Guerra russo-ucraina, comunque vada sarà una sconfitta

di Pietro Licciardi

IL CONFLITTO HA SCOPERCHIATO UN VASO DI PANDORA DAGLI ESITI IMPREVEDIBILI E  COMUNQUE FUNESTI

Papa Benedetto XV prima dello scoppio del primo conflitto mondiale ammoniva che con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto. Non fu ascoltato e il risultato furono milioni di morti, sconvolgimenti economici e sociali in tutta Europa e una serie di problemi non risolti che portarono ad una nuova e ancor più devastante guerra mondiale che segnò il declino dell’Europa e la spartizione del mondo, una metà del quale caduto sotto il giogo comunista, che solo in Cina è costato con Mao almeno 60 milioni di morti.

La storia non ha insegnato nulla e oggi assistiamo ad un altro conflitto europeo le cui conseguenze saranno comunque devastanti per entrambi i contendenti, indipendentemente da chi vincerà, se mai ci sarà un vincitore, e con ricadute sugli assetti globali.

A più di un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il quadro militare e politico, salvo colpi di scena sempre possibili, è abbastanza chiaro. Ammesso che Kiev, sostenuta in tutto e per tutto dalla Nato, riesca a sconfiggere la Russia si troverà con un paese devastato e una economia a pezzi e se anche verrà ricostruito con i soldi dell’Occidente la popolazione ucraina, che era già la più povera del continente, dovrà rinunciare per un bel po’ al burro e optare per i cannoni; specialmente se invece della pace si arriverà ad un armistizio. Come se non bastasse, nel caso Kiev rientrasse in possesso dei territori occupati, in particolare gli oblast di Crimea, Luhansk e Donetsk, dovrà fare i conti con una popolazione filorussa ancora più ostile dopo una sanguinosa guerra combattuta in casa, il che pone non pochi problemi su come amministrare territori in rivolta da nove anni contro Kiev.

Anche la Russia ha visto fallire tutti i suoi obbiettivi. Quella che considerava una parte ribelle del suo impero, da sottomettere dopo averla ripulita delle frange nazionaliste, ha trovato una insospettata unità e anche gli ucraini russofoni hanno definitivamente voltato le spalle a Mosca. Se l’entrata dell’Ucraina nella Nato appare assi improbabile nel breve e medio periodo il Cremlino si troverà comunque sui suoi confini un potente esercito armato e addestrato dall’Occidente e come se non bastasse il temuto allargamento a Est c’è stato, con il prossimo ingresso nell’alleanza di Finlandia e Norvegia. A ciò si aggiunge la figuraccia sul piano militare, il che ha minato la credibilità della Russia come potenza facendo si che alcune delle repubbliche islamiche turcofone e popolazioni siberiane vicine al confine cinese abbiano già iniziato a cercare di allentare il proprio legame con la Federazione. 

Se poi la Russia dovesse uscire malamente dal conflitto lo scenario si farebbe ancora più cupo, per l’Europa e il mondo. In ogni caso Vladimir Putin non sopravviverà alla crisi da lui innescata ma se sarà già un problema trovare un nuovo leader – che in ogni caso non sarà né più democratico e neppure meno nazionalista dell’attuale capo del Cremlino – il trauma di una sconfitta porterebbe con sé una terribile incognita. Considerato il ruolo sempre più rilevante che stanno assumendo le milizie mercenarie nella guerra russo-ucraina, come il gruppo Wagner di Evgeny Prigozhin, i miliziani ceceni e quelli arruolati dal colosso dell’energia Gazprom, per il momento utilizzati per proteggere impianti e oleodotti, come avverrebbe il cambio di regime? Il timore di molte cancellerie e soprattutto di Washington è il collasso della Federazione russa, che sarebbe veramente problematico gestire. 

Non dobbiamo infine dimenticare le altre non risolte crisi: dalle rivendicazioni Cinesi su Taiwan, all’espansionismo sciita guidato dall’Iran, a quello arabo sunnita e, per rimanere nel cortile di casa nostra, la Turchia, che si vuole ritagliare un ruolo di potenza regionale in Mediterraneo e Medio Oriente.

Insomma, la guerra russo-ucraina rischia di scoperchiare un vaso di Pandora con conseguenze imprevedibili. Forse i giocatori di Risiko sullo scacchiere mondiale dovrebbero pensare un po’ meno come von Clausewitz e più come Papa Benedetto.

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