Quando l’uomo governava la natura senza isteria e veti ideologici

di Attilio Negrini

L’ETICA EVANGELICA E IL CREATO

In un testo di Gabriele Rosa, datato 1881, dal titolo “Valcamonica e lago d’Iseo nella storia”, si legge che “sino dal principio di questo secolo vi scomparvero cervi, cignali, marmotte, caprioli, stambecchi, ma vi rimangono ancora camozzi, urogalli, tetrao e dal 1869 al 1872 vi si uccisero ancora tre orsi e sette orse”.

I camozzi erano i camosci, i cignali i cinghiali, gli urogalli i galli cedroni, il tetrao un uccello appartenente alla famiglia dei fasianidi, cioè i fagiani e altre specie simili, e si chiamano così a causa dei quattro artigli di cui sono dotate le zampe. Cosa c’è di interessante in queste righe?

1) Molte di queste specie ci sono ancora, eppure si dice che erano scomparse, quindi significa che tutto ciò non è in correlazione con l’attività umana e l’inquinamento. 150 anni fa non credo che in Val Camonica si respirasse aria malsana.

2) Se all’inizio del 19⁰ secolo ci furono questi fenomeni significa che è inutile e pretestuosa la battaglia animalista contro la caccia e per il ripopolamento di alcune specie che quasi sempre rischia di alterare gli equilibri naturali.

3) Se dal 1869 al 1872 furono abbattuti gli orsi, probabilmente ciò avvenne perché l’essere umano conosceva l’ambiente, i benefici e le insidie, e cercava di limitare i pericoli, sapendo che la natura è stata creata in funzione dell’uomo, non viceversa, e non c’erano tribunali popolati da magistrati ambientalisti che potessero mettere il bastone tra le ruote a chi si occupava della caccia alla fauna delle nostre montagne, antica tradizione testimoniata peraltro dalle incisioni rupestri presenti in valle e risalenti al Paleolitico.

Insomma, nel 1881 l’uomo governava la natura secondo l’etica evangelica, senza isteria e veti ideologici e probabilmente a nessuno passava per la testa di manifestare in favore del capriolo.

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