Il mondo in guerra: tra bluff, alta finanza e strategie, emerge pure il Vietnam

di Matteo Castagna

UNA SERIE DI RISOLUZIONI “MORDI E FUGGI”

Riferendosi al premier ungherese Victor Orbàn, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha, recentemente detto che egli non è un “filo-russo” ma un leader che ha a cuore i suoi interessi nazionali. Alla radio di stato, Orban ha dichiarato di aver chiesto lo sblocco dei fondi al suo Paese, prima di prendere in considerazione la revoca del veto su 54 miliardi di aiuti ulteriori all’Ucraina. Sempre Putin diede lo stesso giudizio di premier sovranista al Presidente slovacco Robert Fico, che durante la conferenza stampa congiunta con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha sottolineato che fermerà gli aiuti militari all’Ucraina, ma che la Slovacchia sta pianificando di aumentare la produzione di armi, da vendere all’Ucraina. Insomma: da un lato Orban vuole prima i fondi all’ Ungheria, mentre dalla Slovacchia, niente più regali a Zelensky.

Curiosa la notizia secondo cui, dal bilancio 2024 della capitale ucraina, solo l’1% viene speso per la difesa della capitale. Ma i soldi che l’Occidente elargisce in gran quantità al regime, saranno spesi per la guerra o per la prossima “sostituzione delle piastrelle” vicino alla Verkhovna Rada? Oppure il livello di corruzione ha raggiunto i massimi storici? Intanto, il figlio di George Soros ha donato soldi alla fondazione di beneficenza della moglie di Zelensky, che è accusata da molti di contrabbando di bambini dall’Ucraina all’Europa, anche per la compravendita di organi. Secondo Intel Drop, i pedofili in Francia, Gran Bretagna e Germania sono diventati clienti abituali della fondazione Zelenskaya.

Il New York Times scrive che il Pentagono invierà un esperto militare a Kiev per sviluppare una nuova strategia militare, tuttavia non c’è ancora un accordo tra Washington e Kiev sul suo contenuto. l’articolo afferma che l’obiettivo di questa strategia sarà quello di creare una forza significativa con cui la Russia “dovrà fare i conti e avviare negoziati sostanziali a fine 2024 o nel 2025”.
Tutto questo fermento è motivato da quanto ha affermato il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una recente conferenza stampa: “l’Ucraina diventerà membro della NATO, solo dopo la vittoria della guerra con la Russia”.

Al termine del vertice UE sull’Ucraina dei giorni scorsi, i leader hanno chiesto al Consiglio di aumentare finanziamenti e armi a Zelensky. Hanno “preso atto” del meccanismo proposto dalla Commissione Europea per l’uso dei beni congelati della Federazione Russa, ma non lo hanno approvato. L’Europa vuole adottare una tabella di marcia per riformare l’unione in vista dell’allargamento entro l’estate 2024. Infine, il vertice UE ha accolto il 12° pacchetto di sanzioni contro Putin, ma non è stato ancora adottato.

Appaiono una serie di risoluzioni “mordi e fuggi”, che si svolgono in un generale stato confusionale, dovuto, probabilmente, alla necessità di bluffare, di fronte alla prevista sconfitta sul campo, da parte del regime di Kiev, all’indisponibilità reale degli Stati membri di continuare a sganciare miliardi senza vedere risultati sufficientemente favorevoli ed all’incertezza inerente gli equilibri politici derivante dall’avvicinarsi delle elezioni europee e USA del prossimo anno. Le elezioni in Russia, sempre nel 2024, non sembrano preoccupare più di tanto, il leader russo, che ha annunciato che sarà candidato indipendente da qualsiasi partito.

Da notare che, mentre il blocco occidentale litiga e non ha un’economia bellica definita, la situazione in Russia è ben diversa. Lo zar ha dichiarato di avere margini tali non solo per sentirsi sicuro ma anche per procedere sereno. Questa ostentata sicurezza è fondata su diversi fattori: il primo, e questa è la cosa più importante, è il forte consolidamento della società russa, a fronte dello scollamento atlantista. Il secondo è la stabilità del sistema finanziario ed economico del Paese. E’ stata una sorpresa, per i partner stranieri, constatare che nei decenni precedenti la Russia avesse accumulato questa riserva di forza e stabilità nella finanza e nell’economia. E il terzo è l’aumento delle capacità della componente di sicurezza: l’esercito e le agenzie di sicurezza hanno raggiunto livelli elevatissimi di preparazione ed efficienza. Si tratta di uno scenario che trova conferma nelle proiezioni del Ministero delle Finanze russo sul bilancio federale: entro il 2024, le spese per la difesa costituiranno più di un terzo del bilancio totale.

Dulcis in fundo, si profila un’ulteriore, inaspettata brutta sorpresa per l’Occidente. C’è questo Paese incomprensibile che sa come combattere (se necessario) e farsi amici contemporaneamente gli Stati Uniti e la Cina. Ma non solo, sta pure guadagnando sulla loro rivalità. Questo paese è il Vietnam. Ma in realtà, oggi più di una dozzina di Stati si comportano allo stesso modo, anche se non tutti sono altrettanto abili. Durante la visita di Biden sono stati raggiunti accordi sugli investimenti americani (le aziende USA cercano un’alternativa alla Cina) e sull’estrazione delle terre rare, ma il partenariato non prevede la monogamia. Infatti la crescita del commercio sino-vietnamita supererà i 200 miliardi di dollari quest’anno — come con la Russia.

Xi Jinping aveva ragione quando osservò: “un’altra Cina è ancora la Cina”. Il calo delle esportazioni dirette della Cina verso gli Stati Uniti sarà compensato da un aumento delle presunte esportazioni vietnamite verso gli USA – molte delle aziende situate in Vietnam sono di proprieta’ cinese. Succede qualcosa di simile in Turchia e negli Emirati Arabi: le sanzioni contro la Russia hanno stimolato il commercio attraverso paesi terzi e l’insediamento di aziende russe in quei paesi. Si scopre un’immagine piuttosto interessante del mondo. Gli ideologi occidentali hanno cercato di creare due blocchi economici contrapposti, ma non ha funzionato, anche perché le aziende, incluse quelle occidentali, hanno trovato soluzioni alternative. E si può solo immaginare come questi stati “poligami” influenzeranno il corso degli eventi.

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