Il brutale attacco terroristico sferrato da Hamas fa temere per il futuro in Medio Oriente

di Don Karam Shamasha*

IL MEDIO ORIENTE È GIÀ SEGNATO DA UN EQUILIBRIO MOLTO PRECARIO, ANCHE PER LA DIFFICILE CONVIVENZA INTERRELIGIOSA

In questi giorni il brutale attacco terroristico sferrato da Hamas a Israele sta facendo crescere a dismisura le preoccupazioni per il futuro in Medio Oriente, già segnato da un equilibrio molto precario, anche per la difficile convivenza interreligiosa.

Oggi anche il futuro di Nazioni come Iraq, Libano e Siria si preannuncia ancora più buio di quanto il più pessimista di noi potesse immaginare.

Nella mia patria, l’Iraq, nel 2014, con una violenza feroce pari a quella manifestatasi nei giorni scorsi nei territori israeliani, l’Isis tentò di cancellare ogni traccia di presenza cristiana, sterminando interi nuclei familiari oppure costringendoli alla conversione forzata all’islam. Chi subì quell’orrore raccontò che i miliziani dell’Isis andavano a cercare i cristiani casa per casa, segnandone le porte con la lettera araba “nun”, riferita a Gesù il Nazareno.

Nonostante la ricostruzione di case, scuole, chiese e altre strutture pubbliche, noi Cristiani continuiamo a percepire il pericolo rappresentato dai gruppi jihadisti. La nostra fiducia in Dio, tuttavia, ci protegge dalla disperazione e ci spinge a moltiplicare le preghiere, in particolare quelle elevate nel santo Sacrificio dell’altare.

Per questo invito ciascuno di Voi a richiedere la celebrazione di una o più Messe per ricordare i Vostri cari defunti, in vista della commemorazione del 2 novembre, e per la pacificazione della nostra amata Terra Santa. Potrete farlo attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre che invierà le Vostre offerte in tutto il mondo ai miei confratelli perseguitati o bisognosi, a nome dei quali Vi ringrazio di cuore in anticipo. Invoco su ognuno di Voi la benedizione del Signore misericordioso e Vi saluto con gratitudine.

Sacerdote della diocesi di Alqoush (Iraq)

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