“La più grande tragedia della vita non è ciò che l’uomo fa, ma ciò che egli perde”

di Paola Liberotti

LA VIA DELLA FELICITA’ SECONDO FULTON JOHN SHEEN

“In verità, la più grande tragedia della vita non è ciò che l’uomo fa, ma ciò che egli perde: la gioia di essere un figliol prodigo”: parola di Fulton John Sheen, il celebre vescovo e tele-predicatore, autore, tra l’altro, del volume “La strada per la felicità – Psicologia e vita cristiana” (Casa Editrice Mimep-Docete, 208 pagine, euro 14).

Nato nell’Illinois nel 1895 e ordinato sacerdote nel 1919, fu consacrato vescovo a Roma l’11 luglio 1951. Un anno dopo cominciò la sua famosa serie televisiva “Life is worth living” che raggiunse un’audience di venti milioni di telespettatori ogni settimana e continuò con successo fino al 1957. San Giovanni Paolo II lo incontrò nel 1979, due mesi prima della sua morte, e gli disse: “Tu hai scritto e parlato molto bene del Signore Gesù. Sei un figlio leale della Chiesa!”. Nel 2012 Papa Benedetto XVI lo dichiarò Venerabile. Il 5 luglio 2019 Papa Francesco ha approvato un miracolo (raccontato nel libro “61 minuti per un miracolo”, sempre edito dalla Mimep Docete), avvenuto per sua intercessione e quindi aprendo la strada alla futura Beatificazione.

In queste pagine l’Autore presenta un’analisi “divina” delle nostre vite, principalmente “lette” alla Luce della Fede, ma anche della ragione e del “normale” buon senso. L’amore, l’ansia, la bellezza, il dolore, la libertà, il peccato, la morte, il successo, il fallimento, la gioia, la depressione, il matrimonio, il sesso, la famiglia, la religione: questi sono solo alcuni degli aspetti della condizione umana che vengono esemplarmente trattati. Viene analizzata la società moderna con i suoi pseudo-valori, i suoi miti, i suoi “credo” e le sue macroscopiche contraddizioni. Il male di fondo è sempre il seguente: oggi il mondo pretende di fare a meno di Dio, ma, bel lungi dal poter effettivamente risolvere i veri problemi della vita, conclude l’Autore, non porterà ad altro che al caos e alla disperazione, come purtroppo è quotidianamente sotto gli occhi di tutti.

L’uomo vorrebbe soddisfare la sua sete d’Infinito nella ricchezza, nell’eccitazione o nelle dipendenze, e abolire l’inferno; invece in realtà non ha fatto altro che inventarne un altro, interiore, ancora più cupo e ossessionante. Tuttavia, restando sempre uniti a Dio e a Nostro Signore Gesù Cristo c’è sempre speranza: ecco perché le acutissime riflessioni del Vescovo Sheen, allora come oggi, ci guidano lungo la strada per l’autentica felicità, che coincide, nel contempo, con la più profonda realizzazione della vocazione personale di ognuno di noi.

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