Tra veti incrociati e velate minacce l’UE favorisce gli speculatori internazionali

di Matteo Castagna

IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE RESTA PRIMARIO

Il tema dell’immigrazione resta primario nell’agenda dei 27 Paesi UE, che hanno elaborato un nuovo patto. Hanno votato contro, solo Ungheria e Polonia.

La reazione del vice ministro degli Interni magiaro è durissima, come del resto, quella del premier Viktor Orban, che non vuole accettare la proposta europea di accogliere nuovi immigrati ed il sostegno alla guerra in Ucraina, in cambio dello sblocco a favore dell’Ungheria di 12,9 milioni di euro. E’ una sorta di ricatto: “vuoi i finanziamenti? Adeguati anche tu alla società wok, altrimenti non te li diamo”.

Tra veti incrociati e velate minacce, Orban accusa apertamente la UE di favorire lo speculatore internazionale George Soros per aiuti economici all’opposizione di sinistra. La posizione di Ungheria e Polonia è chiara: la maggioranza dei Paesi UE continua, di fatto, a produrre regolamenti che, oltre ad essere irrealizzabili (nessuno vuole ancora ulteriori clandestini, questo), e quindi non risolvono ma rischiano di aggravare il fenomeno, soprattutto in Italia, che è diventata il campo “profughi” d’Europa.

In ogni caso, non sembra ci sia alcuna volontà di uscirne davvero, se non con singoli e sporadici interventi quando la gente dimostra che non ne può più delle gravi problematiche sociali conseguenti (ad esempio, sono emblematici i recenti blocchi alle frontiere di Francia e Germania).

Perciò la UE è altrettanto chiara: o i 27 Paesi membri si ridistribuiscono i clandestini o si fanno milioni di sanatorie delle posizioni di lavoratori e non di origine extracomunitaria.

Nessuno, da anni, salvo rare eccezioni, ha avviato un processo di rifiuto, senza eccezioni, sia degli arrivi che, soprattutto delle partenze, proponendo, magari un “Piano Mattei” per accordi con gli Stati di provenienza.

Anche in ambienti cattolici progressisti pare che l’indiscriminata accoglienza sia divenuta un nuovo dogma, sebbene numerose inchieste abbiano dimostrato quanto sia economicamente interessata certa “carità”, che invece, è sfruttamento e tratta di esseri umani, che riempie le tasche della malavita organizzata, dei taxi del Mediterraneo e dei “buoni” da salotto televisivo o da canonica.

Pio XII nell’Enciclica Exsul Familia del 1954 scrive: “non solo l’interesse dell’immigrato, ma anche il benessere della nazione” devono essere garantiti dagli Stati, per un approccio corretto alla questione.

Probabilmente nell’ Eurozona, qualcuno confonde il benessere della nazione con l’interesse delle lobby e di certe Ong. Altri scambiano la “carità” per affari illeciti ammantati di ipocrita bontà. Comunque, al Sinodo ci sarà una garanzia di generosità ed eroiche imprese marine, dopo quelle terrestri del G8 a Genova, l’ex leader no global Luca Casarini, che sarà certamente in grado di offrire la sua qualificata esperienza, per una pastorale di nuova e disinteressata evangelizzazione.

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