Tutti furono presi da timore

di Giuliva Di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO A CURA DI UNA TEOLOGA LITURGISTA

Mc 1,21b-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Oggi il vangelo ci presenta una giornata-tipo vissuta da Gesù e dai suoi discepoli: la “giornata di Cafarnao” (cf. Mc 1,21-34), una città situata a nord del mare di Galilea, città in cui Gesù si stabilizza per svolgere il suo ministero di predicazione in Galilea, lungo il lago.

La giornata-tipo che viene presa in considerazione è un sabato, lo Shabbat, il giorno del Signore, in cui l’ebreo vive il comandamento di santificare il settimo giorno (cf. Es 20,8-11; Dt 5,12-15) e va alla sinagoga per il culto. Anche Gesù e i suoi discepoli si recano alla sinagoga di Cafarnao. Il culto sinagogale ebraico si compone di due parti: la lettura di un brano della Torà di Mosè, che in ebraico si chiama parashà, e la lettura della pericope dei Profeti  detta haftarà. In seguito alle letture, il rabbino prende la parola e commentare quanto era stato proclamato, ma in alcuni casi può essere anche un uomo adulto che abbia studiato la Torah e  in alcuni casi si può perfino aprire un dibattito tra maestri. Gesù prende la parola e il testo ci informa che, nel suo modo di esprimersi, egli insegna con “autorità” (exousía, in greco).

C’è qualcosa di diverso, dunque, nel modo in cui insegnava e predicava Gesù rispetto agli altri esperti di Sacra Scrittura. Non si tratta di una particolare abilità oratoria, nè di un’eleganza raffinata di espressione o di altezza culturale, ma di una capacità particolare di toccare il cuore dei suoi ascoltatori, in modo da suscitare un risveglio della coscienza alla verità, alla bellezza, alla luce. Infatti subito il testo ci mostra un atto di questa autorità di Gesù che opera una liberazione, perché viene raccontato che nella sinagoga c’è un uomo tormentato da uno spirito impuro, cioè uno spirito che si oppone allo Spirito Santo.

Così, pur tra le grida e le minacce, lo spirito demoniaco dichiara l’identità messianica di Gesù. Ma Gesù gli intima di tacere e, dopo un grande urlo, l’uomo viene liberato da quella presenza. Tutto il Vangelo secondo Marco è un cammino di silenzio verso il riconoscimento pieno dell’identità messianica di Gesù. E il silenzio diventerà confessione di fede solo sotto la croce, insieme al centurione che, vedendo Gesù crocifisso, proclamerà: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39). Il testo conclude con il timore di tutti i presenti che si chiedono «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». Nel giorno di Shabbat il Signore mostra la sua autorità con parole e segni, Egli custodisce il suo popolo dal male, lo libera non solo a parole, ma con i fatti, perché lo ama.

Gesù libera un uomo tormentato da uno spirito impuro. I sentimenti che emergono sono stupore e timore, sentimenti che si verificano davanti alla manifestazione dell’autorità dell’insegnamento di Gesù, un insegnamento che è dato in modo diverso dagli scribi. L’insegnamento di Gesù infatti non è un discorso sulla liberazione dal male, ma è soprattutto azione di potenza contro il Male, una potenza che non si manifesta nella forza o nella violenza, ma nella fermezza di solo 4 parole: Taci! Esci da lui!, che poi sono le uniche parole di Gesù in tutto questo brano. Gesù non ha bisogno di parlare tanto perché mostra la vera autorità di Dio con la sua sola presenza, ricollocando lo spirito impuro al suo posto, cioè lontano dall’essere umano. L’autorità di Gesù fa tornare tutto al suo posto, porta ordine lì dove tutto era disordinato. Infatti, impurità, nel mondo antico, non indica una connotazione morale, ma una situazione in cui ci si ritrova quando non sono rispettate certe proibizioni che si fanno risalire a Dio. Chiediamoci anche noi, allora, oggi: come mi pongo davanti a Gesù? Cosa sento nel cuore quando prego? Avverto stupore e timore, o sono indifferente? Gesù, ci può liberare dal disordine interiore che tutti, in un modo o nell’altro ci portiamo dentro.

Se accogliamo la dolce autorità di Gesù, se diamo a Lui la possibilità di stare con noi lungo questa giornata, cominceremo ad accorgerci che pian piano nel cuore torna l’ordine e la pace, anche lì dove facciamo tanta fatica e siamo tentati di scoraggiarci. Gli spiriti impuri hanno come legge la disobbedienza e istigano l’uomo a disobbedire, ma quando accogliamo Gesù nel cuore il disordine e la disobbedienza svanisce, perché, come ci conferma oggi la Parola di Dio, gli spiriti impuri tornano all’obbedienza. Allora oggi, insieme ai tanti nostri fratelli che portiamo nel cuore, portiamo nella preghiera tutti coloro che non conoscono l’autorità di Gesù e ripetiamo nel cuore, per noi e per loro, la meravigliosa preghiera di Sant’Agostino: “Signore tu ci hai fatti per Te e il nostro cuore non trova pace se non riposa in Te.”Amen.

Chiediamo al Signore di contemplare l’autorità di Gesù nella nostra vita, per prendere coscienza delle meravigliose liberazioni che il Signore ha compiuto in noi. Ringraziamolo e lodiamolo perché oggi possiamo continuare a camminare dietro Gesù, liberi, senza costrizioni o ricatti, senza illusioni o seduzioni, ma sempre più custoditi dall’autorità di Gesù, perché è la Sua autorità d’amore che ci libera da ogni male.

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