C’è un’agenda globale satanica in opposizione all’ordine voluto da Dio

di Daniele Trabucco

SAN PIO X CONTRO LA SCIENZA “ANTROPOCENTRICA”

Il grande Papa san Pio X, pontefice della Chiesa universale dal 1903 al 1914, ha vissuto un periodo molto complesso e delicato, per certi versi analogo a quello attuale.

Come ai nostri giorni, anche tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 si registrava molta ignoranza della fede da parte dei cattolici ed una vasta divulgazione di errori dottrinali e morali ispirati da una pervasiva filosofia razionalistica ostile alla fede stessa che ha portato lungo tutto il “secolo breve”, lo ha evidenziato molto bene il prof. Augusto Del Noce (1910~1989), ad un nichilismo post-nietzscheano che è sfociato in quella distruzione/autodistruzione dell’uomo di cui il trasmsumanesimo è oggi il principale criterio interpretativo, in quanto introduce l’inumano nell’umano medesimo.

Papa Sarto, fin dalla sua prima Lettera Enciclica “E supremi apostolatus” del 04 ottobre 1903, in cui viene illustrato con chiarezza il programma del pontificato, è conscio che solo “instaurando tutte le cose in Cristo” è possibile ricristianizzare la società, affermando la regalità sociale del Salvatore, e superare le aggressioni del relativismo liberale che calpestava e calpesta i diritti di Dio in nome di una “scienza antropocentrica”, ossia svincolata da ogni tipo di legame con il Creatore.

Di fronte alle derive di una “verità” sempre più relazionale e storicistica, propria ai nostri giorni di una cattiva interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II (dal 1962 al 1965), san Pio X oppone l’immutabilità della sola Verità che salva (Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza degli uomini di ogni tempo e di ogni epoca), consapevole che questa è l’unica via per opporsi a quel pensiero liberale, massonico e radicale (gender, aborto, eutanasia etc.) che è divenuto una vera e propria “agenda globale” anticristica in antitesi alla fedeltà a Dio e all’ordine da Lui creato.

Non fu un Papa “odiatore” della modernità, ma un autentico Pastore di anime, preoccupato di ordinarla secondo il disegno divino. Scrive nella Enciclica “Acerbo Nimis” del 15 aprile 1905: “Aggiungasi di più che la perversità del costume, ove non sia del tutto estinto il lume della fede, lascia sempre a sperare un ravvedimento; laddove, se alla corruzione del costume si congiunge per effetto dell’ignoranza, la mancanza della fede, il male appena ammette rimedio, ed è aperta la via all’eterna rovina”.

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Cristo via verità vita, tutto il resto è vuoto morale e spirituale