Vincenzo Morgante (Tv2000): “fenomeni comunicativi assai subdoli e perniciosi per la clausura mondiale”

Nella sua omelia alla Casa Santa Marta del primo giorno di aprile 2020 (in piena emergenza sanitaria soprattutto nel nostro Paese), Papa Francesco aveva detto “oggi voglio pregare per coloro che lavorano nei media, perché la gente non si trovi isolata e perché ci sia sempre informazione per sopportare questo tempo di chiusura”. Un messaggio breve e chiarissimo, dal Vescovo di Roma, sul valore delle news in un periodo caratterizzato nientedimeno che dal “distanziamento sociale” e quindi dalla riduzione drastica dei contatti diretti con il prossimo, con l’altro, con la realtà. Poche ore dopo, molti italiani chiusi in casa per il lockdown (e spesso propensi a tenere, molto a lungo, i dispositivi televisivi in funzione, per ovvi motivi), avevano potuto ascoltare Ferruccio de Bortoli richiamare proprio le parole di Francesco nel suo appuntamento quotidiano “Il tempo sospeso”, su Tv2000. In quella puntata del mercoledì che segnava l’inizio di un nuovo mese, il noto giornalista volle sia ringraziare il Pontefice per le preghiere rivolte alla categoria giornalistica sia sottolineare che “una buona informazione non deve nascondere nulla di ciò che stiamo vivendo, nello stesso tempo deve valorizzare aspetti positivi e di speranza che non mancano. Una buona informazione non deve creare illusioni. Una buona informazione crea degli anticorpi che oltre a renderci più forti contro il male ci renderanno cittadini migliori”.

Io credo che Tv2000 abbia ben aderito, con la sua offerta sul canale 28 del digitale terrestre e 157 Sky, alla stessa teoria del “buon giornalismo al tempo del coronavirus” da de Bortoli enunciata e soprattutto da Papa Francesco evocata nell’omelia in Santa Marta. Questa ha accompagnato, scandito e approfondito un periodo della nostra esperienza terrena in cui ogni argomento è stato risucchiato nella densa sfera gravitazionale della pandemia. L’economia si leggeva in quella chiave, la società si leggeva in quella chiave, l’informazione si leggeva in quella chiave. E anche la sanità, i trasporti, la finanza, il commercio, la storia, la cultura e l’alimentazione si leggevano in quella chiave! Il rischio d’una agenda giornaliera sotto la cappa del contagio era, dunque, quello di un appiattimento monotematico e di una reiterazione disturbante, anche perché le sensibilità degli spettatori, in quei giorni anomali, risultavano, giocoforza, massimamente acuite. E, invece, con la professionalità delle colleghe e dei colleghi della Rete e dell’informazione (e ciò vale anche per InBlu Radio) siamo riusciti, non tradendo l’urgenza (anzi l’impellenza) dello spinoso tema dominante, ad articolare sapientemente una varietà di indovinate declinazioni e sfumature, proponendo ogni volta angolazioni nuove e stimolanti, sfuggendo alle trappole della ripetitività e di una possibile pesantezza. Tutto senza scivolare in posizioni fataliste, superficialmente consolatorie oppure cupamente millenariste. Insomma, senza vendere fumo (che pure è diventata una componente – purtroppo – dell’attività giornalistica e, più in generale, comunicazionale).

Mai come nel trimestre acuto del coronavirus l’asciuttezza è stata rara (quindi un valore aggiunto), mai come allora il dispiegamento sereno di tutte le posizioni e di tutte le opzioni è stato difficoltoso (quindi un valore aggiunto), mai come in quell’ardua primavera le parole giuste hanno faticato a farsi largo per eventualmente addolcire un clima che con troppa facilità trasudava di sospetti e di nevrosi, stentando comunque a trovare i binari dell’equilibrio e del buon senso. Sappiamo bene che la dura prova della clausura mondiale ha dato sbocco ad almeno due fenomeni comunicativi assai subdoli e perniciosi: da una parte c’è stata la raffica inesausta delle fake news (qui intese proprio come notizie false e scientemente diffuse nel perseguimento – non dichiarato – di scopi opposti a quelli informativi) e dall’altra parte c’è stato l’inquinamento vizioso del normale confronto fra idee diverse e posizioni divergenti; inquinamento causato da manipolazioni, esagerazioni, distorsioni e strumentalizzazioni. Esattamente nel momento in cui la sete di notizie (la sete di verità) raggiungeva il massimo livello in una popolazione sottoposta allo stress della paura, dell’interruzione delle normali libertà e del lavoro ordinario, la sfera comunicazionale ha mostrato tutti i suoi difetti, i suoi limiti, le sue insidie, le sue storture. Nella fase del “tempo sospeso” il re (il mondo dell’informazione) si è rivelato più nudo che mai!

In siffatto scenario, abbiamo cercato, anche con la creazione di nuovi programmi, con umiltà, con scrupolo e con semplicità, di parlare ai nostri telespettatori pungolandone il raziocinio e non solleticando l’emotività passeggera; facendo leva sui sentimenti di base della natura umana piuttosto che su stati d’animo viscerali e destabilizzanti. Lo abbiamo fatto ben consapevoli delle aspettative che gli spettatori nutrono dinanzi alla nostra storia, sapendo che non potevamo dire “due cose” qualsiasi: la situazione chiedeva parole importanti. Naturalmente “importanti” non è sinonimo di altisonanti, roboanti e nemmeno di clamorose. Ed è per questo, siamo convinti, che le parole dette sono state importanti senza mai essere gridate, ruvide o grossolane. Insomma, missione compiuta nella corretta adesione alla linea di una tv cattolica che si fa vanto (questo sì concedetecelo!) di preferire la parola argomentata a quella strepitata e che si propone sempre di non torcere cervello o budella al pubblico.

Sin dal giorno del mio insediamento come direttore ho voluto precisare che ogni mia richiesta di essere al passo con i tempi non poteva e non doveva essere interpretata estensivamente e che, comunque, non avrebbe mai incluso il chiacchiericcio, il dileggio, la sboccatura, lo scherno e i toni sovreccitati.

Potrò dire in futuro di aver avuto grandi timori, pur sostenuto dalla fede. Potrò raccontare in futuro come la mia vita da direttore di Tv2000 abbia subito modifiche notevoli nel giro di pochi giorni (talvolta nel giro di poche ore), insomma potrò ricordare innumerevoli aspetti e aneddoti di questa ingombrante faccenda. Ricorderó il sorriso di incoraggiamento di chi, ogni mattina all’ingresso e ogni sera in uscita, presta la sua opera in portineria. Certamente ricorderò il coraggio delle colleghe e dei colleghi (appartenenti a tutti i settori) di Tv2000 e di InBlu Radio, a partire dall’amministratore delegato Massimo Porfiri. Coraggio ma anche professionalità, dedizione, creatività dei colleghi e dei collaboratori con in testa, appunto, Ferruccio de Bortoli. Il tutto premiato dagli ascolti.

Tv2000 e InBlu Radio non si fermano. Stiamo preparando un nuovo palinsesto, ricco di novità e di sorprese. Continuate a seguirci con l’affetto e il sostegno che non ci avete mai fatto mancare. Buone vacanze, per chi potrà. Buon tutto per tutti.

Vincenzo Morgante (direttore Tv2000 e InBlu Radio)

 

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