Si dice di non fare proseliti. Ma dov’è Gesù?

di Padre Giuseppe Tagliareni

IL PRIMO COMPITO DELLA CHIESA È ANNUNZIARE IL VANGELO

Il primo compito della Chiesa è annunziare il Vangelo. Lo Spirito poi, suscita la fede. “Chi non crederà sarà condannato”, è detto da Gesù, perché resiste alla verità, confermata dai tanti miracoli che sempre accompagnano la predicazione. Una comunità dove non ci sono conversioni né miracoli ha perso il suo slancio apostolico ed è prossima a morire. Oggi, si dice di non fare proseliti; ad ognuno la sua religione. Ma dov’è Gesù?

Subscribe
Notificami
2 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments

Non è vero che si dice di non fare proseliti (nel senso di non evangelizzare), si dice di non fare proselitismo perché questo termine oggi ha una accezione di reclutamento forzato, molto diversa da quella che intendeva Escrivá. Tanto è vero, che proprio il punto di Cammino riportato in figura, sul sito https://it.escrivaworks.org/book/cammino-punto-793.htm puntualizza il senso del termine

* Il termine “proselitismo” deriva da “proselito”, che designa nella Bibbia una persona proveniente da un altro popolo che si preparava ad accogliere la fede giudaica. La Chiesa accolse per analogia questa parola: ad esempio, san Giustino scriveva di “fare proseliti” per riferirsi alla missione apostolica dei cristiani, diretta a tutti (cfr. Mc 16, 15). Molti autori spirituali, tra i quali anche san Josemaría, hanno impiegato la parola “proselitismo” in questo senso, come sinonimo di apostolato o di evangelizzazione: un agire, caratterizzato tra l’altro da un rispetto assoluto per la libertà, che non ha nulla a che vedere con l’accezione negativa assunta da tale vocabolo negli ultimi anni del XX secolo. Nel solco di questa tradizione, san Josemaría usa qui la parola “proselitismo” con il significato di proposta, invito, rivolto a colleghi e amici a condividere la chiamata di Cristo, mostrando loro l’orizzonte del suo Amore (cfr. Cammino, n. 790 e 796) (Ndt).