Alcuni medici, che ancora ragionano, mettono in guardia dalla transizione sessuale

di Angelica La Rosa 

LETTERA APERTA CONTRO LE PROCEDURE DI “TRANSIZIONE” PER I GIOVANI TRANSESSUALI

Mentre in Italia governatori miopi come Luca Zaia (Veneto) aprono alle innaturali pratiche di transizione sessuale, alcuni medici (che ancora ragionano) di diversi paesi hanno chiesto un cambiamento negli approcci medici alla disforia di genere nei bambini.

Si tratta in particolare di un gruppo internazionale di 21 medici che sostiene che la pressione per offrire trattamenti di “transizione” ai bambini con disforia di genere non è supportata da prove scientifiche e può avere gravi conseguenze.

Questo gruppo di medici, provenienti da vari paesi del mondo, ha scritto pubblicamente in una lettera che l’attuale pressione per offrire procedure di “transizione” ai minori non è supportata dalle attuali prove scientifiche e che i funzionari medici devono cambiare i loro approcci alla gestione del genere giovanile disforia.

La lettera aperta, pubblicata sul Wall Street Journal era in risposta a una lettera pubblicata a giugno dal presidente della Endocrine Society Stephen Hammes.

In quella lettera, Hammes ha affermato che il trattamento medico del transgenderismo “migliora il benessere delle persone transgender e di genere diverso e riduce il rischio di suicidio”. Hammes si riferiva a “cure salvavita che affermano il genere”, ma che in realtà spesso comportano l’uso di ormoni sintetici e interventi chirurgici irreversibili sugli organi riproduttivi, a volte per adolescenti sotto i 18 anni.

Nella loro risposta, il gruppo di medici e ricercatori – provenienti ad esempio da paesi come Finlandia, Francia, Sud Africa e Stati Uniti – sostiene che i rischi dell’uso di ormoni sessuali incrociati da parte dei giovani “sono significativi e includono la sterilità, dipendenza per tutta la vita dai farmaci e l’angoscia del rimpianto”.

Diverse autorità europee e gruppi medici internazionali “raccomandano ora la psicoterapia invece di ormoni e interventi chirurgici come prima linea di trattamento per i giovani con disforia di genere”, scrivono i medici.

Esortano inoltre le società mediche statunitensi ad “allineare le loro raccomandazioni con le migliori prove disponibili” invece di “esagerare i benefici e minimizzare i rischi”.

Tra i firmatari della lettera c’è Anne Wæhre, Senior Advisor presso l’Oslo University Hospital (Norvegia). La Norvegia è uno dei paesi europei che di recente si è maggiormente ritirato dall’offrire trattamenti estremi ai giovani transessuali. All’inizio di quest’anno, il Board of Health Research del paese ha richiesto una revisione delle linee guida sulla chirurgia e sul trattamento ormonale per i bambini con un’identità transgender.

Anche diversi medici francesi hanno firmato la lettera, tra cui la professoressa Celine Masson dell’Università Jules Verne della Piccardia. L’anno scorso l’Accademia nazionale francese di medicina ha dichiarato che “deve essere esercitata grande cautela medica con bambini e adolescenti” che affermano di identificarsi come del sesso opposto. La “più grande riserva” è richiesta per l’uso di ormoni a quelle età, ha detto, rilevando effetti collaterali “come impatto sulla crescita, fragilità ossea, rischio di infertilità, conseguenze emotive e intellettuali e, nel caso delle ragazze, sintomi che ricordano della menopausa”.

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