In Florida un’indagine sulla medicina trans corregge la disinformazione ideologica

di Angelica La Rosa

UN RAPPORTO DELLA FLORIDA AGENCY FOR HEALTH CARE ADMINISTRATION NEGA PROVE SUFFICIENTI A SOSTEGNO DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA, DEI BLOCCANTI DELLA PUBERTÀ E DELLA CHIRURGIA DI RIASSEGNAZIONE DEL SESSO, RILEVANDO ANCHE LA MANCANZA DI STUDI DI FOLLOW-UP E DI CONTROLLO

Secondo una rapporto della Florida Agency for Health Care Administration le prove a sostegno delle procedure mediche trans sono “deboli” o “molto deboli” a seconda dei casi. Ciò significa che il programma di sanità pubblica (Medicaid) della Florida non pagherà più per queste procedure, anche se contrariamente a quanto riportato dai media statunitensi, tale decisione non vieterà o renderà reati questi trattamenti di c.d. “riassegnazione” del sesso.

I contribuenti della Florida non pagheranno più, comunque, per queste pseudo-cure, grazie agli studi condotti in merito dall’endocrinologo pediatra e presidente dell’American College of Pediatricians (ACPeds) Quentin Van Meter.

Il  rapporto del dottor Van Meter è stato particolarmente sorprendente – ha dichiarato la presidente del think thank statunitense Ruth Institute Jennifer Roback Morse -. Dopo aver catalogato i rischi sconosciuti associati allo sviluppo del cervello, alla densità ossea e ad altri fattori, il presidente dell’American College of Pediatricians ha dichiarato ironicamente che è molto difficile immaginare studi clinici, controllati eticamente, che possano chiarire gli effetti del ritardo della pubertà fino all’età del consenso“. Il rapporto del noto endocrinologo pediatra, infatti, che include studi scientifici e testimonianze di esperti medici, non ha rilevato prove sufficienti a sostegno della validità della “terapia ormonale sostitutiva”, dei bloccanti della pubertà e della chirurgia di riassegnazione del sesso, rilevando anche la mancanza di studi di follow-up a lungo termine e di controllo a campione sui giovani sottoposti a questi “trattamenti”.

Lo Stato della Florida si unisce così a Regno Unito, Svezia, Finlandia e Australia nel contestare la necessità e sicurezza per la salute di questi interventi “medici”, frutto di notevole propaganda da parte delle agenzie Lgbt.

Abbiamo sentito numerose storie di giovani sottoposti a questi interventi invasivi senza nessun tentativo precedente di soluzioni alternative e più sicure ai loro problemi. La decisione della Florida potrebbe rivelarsi significativa per future denunce di negligenza contro i medici che consigliano questi trattamenti senza la dovuta cautela“, ha concluso la dottoressa Morse.

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