In Ucraina lo stillicidio prosegue

di Pietro Licciardi

IN PREPARAZIONE UNA AZIONE ANFIBIA CON ‘ATTRAVERSAMENTO DEL DNEPR ALLA QUALE CONTRIBUISCE ANCHE L’ITALIA CON MATERIALE PER IL GENIO PONTIERI

In Ucraina continua la fase preparatoria alla offensiva vera e propria che presumibilmente inizierà ad Agosto, in modo da far coincidere l’inevitabile esaurimento della spinta con l’inizio della stagione delle piogge, che rende quasi impossibili gli spostamenti dei mezzi, togliendo ai russi la possibilità di replicare. Al momento, come apprendiamo dal canale Parabellum dello storico militare Mirko Campochiari, la strategia di Kiev è di attaccare con una brigata alla volta vari punti del fronte in modo da costringere i russi a fare affluire riserve dalle loro basi che sono a circa 80 km dietro la linea del fronte per impedire eventuali penetrazioni esponendole però in tal modo al tiro delle artiglierie. Questo serve a fare subire perdite ai reparti russi e alla loro logistica “ammorbidendone” la resistenza al momento dell’attacco vero e proprio. 

Dopo il ritiro della Wagner di Yevgeny Prigozhin e di altri reparti di élite, come le truppe aviotrasportate della Vozdušno-desantnye vojska, (Vdv), da Bakhmut questa cittadina sembra aver perso interesse come obiettivo per l’attesa offensiva di Kiev in quanto non sarebbe più possibile puntare alla messa fuori gioco delle migliori truppe di Mosca, ma rimane costante la pressione per il tentativo ucraino di occupare stabilmente le piccole alture nei pressi del centro abitato dalle quali tenere sotto il tiro dei mortai la strada attraverso la quale vengono fatti affluire rinforzi e rifornimenti alle truppe russe rimaste a presidiare le rovine.

La distruzione della diga di Kachovka ha invece dato la possibilità a Kiev di mettere in moto un’altra porzione di fronte con l’attraversamento del Dnepr a monte o a valle dello sbarramento approfittando del fatto che il fiume si è ormai notevolmente ridotto di larghezza. E infatti a quanto pare diversi paesi Nato, tra cui l’Italia, hanno inviato ponti ed equipaggiamenti per tre reggimenti di genio pontieri; inoltre sarebbero stati inviati dai marines americani, inglesi e olandesi mezzi anfibi per equipaggiare tre brigate. Nei prossimi giorni quindi potremmo assistere ad un’altra puntata offensiva nei pressi del ponte Antonovsky, a Kerson o del ponte ferroviario di Nova Kakhovka, sempre nel tentativo di provocare un qualche sfondamento o quantomeno di distrarre altre riserve russe allo scopo di indebolire le capacità di difesa e reazione di Mosca.

C‘è da dire che la tattica adottata dagli ucraini non è esente da rischi, poiché se il loro obiettivo è logorare le forze avversarie, soprattutto quelle in riserva, anche l’esercito di Kiev si espone ad un continuo stillicidio di uomini e mezzi, cosa di cui potrebbero approfittare i russi. Al momento sappiamo che l’Ucraina è riuscita a mettere assieme 35 brigate corazzate e meccanizzate di cui una decina le sta utilizzando in questa fase preparatoria, in cui si cerca anche di far cedere in qualche punto i russi, specialmente là dove non vi sono che una o due linee difensive efficienti, come tra Donetsk e Mariupol.

Purtroppo crescono i rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzhia dal momento che se dovesse avere successo l’attraversamento del Dnepr da parte degli ucraini, riuscendo magari a mettere in difficoltà i difensori, i russi potrebbero provocare una uscita di acqua o gas radioattivi dalle vasche di stoccaggio della centrale – meno protette dei reattori veri e propri – per costringere le truppe di Kiev a interrompere le operazioni e ritirarsi.

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