Il Vangelo della forza: Il volto della gioventù del Terzo Reich

di Angelica La Rosa

GERMANIA 1933-1945: QUANDO CON LA SVASTICA SI VOLEVA SOSTITUIRE LA CROCE DI CRISTO

Pubblicato in Francia nel dicembre 1936, “Il vangelo della forza“, la cui nuova edizione è appena uscita per le Edizioni San Paolo, è la testimonianza diretta di un uomo lucido e appassionato a proposito della vera natura del nazionalsocialismo. Avendo soggiornato durante gli anni Trenta per molto tempo in Germania e in Austria, leggendo assiduamente la stampa di lingua tedesca e informandosi da una fitta rete di corrispondenti, l’Autore Robert d’Harcourt (1881-1965) si è reso infatti conto molto presto del pericolo rappresentato dal questa ideologia antiumana, ai cui sostenitori attribuisce una sorta di fervore religioso: “la svastica intende sostituire la croce di Cristo?“, si domanda a tal proposito.

Arricchito da testimonianze dirette e documenti di prima mano, il libro svela le finalità, i mezzi, in particolare quelli umani, e l’ideologia che intende scacciare dalla Germania ogni cultura cristiana per educare al culto della terra e del sangue le nuove generazioni, destinate a rigenerare il Paese.

L’Autore presta particolare attenzione al divario che si è creato tra le generazioni, anche all’interno delle famiglie, e a tutte le modalità di reclutamento dei giovani. Questo libro suona quindi come un avvertimento: la Germania ha addestrato combattenti formidabili e fermamente indottrinati, ciechi di fronte a ogni contraddizione della narrazione di regime, come si vedrà durante la seconda guerra mondiale.

D’Harcourt, come scrive nella Prefazione il Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia Valerio De Cesaris, era “frequentatore appassionato della Germania da tempo, evita opportunamente di identificare in maniera semplificata la Germania con il nazismo, anzi s’impegna a distinguere tra l’una e l’altro, cogliendo tuttavia il rischio che l’ideologia razzista penetri in profondità nella cultura tedesca e la inquini in modo irreparabile. Avverte il dramma della nazificazione della Germania, per i tedeschi innanzitutto, ma poi per l’intera Europa“.

Secondo il professor De Cesaris, due aspetti, tra quelli che emergono dalle pagine del libro, appaiono decisivi: “la capacità del nazismo di sedurre i giovani più che gli adulti, per il suo carattere ‘religioso’ e totalitario, teso a fare di adolescenti e ragazzi dei ‘credenti’, pronti a tutto per la nuova Germania hitleriana e dediti alla causa della ‘superiore razza ariana’, e l’inconciliabilità tra i due modelli pedagogici, cattolico e nazista, tra il Vangelo di Cristo e il vangelo della forza e della razza“.

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