I “diritti dell’uomo” sono diventati una sorta di religione laica

di Daniele Trabucco

CONTRO IL TRAFFICO DEI DIRITTI…

Il 1789, anno dello scoppio della Rivoluzione francese, costituisce uno spartiacque importante della storia. Esso, infatti, segna il trionfo della irreligiosità del pensiero illuminista e l’inizio di quella “sacralizzazione laica” propria dell’ordine politico/giuridico costruttivista.

Il rifiuto dell’essere ha avuto, quale conseguenza che giunge anche ai nostri giorni in tutta la sua tragicità e drammaticità, la trasformazione dei “diritti dell’uomo” in una vera e propria religione laica, in un dogma insindacabile.

Negando la ricerca della Verità, il pensiero prima moderno e poi contemporaneo (oggi antimetafisico ed antirealistico) ha “inoculato” la dimensione della temporaneità nel concetto stesso di Verità (trasformandola, quindi, in una non/Verità) che viene ad essere determinata o dalla maggioranza di un certo momento storico o dalle aggregazioni delle ideologie dominanti.

Ció, allora, che è fondamentale in un’epoca, puó non esserlo più in un’altra (Bobbio): è il contrattualismo che, servendosi della procedura democratica, fa del traffico insaziabile dei diritti lo strumento per conseguire i propri fini. Pensiamo al c.d. femminismo: attraverso la legge ordinaria dello Stato n. 194/1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza, sia pure alle condizioni stabilite dall’ordinamento giuridico, si è arrivati a negare l’essere del concepito (che persona non è ancora secondo la sentenza n. 27/1975 Corte cost.) per assegnare alla donna il monopolio della salute e dei “diritti riproduttivi” in nome di quella autodeterminazione del soggetto corollario del personalismo contemporaneo.

Sfruttando la leva della tolleranza, dell’eguaglianza livellatrice e della non/discriminazione, di fronte alla quale il c.d. centro/destra ha dimostrato e dimostra di non avere alcun pensiero filosofico per opporvisi (il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, ha dichiarato che la legge sulle unioni civili non si tocca e neppure quella sull’aborto), la sinistra (non solo quella italiana) ha proceduto a ghetizzare chi dissente, a bollare come “fascista” chi non si adegua al pensiero unico dominante (che poi è di una minoranza), dimostrando il proprio disprezzo verso quel pluralismo democratico di cui si riempie la bocca.

Se, da un lato, i diritti civili/umani devono alla democrazia “recitata” la loro sacralizzazione, dall’altro questi contribuiscono ad eroderla dall’interno grazie agli spazi aperti dalla globalizzazione.

Forse, non ha poi torto il pensatore tedesco Hans Hermann Hope, un vero e proprio anarcocapitalista (secondo lui il sistema democratico evolve, per ragioni strutturali, prima nella socialdemocrazia e poi nel socialismo), che intitola una sua opera pubblicata nel 2001: “Democrazia: il dio che ha fallito”.

 

Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

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