Hanno censurato dei regolari manifesti. Cosa accadrà dopo l’approvazione del ddl omofobia?
L’ABORTO VOLUTO COME FINE O COME MEZZO, È GRAVEMENTE CONTRARIO ALLA LEGGE MORALE E LA CHIESA SANZIONA CON LA PENA CANONICA DI SCOMUNICA QUESTO GRAVE DELITTO CONTRO LA VITA UMANA.
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Di Angelica La Rosa
Il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha il coraggio di dichiararsi “cattolico”, si è assunto la responsabilità di censurare dei regolari manifesti contro il fenomeno dell’aborto farmacologico e a difesa della salute della donna, in quanto non consoni al suo pensiero.
Quando un’autorità si arroga il diritto di compiere degli abusi in base ai propri pensieri personali, e della parte che lo ha votato ed eletto, imponendo il proprio pensiero, diventa un despota o un dittatore.
Se questo avviene oggi, domani con la l’approvazione del testo unificato di legge Zan – Boldrini – Scalfarotto etc. cosa succederà?
Ma tutti i cattolici che lo hanno sostenuto e votato dove sono? Perché non si fanno sentire? Salvo smentite, neppure l’autorità religiosa cattolica di Bergamo ha detto nulla, eppure ha i canali aperti e diretti per poter difendere la Verità.
Essere cattolici e favorevoli all’aborto è incompatibile, come ben esplicitato dal Catechismo della Chiesa Cattolica ai canoni 2268-2275. La Chiesa dichiara la malizia morale di ogni aborto provocato e questo insegnamento non è mutato: l’aborto voluto come fine o come mezzo, è gravemente contrario alla legge morale e la Chiesa sanziona con la pena canonica di scomunica questo grave delitto contro la vita umana.
Le Sentinelle in Piedi hanno ritenuto loro dovere manifestare, come loro abitudine contro quanto avvenuto, a sostegno di Pro Vita & Famiglia Bergamo e Scienza & Vita Bergamo, che hanno promosso l’iniziativa boicottata da Istituzioni, associazionismo ultra-progressista e stampa locale.
Anche Caritas in Veritate Bergamo è stata presente alla veglia che si è tenuta sabato 19 dicembre a Bergamo, in piazza Vittorio Veneto.
Domani, lunedì 21 dicembre, sarà anche la volta di Milano (vedi foto). In ballo non c’è solo la difesa della donna e della vita (che riguarda anche i non cattolici), ma anche le libertà di pensiero, espressione, educazione e religione.