È rimasto solo il Papa ad invocare la pace

di Pietro Licciardi

IN UN MONDO SEMPRE PIU’ ATEO E VOTATO ALL’AUTODISTRUZIONE, LA CHIESA CATTOLICA C’È E, NONOSTANTE TUTTO, RESISTE!

Durante la Via Crucis del venerdì santo, trasmessa in mondovisione dal Colosseo, due donne, una russa e una ucraina, hanno portato assieme la Croce. Un gesto fortemente simbolico, in un momento in cui solamente il Papa di Roma, pur ignorato dai potenti della terra, ha il buon senso di invocare la pace chiedendo di por fine ad un conflitto che da un momento all’altro può trasformarsi in una mattanza senza precedenti, dal momento che si stanno scontrando di fatto due potenze nucleari.

Da una parte c’è l’aggressore, la Russia di Putin che pure aveva messo in guardia l’Occidente da non proseguire nella sua politica espansionistica e cercato di far desistere gli ucraini da quella sorta di pulizia etnica in corso da otto anni in Donbass e Luhansk, condotta da formazioni para-naziste ai danni della popolazione russa.

Dall’altra gli Stati Uniti, la Nato e i vassalli europei. I primi ben rappresentati da quel rimbambito di Joe Biden, presidente di paglia dei “democratici” guerrafondai i quali non hanno esitato ogni volta che hanno malauguratamente varcato la soglia della Casa Bianca a portare, con un pretesto o un altro, la guerra in qualche parte del mondo per sostenere le loro ambizioni economiche e di potenza.

Ma i peggiori sono probabilmente l’Europa e l’Italia, i quali non solo stanno facendo da zerbino ai padroni a stelle e strisce ma si sono allegramente accomodati sulla curva sud a tifare Ucraina senza se e senza ma, facendo gran sfoggio di una ributtante ipocrisia, passando in un attimo dalla condizione di pacifisti ideologici a servi del demone di una guerra che si vorrebbe veder divampare in tutta la sua devastante potenza, purché beninteso a combatterla siano i russi e gli ucraini nella illusoria e imbecille speranza di non esserne coinvolti in prima persona e, cosa ancor più ridicola, pretendendo di avere le mani pulite; anzi facendo credere al resto del mondo che noi siamo i “buoni” perché stiamo dalla parte degli aggrediti, anche se prima li abbiamo illusi nelle loro ambizioni per lasciarli col cerino in mano, e poi rimpinzato di armi incoraggiandoli a massacrare e farsi massacrare pur sapendo che non potranno vincere, rendendo sempre più difficile l’inizio di una trattativa di pace.

L’opinione pubblica americana se non altro ha chiaramente fatto intendere agli abusivi occupanti di Capitol Hill di non volerne sapere di una nuova avventura militare. Noi no. Insistiamo con sempre più dure e autolesioniste sanzioni economiche e con veri e propri atti di guerra, a cominciare dall’illegale sequestro di beni appartenenti a cittadini stranieri. Come se non bastasse permettiamo ad autentici idioti di cacciare musicisti colpevoli di essere russi, e di cancellare corsi universitari su Fëdor Dostoevskij, il che tra l’altro la dice lunga sullo stato della nostra “cultura”, inquinata dalla sinistra. E lasciamo addirittura che un imbecille, il quale fino a ieri vendeva bibite allo stadio, offenda pesantemente e pubblicamente il leader di una nazione il cui popolo ha sempre avuto simpatia e amicizia per l’Italia e gli italiani e col quale dovrebbe trattare per cercare di ricomporre una crisi che sta danneggiando molto gravemente la nazione che il suddetto dovrebbe tutelare e rappresentare.

Quanto in basso è caduta la nostra classe politica da quando l’Italia, pur saldamente inserita nella Nato, era capace di intrattenere un dialogo e relazioni diplomatiche con gli arabi e con l’Unione sovietica in piena Guerra fredda!

Adesso a invocare la pace c’è solo il Papa, che però in questo mondo sempre più ateo rischia di contare poco. E negli sguardi di quelle due donne che con la Croce in mano hanno incrociato le loro preoccupazioni di madri e di mogli, abbiamo visto il peso drammatico di una guerra che probabilmente nessuno dei due popoli ha veramente voluto ma che stanno subendo per l’ambizione di politici moralmente corrotti.

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