Il vescovo Mansi: “occorre rievangelizzare una società scristianizzata”

di Bruno Volpe

IL PRETE ORTODOSSO MICHELE DRIGA: “L’ICONA PER IL FEDELE ORTODOSSO È LA BIBBIA IN IMMAGINI”

“Bisogna tornare ad evangelizzare una società scristianizzata”. Lo dice il vescovo di Andria, Monsignor Luigi Mansi, che parla del mese del Santo Rosario, ottobre.

Eccellenza Mansi, partiamo dal mese di ottobre, perchè è dedicato al rosario?

“Il principale motivo è che ad ottobre celebriamo la Madonna del Rosario. Inoltre, se ci fate caso, in tutte le apparizioni mariane, almeno quelle europee, Maria è presente col rosario tra le mani”.

Che cosa è il Santo Rosario?

“Una bellissima preghiera, cristologica, non devozionale che ci fa percorrere con Maria i misteri della vita di Cristo. Un piccolo Vangelo per i semplici. Grazie al rosario ripercorriamo gli aspetti fondamentali della vita del Signore. Lo facciamo grazie appunto a Maria che è la prima evangelizzatrice”.

Ottobre è mese missionario…

“Una spiegazione è quella che il primo del mese abbiamo ricordato santa Teresina, patrona delle missioni. Lei, monaca di clausura, è diventata patrona delle missioni, mi pare splendido. Dimostra una cosa”.

Quale?

“Per essere missionari non è essenziale percorrere tanti chilometri. Naturalmente è bello recarsi in terre disagiate e dobbiamo apprezzare chi lo fa. Ma possiamo benissimo essere missionari sul lavoro, in casa, in famiglia. Quallo che conta è la vocazione ad evangelizzare e qui non conta la distanza. Io direi a rievangelizzare, perchè oggi l’Occidente è in gran parte scristianizzato, va rievangelizzato con Maria. Siamo pieni di chiese, ma tante gente vive come se Dio non esistesse, non mette in atto il Vangelo, non vive secondo il Vangelo. Nelle ricorrenze e nelle feste vedo le chiese affollate, però mi domando: lo fanno per devozione o per reale convinzione?”.

Da questo punto di vista gli orientali e pensiamo agli ortodossi hanno una fede più robusta..

“Certamente sì. Essi sono maggiormente spirituali e meno razionalisti di noi. Lo vediamo nella stessa arte”.

In che senso?

“Gli ortodossi hanno le icone e non le statue . L’ icona, lo dice la derivazione greca che vuole dire immagine, è essa stessa un mistero, davanti alla icona si prega,iè preghiera dettata dallo Spirito. La stessa preparazione della icona è una liturgia, esiste un bellissimo rituale, si contano le stelline da mettere, le lettere, il volto dei santi o di Maria. Noi occidentali non abbiamo questa sensibilità”.

A proposito del mondo cristiano ortodosso, il prossimo 7 ottobre, a Bari, dopo 110 anni, in Piazza Garibaldi 60 sarà consacrata una Chiesa di rito ortodosso. La cerimonia sarà presieduta dal vescovo ortodosso della diocesi di Italia, padre Siluan.

Dicevamo che sono passati la 110 anni da quando venne consacrata la Chiesa Russa di via Benedetto Croce.

L’attuale parroco ortodosso di lingua rumena che celebra sempre in Piazza Garibaldi 60 le liturgie, padre Michele Driga, è un rumeno che vive in Italia da 41 anni.

Padre Driga, che cosa succederà il 7 Ottobre?

“Bari avrà la sua seconda chiesa di rito ortodosso dopo la Chiesa russa. E’ un evento che accade dopo 110 anni, quando appunto venne consacrata al culto quella chiesa”.

Come si svolgerà la cerimonia?

“Terremo un rituale di rito bizantino di circa due ore. A Bari esiste un’altro luogo dove si celebra la liturgia ortodossa ed è la cappellina sotto la Basilica di San Nicola, ma quella è una cappella non ha la dignità di Chiesa”.

In Piazza Garibaldi 60 tuttavia già da tempo celebrate la liturgia alla domenica e nelle feste comandate..

“Vero, però attualmente quello spazio di culto non ha la dignità di Chiesa cosa che avverrà il 7 ottobre. Il luogo venne solo benedetto nel 2015 e percisamente solo l’altare. Adesso ci sarà la consacrazione totale con una speciale liturgia nella quale, per la prima ed unica volta, le donne potranno passare dal presbiterio dietro l’iconostasi che poi sarà definitivamente chiusa. In questa circostanza sarà possibile lasciare i bigliettini con gli ex voto e le intenzioni, che poi saranno sigillati con la cera”.

Nell’attuale cappella e dal 7 Chiesa sono presenti molte icone di santi. Che cosa rappresentano le icone per voi orientali ed ortodossi?

“L’icona per il fedele ortodosso è la Bibbia in immagini ed in ogni chiesa ortodossa ci sono dei quadratini che rappresentano in icona, cosa che vuol dire immagine, il calendario dei santi. L’ icona si differenzia dalle immagini degli occidentali in quanto sono preghiere che nella loro pittura esigono un rituale vero e proprio. L’iconografo recita una preghiera e l’icona viene messa, unta con l’olio sacro, per 40 giorni sull’ altare. Se non si segue questo rito è immagine, ma non propriamente icona religiosa”

Voi celebrate in lingua rumena…

“Siamo di rito ortodosso come tutti gli ortodossi e il rito è unico, ma qui celebriamo in lingua rumena”.

In quanto alle icone che affrescano l’attuale cappella sono davvero di pregio. L’icona è un genere sacro molto bello e tendente al senso del sacro. In Italia esitono bravi iconografi. A Bari abbiamo il professor Antonio Calisi e a Roma la russo siberiana Elena Chugunova, una della maggiormente quotate che di recente ha esposto in Sicilia in una importante mostra.

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Ma va’….sul serio ?
Allora comincia il ” duc in altum”
(ora prendiamo il largo, in mare)
Qualche Santo Protettore dei Naviganti, è pronto ?