Il caso della comunione sulla lingua negata ad una cresimanda

di Antonella Paniccia

LA COMUNIONE NEGATA E LE NORME DELLA CHIESA…

È accaduto a Belo Horizonte, in Brasile, alla vigilia della domenica della Trasfigurazione. In quel giorno il Vangelo ci narra di Gesù che va sul monte Tabor e porta con sé gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni: lassù essi vedono il suo volto brillare come il sole, la sua gloria così immensa che essi non riuscivano più a guardarlo, e vedono le sue vesti diventare candide, bianche, brillanti. C’era anche Mosè e c’era Elia, il profeta. Gli apostoli, che hanno assistito a quella gloria, restano estasiati e chiedono a Gesù di costruire tre tende. Essi resteranno fuori, non importa se farà freddo o se ci sarà vento perché basterà loro guardare la brillantezza del Suo volto, basterà la serenità di quella visione che era causa di grande felicità.

Proprio il 5 agosto, a Belo Horizonte, i giovani della parrocchia di Santa Maria Stella di Manja hanno ricevuto il sacramento della Cresima. Al momento della Comunione i cresimandi si sono messi in fila per ricevere la Santa Eucarestia. Per ultima si è presentata una ragazza, dignitosamente vestita con un abito bianco, si è inginocchiata ed ha atteso con tanta umiltà di poter ricevere sulla lingua, dalle mani del Vescovo Ausiliare Mons. Joaquim Giovani Mol Guimaraes, la Santa Eucarestia.

Un gesto umilissimo e bellissimo, di adorazione e di lode, un gesto nato dalla consapevolezza di porsi al cospetto di un magnifico, unico Re, dinanzi al quale non ci si può presentare da pari, in piedi, né si può pensare di riceverlo con banale indifferenza sulle mani, come spesso accade. Nel suo cuore la ragazza era già pronta ad accogliere Gesù, nella sua mente e nei suoi occhi forse ella viveva in segreto la bellezza della Trasfigurazione di Gesù: era il giorno importante della sua Cresima, un’esperienza di grazia indimenticabile.

Un Vescovo queste cose dovrebbe saperle. Purtroppo accade l’imprevedibile e, come si vede chiaramente da un video, dopo essersi chinato per parlarle, egli depone con supponenza il calice sull’altare, poi lo prende di nuovo e si allontana. La ragazza resta ferma in ginocchio, il Vescovo torna a parlarle, poi si allontana definitivamente lasciandola ancora in ginocchio e senza Eucarestia.

Una gravissima mancanza, un gesto da cui, forse, dovrebbe conseguire la sospensione del Vescovo che ha commesso un gravissimo delitto. Infatti, il Codice di Diritto Canonico stabilisce riguardo a questo argomento: Can. 843 – §1. I ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli. Can. 912 – Ogni battezzato, il quale non ne abbia la proibizione dal diritto, può e deve essere ammesso alla sacra comunione.

Quanto stabilito dal Diritto viene poi ripreso da alcuni documenti più strettamente liturgici, come ad esempio l’Istruzione “Redemptionis Sacramentum” della “Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti” la quale, evidenziando «alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia», sottolinea anche l’aspetto morale: [90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi», e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme». Dunque, la negazione della Comunione a chi ha il diritto di riceverla, trattandosi di “materia grave”, è già un peccato grave in sé – di omissione – da parte del sacerdote.

Come ricorderà quella ragazza il giorno della sua Cresima? La risposta si potrà leggere solo dall’immagine del suo volto tristissimo, dall’amarezza infinita che ne trapela (basta guardare la foto di copertina).

Come potrà dimenticare che, in un giorno così importante della sua vita, si è vista rifiutare Gesù come se fosse stata rea di chissà quale colpa? La ragazza è riuscita poi ugualmente a fare la Comunione, perché – aiutata da alcuni fedeli – dopo quella negazione del Vescovo è andata dal Parroco concelebrante che gli ha dato la Comunione a parte, sulla lingua e in ginocchio.

Siccome il video ha fatto il giro del Brasile, suscitando la protesta unanime dei brasiliani, il Vescovo ha tentato di giustificarsi, pubblicando un “chiarimento” nel quale sostiene di aver voluto in tal modo tutelare l’incolumità delle altre persone.

Bisognerebbe a questo punto domandargli: “Eccellenza…ma lei crede davvero in ciò che fa? Crede che veramente Gesù è presente in Corpo Sangue Anima e Divinità in quella piccola ostia? E se crede, come ha potuto impedire ad una cristiana autentica di riceverLo con tutto il dovuto rispetto? Ma ha letto il Vangelo? Non ricorda che Gesù guariva i lebbrosi, ridonava la vista ai ciechi, risuscitava i morti? Da chi e da cosa voleva allora difendere gli altri fedeli? Da una piccola ostia consacrata che conteneva già in se stessa il balsamo della Salvezza? Che era essa stessa Vita?”

Purtroppo di questi episodi se ne registrano in continuazione. Anch’io ho sperimentato analoga umiliazione e tristezza quando, con fare brusco ed autoritario, al momento della Comunione, lo scorso anno un vescovo mi ha intimato: “Apra le mani!”. E poiché – dopo avergli ricordato che era permesso – io continuavo a tenerle giunte in attesa di ricevere la comunione sulla lingua, egli – con gesto agitato e imprevedibile – me la fece letteralmente cadere fra le mani. Quanto disprezzo verso Gesù c’era in quel gesto nervoso! C’era solo da piangere! Eppure, egli stesso aveva già diramato una lettera ai sacerdoti nella quale diceva che era possibile tornare a dare la comunione in bocca ai fedeli che la desideravano.

Penso che, nella storia della chiesa, una delle pagine più buie sia stata scritta proprio in questo secolo ventunesimo. Credo pure che, semmai potrà esserci ancora una storia da scrivere in futuro (considerata la situazione bellica in Europa – e nel mondo – che piano piano si va allargando a macchia d’olio, considerata anche la palese apostasia di una moltitudine di cristiani), questo ventennio sarà ricordato per i soprusi commessi nell’era pandemica.

Come si potranno infatti dimenticare le chiese chiuse al culto dei fedeli? Le celebrazioni pasquali vietate? Le irruzioni delle forze dell’ordine durante le celebrazioni? La distribuzione dell’Eucarestia con i guanti di plastica e, talvolta, con le pinze? I posti lasciati rigorosamente vuoti nei banchi dove le distanze venivano stabilite con dischetti o nastrini gialli e tutti, nessuno escluso, si preoccupavano di non farsi invadere il territorio riservato? E i vari “addetti alla sicurezza” che contavano il numero dei fedeli presenti e, non sia mai superassero di una unità quello stabilito, invitavano ad uscire dalla chiesa? Non sapevano che stavano facendo compiere un peccato mortale? Conoscevano almeno il terzo Comandamento?

Sì certo, c’era la pandemia. Una forma strana che si diffondeva solo in chiesa ma non nei supermercati (tranne che al reparto giocattoli per bambini che restava chiuso) e nei negozi di tabacchi. Una forma selettiva di virus che magari, colpiva solamente chi andava a prendere il caffè nel bar e si sedeva, ma se restava in piedi non correva rischi e non li faceva correre agli altri.

Ma ora, grazie a Dio, pare sia passata. E dunque… perché ancora si vuole insistere con limitazioni che appaiono chiaramente offensive per la nostra fede in Dio e per la stessa sensibilità dei fedeli cristiani?

Eppure, sono convinta che c’è ancora speranza… mi piace qui ricordare che, per fortuna, neanche durante la pandemia il Signore ci ha fatto mancare santi sacerdoti: quelli che non hanno chiuso le porte ai fedeli, né hanno negato le confessioni o le comunioni nonostante le pressioni di chi voleva imporre il contrario. Sacerdoti che hanno reso onore a Dio, a Lui solo, ed hanno onorato l’abito che indossavano degnissimamente. Sarà questo, sicuramente, quel piccolo resto d’Israele, quello di cui parla il Vangelo, da cui rinascerà una chiesa purificata e Santa.

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Sono completamente d’accordo con l’articolista. Anche a me è successa la medesima cosa più volte, ma la Fede nella presenza Reale e la Fortezza, che riscontro in qsta splendida ragazza e che proprio Gesù Eucaristia mi ha donato, mi ha fatto resistere. Lode e gloria al nostro DIO EUCARISTICO!

Cara Antonella, forse ti è sfuggito un particolare. Il Vescovo pone il Corpo di Cristo sulle dita dei cresimandi dopo averlo intinto nel Sangue di Cristo. Siccome una nefandezza di questo genere si commenta da sola, vorrei ricordare a certi Vescovi e a certi Sacerdoti un passo del Vangelo che casca a pennello. Mt. 18,1-7

Vescovo, per quanto tempo ancora pensi di sfidare la paziente bontà del Signore? Hai umiliato una stupenda creatura; hai sfidato lo Spirito Santo; hai dissacrato l’amore di Cristo. E tutto questo per obbedire al massone, eretico e apostata usurpatore del trono di Pietro. Ti auguro di cuore che presto la giustizia del Padre scenda a colpiti con la spada di fuoco dell’arcangelo Michele
Per quellinfamia commessa hai dato gloria a Satana che lui ti dia la sua ricompensa.

Attenzione Sandro nel augurare la punizione ai peccatori, perché il metro che noi usiamo con gli altri sarà usato per noi. Preghiamo piuttosto perché si convertano insieme con noi.

Sono daccordissimo con te Sandro. È vero che non dobbiamo giudicare il prossimo ma ci sono realtà, come questa, che scatenano una reazione più incisiva. Ricordiamo che anche Gesù Cristo ha rovesciato i banchi dei mercanti nel Tempio accusandoli di aver trasformato lo stesso in una spelonca di ladri

Sou de Belo Horizonte. Tivemos um padre santo que não fechou as portas de sua igreja na pandemia nem negou confissões e comunhões. Ao final da pandemia, ele, idoso, foi aposentado compulsoriamente. Poderia ter permanecido na sua amada paróquia, mas foi transferido para uma cidadezinha distante pelo bispo sem coração da Teologia da Libertação e muito amigo do protagonista desse artigo. Por caridade, rezem pelo Brasil, que hoje está dominado pelos comunistas.

Bisognerebbe sospendere subito il Vescovo e tutti i Sacerdoti e Prelati (con il Sign.Bergoglio) che si permettono di fare questo, fino al loro sincerissimo pentimento.

Ho pianto leggendo leggendo questo articolo. Anche a me è stata rifiutata l’Eucarestia durante il COVID, sono stata costretta di togliermi dalla fila. Questo con il concordo del parroco.
Poi ho visto che c’era una linea dove il ministro dell’Eucarestia la dava sulla lingua.
Quel giorno ero nera… Il giorno dopo sono andata a confessarmi e mi sono sentita dire che il diavolo aveva tolto la mia pace perché io non avevo accettato di ricevere Gesù nelle mani. Non sono andata più a confessarmi con quel sacerdote.. Capisco benissimo L’animo di questa giovane con il volto angelico.

Anch’io sono d’accordo in tutto quanto e molto chiaramente qui esposto. Grazie per questo articolo prezioso. Che lo Spirito Santo illumini questi sacerdoti.

In mio alunno durante la messa scambiava qualche parola con la sorella e forse qualche gesto d’affetto. Presentatosi al momento di ricevere l’eucarestia il sacerdote gli ha negato la comunione rimproverandolo per aver “amoreggiato” con la sua ragazza. Umiliato davanti ad una comunità per aver vissuto un momento di spiritualità affettuosamente accanto alla sorella e ai genitori, oltretutto. Cosa potrà ridare fiducia ai laici se un prete pensa d’avere il potere di Dio?

E ora che i sacerdoti ricominciano a dare il corpo di Cristo come si deve, iomi rifiuto di prenderla in mano e nessuno dovrebbe farlo ,e un grandissimo sacrilegio che Dio Padre castigherà chi lo farà