Toti, incurante di ambiente, salute ed economia, vuole il “mostro del gas”

di Flavia Corso

TOTI VUOLE DISTRUGGERE IL SAVONESE: IL PROGETTO DEL RIGASSIFICATORE

Una nave rigassificatrice (la “Golar Tundra”) a soli 2,9 km dalla costa di Savona e a 4 km da quello di Vado Ligure (SV). È questo il progetto di Toti per lo sviluppo del ponente ligure. Si tratta di un impianto per la rigassificazione del gas liquefatto (GNL) lunga 293 metri e larga 47 che verrà collocata nelle immediate vicinanze di aree marine protette, come Bergeggi e il santuario dei cetacei, nella seconda metà del 2026.

Una minaccia, insomma, per la tutela del territorio e della sua fauna, vero fiore all’occhiello del turismo savonese. Nonostante il “NO” dei savonesi in merito a questo folle progetto, Toti porta avanti il suo piano per il “mostro del gas” (così chiamato dai cittadini), incurante delle ripercussioni drammatiche su ambiente, salute ed economia.

Si parla di sostanze altamente inquinanti – ossidi di azoto (Nox) e ossidi di zolfo (SOx) – che verrebbero rilasciate quotidianamente in concentrazioni tutt’altro che irrilevanti. In mare verrebbero riversati 86 kg di candeggina al giorno, eliminando ogni forma di vita marina nelle aree circostanti. Un danno ambientale di dimensioni enormi.

Ma c’è di più: lo scenario più tragico riguarderebbe un evento catastrofico a seguito di un’eventuale esplosione. Già 15 anni fa, Piero Angela aveva messo in guardia l’opinione pubblica circa i rischi connessi al rigassificatore di Ravenna: “un incidente causerebbe una catastrofe con migliaia di vittime”, aggiungendo che sebbene il rischio sia remoto, tale scenario non risulterebbe impossibile.

Qualora il gas fuoriuscisse ed entrasse a contatto con l’acqua, si scatenerebbe una catena di eventi esplosivi inarrestabile. È stato stimato che la quantità di energia rilasciata dall’esplosione di una nave rigassificatrice sarebbe pari, se non addirittura superiore, a quella di una bomba atomica.

“La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in ‘piccole dosi’, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni”, aveva avvertito Angela.

Nonostante le rassicurazioni di Toti in materia di sicurezza dell’impianto, i savonesi, cui di fatto spetterebbe l’ultima parola, si oppongono con forza a tale scempio. Resta da vedere se la politica deciderà di ignorare ancora una volta le voci di coloro che pagherebbero le dirette conseguenze di decisioni sconsiderate prese da terze parti.

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Poteste per piacere dare i riferimenti da cui prendete queste notizie a proposito della pericolosità del rigasificatore ? NOx e SOx “in quantità ttuttaltro che irrilevanti” dice tutto e dice niente. “Se il gas (CH4 allo stato liquido) entrasse in contatto con l’acqua si scatenerebbe una catena di effetti esplosivi”.Sono uso a leggere in questo blog notizie più circostanziate e ragionate di questa specie di “spaventapasseri”