sue leggi ma sta dando ascolto al demonio il quale, talvolta, può agire servendosi di coloro che si dicono dotati di particolari poteri. Dobbiamo sapere che questo agire non è gradito agli occhi di Dio perché la divinazione non è cosa giusta per l’uomo e, dunque, l’uomo non può ignorare il volere di Dio. Inoltre non esiste possibilità di comunicazione tra vivi e morti.

San Tommaso d’Aquino, che abbiamo festeggiato nei giorni scorsi, diceva che solo Dio ha la conoscenza certa e infallibile del futuro di ognuno di noi e, insieme a Lui, la posseggono anche coloro a cui Egli permette di conoscerlo. 

Ad esempio, sappiamo che alcuni santi, per Sua permissione, hanno visitato l’inferno: i tre pastorelli di Fatima, santa Faustina Kowalska, santa Teresa D’Avila, don Giovanni Bosco di cui oggi celebriamo la memoria.Ma tutto ciò è avvenuto per esclusivo volere di Dio, come un dono a questi santi affinché potessero raccontare quanto hanno visto e la gente potesse credere, convertirsi e salvare l’anima.

Quindi, come si comprende, il nostro nemico è il diavolo e San Pietro ci aveva già avvertito:

Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (1 Pt 5,8).

Vivere nel peccato è la via più facile per divenirne vittima. Oggi, infatti, molte persone non riconoscono più il peccato come tale e anzi, alcuni di quei riti sopra indicati, vengono considerati una moda o addirittura un gioco innocuo. In realtà, come ripetono gli esorcisti, quei gesti che per alcuni di noi possono sembrare solamente giochi per il demonio sono cose molto serie, proprio perché è consapevole che, attraverso quell’inganno, potrà anche strappare un’anima dalla salvezza eterna.

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