Il diritto (dimenticato dalla combriccola Lgbt) ad avere una mamma e un papà

di Matteo Castagna

ANCHE VERONA HA VISTO SFILARE IL GAY PRIDE, SINDACO “CATTOLICO” IN TESTA

Anche Verona ha visto sfilare il Gay pride, sindaco “cattolico” in testa. Pochi giorni prima, il primo cittadino aveva ricevuto una delegazione di “famiglie arcobaleno” rassicurandole sul fatto che trascriverà all’anagrafe i loro eventuali figli, frutto di maternità surrogata. Le scene che i media ci hanno fatto vedere fanno chiedere a chiunque se personaggi con parrucche, tacchi a spillo e abiti sadomaso possano essere adeguati a crescere dei bambini…

Per capire se sia giusto o meno dare figli a coppie dello stesso sesso, bisognerebbe mettersi dalla prospettiva del bimbo, titolare di diritti che potrà esercitare anni dopo la sua nascita. La letteratura scientifica, la psicologia e l’antropologia, nonché la pedagogia sono concordi nell’affermare che un bambino ha bisogno di crescere con il sostegno di due figure che siano di sesso diverso e che siano specificatamente mamma e papà.

Da quando esiste l’uomo, è sempre stato così. La natura e la biologia sono evidenti nel merito e, certamente, non si può chiedere a un bimbo di far da cavia per esperimenti differenti. La responsabilità di risultati fallimentari sarebbe enorme perché si rischierebbe di rovinare la vita ad una persona. E’ a partire dalla propria origine che si pongono le basi per costruire bene la propria identità e, per conseguenza impostare un progetto che vada in direzione di una meta ben precisa. Se non si trova risposta alla prima domanda esistenziale “Da dove vengo?” non si potrà dare senso pieno alla propria esistenza.

Il problema delle proprie origini colpisce i bambini adottati e, ancor di più i figli in provetta, come possiamo pensare che i figli di “genitori” dello stesso sesso non l’abbiano e addirittura amplificato?

La costruzione dell’identità, lo sviluppo dell’autostima, la formazione di una personalità equilibrata, la capacità di relazionarci con gli altri sono strettamente collegati alla nostra origine, al nostro essere figli di uno e un solo padre e di una e una sola madre. Per questo la famiglia e l’educazione dei figli non possono nascere solo dall’affetto o essere determinate da un contratto o atto amministrativo…

La nostra identità sessuale si sviluppa sempre a partire da una differenza, attraverso un rapporto con le figure genitoriali. La relazione quasi simbiotica del bambino con la madre che l’ha tenuto in grembo e allattato al seno viene interrotta dalla figura del padre che consente, in questo modo, al figlio di poter auto-costruire la propria soggettività, distinta da quella della madre. Mamma e papà sono quindi figure fondamentali e complementari per lo sviluppo armonico del bambino.

Per la tutela dei minori, c’è da augurarsi che l’utero in affitto diventi presto reato internazionale.

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