Come si conquista il potere: Hitler e le società occulte

di Francesco Bellanti

HITLER, LA THULE E IL VERTICE OCCULTO AL POTERE – INFLUENZE ESOTERICHE SUL NAZIONALSOCIALISMO (PRIMA PARTE)

“Avevo la certezza di un sonnambulo lungo il cammino tracciato per me dalla Provvidenza” (Adolf Hitler, 14 marzo 1936)

Tra gli autori che più volte è tornato ad occuparsi del rapporto tra il Nazionalsocialismo e l’occultismo è Giorgio Galli, i cui libri – tra questi il celeberrimo Hitler e il nazismo magico, poi Intervista sul nazismo magico e Hitler e la cultura occulta – sono ormai dei classici dei quali non può fare a meno chi vuole tentare una “lettura” diversa del fenomeno nazista. Una “lettura” che, se non esaurisce la comprensione del nazismo, aiuta comunque a capire da prospettive “altre” la complessità del fenomeno.

Galli, in breve, sostiene quanto segue. “1) Il Führer  e una parte del gruppo dirigente si formarono prima della guerra in una cultura e in associazioni esoteriche; in esse Hitler fu scelto come leader e questo spiega l’apparente incongruenza di un uomo fuori dalla politica e sconosciuto sino a trent’anni, che in pochi mesi assume un ruolo di primo piano sulla pur affollata scena politica della destra bavarese del 1919; 2) questo gruppo giunto al vertice del Terzo Reich discute nel suo ambito come attuare una strategia derivata da quella cultura (la riscossa della sapienza aria); 3) nel 1938 la discussione culmina e si conclude con la decisione di arrischiare la guerra, nella convinzione di un non intervento dell’Inghilterra per ragioni in buona parte desunte da quella stessa cultura e dalla presenza di essa in ambienti al vertice della società inglese; 4) risultata errata questa previsione, il gruppo discute e decide nel 1941 la guerra all’Est e Hess cerca in Inghilterra interlocutori per una intesa; non li trova, ma tratta; Hitler spera che abbia posto le basi di un accordo dopo il fatto compiuto dell’invasione dell’URSS; 5) caduta questa convinzione e fallita  la guerra lampo all’Est, il gruppo si divide e non esclude il tentativo di sostituire il  Führer per una pace di compromesso, che salvi una parte della base territoriale, in Germania, della dottrina segreta; 6) per tutto questo periodo – dal 1938 al 1945 – la cultura esoterica permea settori importanti del vertice politico e anche scientifico del Terzo Reich” (Giorgio Galli, Hitler e il nazismo magico, Rizzoli, Milano, 1989, pag. 283).

Queste le conclusioni di Galli, il quale peraltro avverte subito dopo che il nazismo può e deve essere studiato come qualunque altro fenomeno storico e nei suoi aspetti culturali, e questo studio è di particolare utilità per comprendere il riaffiorare nella nostra storia e nella nostra società di antiche culture sommerse, delle quali la dottrina segreta dei costruttori del Terzo Reich è un aspetto negativo, ma da non trascurare. Seguiamo questa “lettura” del nazismo di Galli, concentrandoci – per evitare di impantanarci nella sterminata letteratura dell’occulto che avrebbe influenzato il Nazionalsocialismo e molti dei suoi più importanti esponenti – sul rapporto tra l’occultismo e alcuni importanti capi nazisti come Himmler e Hess, e soprattutto il capo carismatico e indiscusso del Nazionalsocialismo, Adolf Hitler, e cercando di capire se e in che modo – specialmente nelle più importanti decisioni prese in politica estera e interna – l’occultismo abbia veramente influenzato o comunque influito sulle decisioni politiche del dittatore tedesco e sui capi nazisti; se, insomma, è effettivamente esistito un vertice occulto, e, in altri termini, se l’originale studio di un grande storico presenta dei punti, diciamo così, “deboli” e dei punti “forti”.

Ricostruiamo, per cominciare, qualche momento di esperienze giovanili di Hitler legate all’occultismo o in qualche modo a società occulte. Gli storici più importanti, come Galli e come uno dei suoi maggior biografi, Joachim Fest, si sono chiesti come è stato possibile che un uomo, che prima dei trent’anni era in sostanza un anonimo disadattato sociale, abbia deciso improvvisamente di darsi alla vita politica e di diventare in pochi anni uno dei più importanti uomini politici del secolo. “Adolf Hitler, che sarebbe diventato una delle figure politiche di maggior momento del secolo, fino al trentesimo anno d’età non si sentì per niente attratto dalla politica. Alla stessa età, Napoleone era già primo console; Lenin, dopo anni di deportazione, era in esilio; e Mussolini caporedattore [in realtà direttore, N.d.R.] dell’”Avanti!”. Hitler invece non era stato indotto a compiere neppure un passo decisivo, da quelle idee che presto l’avrebbero spinto, in maniera irresistibile, al suo tentativo di conquista del mondo; non era entrato nelle file di nessun partito, di nessuna delle numerose organizzazioni dell’epoca – eccezion fatta per la Lega antisemita viennese – allo scopo di promuovere l’attuazione delle proprie idee” (Joachim Fest, Hitler, Una biografia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 949).

Lo stesso Hitler, il 23 novembre 1939, al culmine della propria potenza aveva rivelato ai suoi generali che, nel 1919, era diventato uomo politico dopo una dura lotta interna e che quella sarebbe stata la più difficile delle sue decisioni. Ancora nella fase culminante della guerra, Hitler aveva affermato che avrebbe preferito di gran lunga girovagare per l’Italia come un pittore sconosciuto e che era stato spinto sulla strada, a lui sostanzialmente estranea, della politica, dalla minaccia mortale che pesava sulla sua razza.

Ancora Fest, che confuta altri storici revisionisti, come Werner Maser (Paradeningken, 12 luglio 1922 – Spira, 5 aprile 2007), che credono invece a una precoce politicizzazione di Hitler, sostiene che solo motivi strettamente personali, e la successiva constatazione delle sue persuasive capacità oratorie, indussero il dittatore a rinunciare alle riserve nei confronti della carriera politica. Hitler aveva anche affermato che egli non era stato influenzato direttamente da uomini politici ma da musicisti come Richard Wagner, che egli considerava uomo dalla schiacciante personalità, “la massima figura di profeta che il popolo tedesco abbia mai avuto”, ebbe a dire, e ne ammirava il coraggio e l’energia per aver influito sulla situazione politica.

Fest sembra essere convinto, insomma, che abbiano influito sul giovane Hitler personalità decisive per il destino della razza ma al di fuori della politica. Hitler, in base a molte testimonianze, da Speer ad altri, appare come uomo che aveva letto molto. Galli, sulla base degli scritti di Julius Evola (Roma19 maggio 1898 – Roma11 giugno 1974) – personalità poliedrica molto discussa, filosofo, pittore, poeta, scrittore, esoterista, con tendenze ideologiche fasciste nazionalsocialiste – ritiene che le altissime doti oratorie facevano apparire Hitler addirittura un invasato.

Galli sostiene inoltre che Hitler disponesse di qualità percettive molto accentuate, che le letture e la frequentazione di gruppi di occultisti gli consentono di perfezionare caratteristiche medianiche e lo convincono di avere una particolare missione da compiere. Prima ritiene di poterla svolgere come artista, alla Wagner, poi come politico. Galli si concentra anche su luoghi di nascita di Hitler, Braunau, che è una città piena di medium e di spiritisti. Probabilmente, dice ancora Galli, Hitler poté essere influenzato da questa atmosfera e poté considerarsi “diverso” rispetto alle convenzioni sociali che lo vedevano come studente emarginato e senza prospettive.

Da tutto questo poté maturare una tendenza a coltivare queste doti a contatto con gruppi – che abbiamo già incontrato –  come quello di Jörg Lanz von Liebenfels nel 1909 e gli altri di Rudolf von Sebottendorff e Erik Jan Hanussen nel dopoguerra. Infine, l’influenza di Wagner su Hitler può essersi verificata su due aspetti specifici, il ruolo di personaggio eccezionale avviato a un destino eroico e tragico ed il vegetarianesimo.

“Cresce così la doppia personalità: accanto allo scaltro politico idealista, il fanatico autoconvincentesi di avere una missione e un destino del tutto particolari, garantiti sia da preannunzi della giovinezza (tra frustrazione e forte sensibilità) sia da un processo di potenziamento che passa dal gruppo di Lanz a quello del primo dopoguerra. Doti di tipo medianico si saldano a quella che i tradizionalisti possono anche definire iniziazione, con la mediazione della profetica personalità di Wagner”. (Giorgio Galli, Ibid., pag. 104).

Il vegetarianesimo mediato da Wagner e il collegamento con l’antica tradizione indo-aria avanzata da Schlegel sul “Saggio sulla lingua e la saggezza degli Indiani”, del 1808, si fondono, nella visione di Hitler, in un processo di formazione personale che deve andare di pari passo con quello della rigenerazione collettiva del popolo tedesco che ha origine nell’’800. Durante la Prima guerra mondiale, Hitler conosce Rudolf Hess. È un periodo in cui lui dice di vivere come un sonnambulo, in cui ha la sicurezza e la precisione di un sonnambulo che cammina secondo un itinerario prestabilito. È un incontro decisivo, perché Hess avvicinò Hitler ad associazioni come i “Germanenorden”, che poi diventerà la Società Thule, alla quale apparterrà Hess.

Hess aveva particolare predisposizione per l’astrologia e il paranormale, per i quali anche Hitler aveva inclinazioni. Già Hitler aveva letto molto negli anni di Vienna e di Monaco, leggeva soprattutto di “dottrine segrete”. Si era iscritto alla Lega antisemita nel 1908 e fu a contatto con Hans von Liebenfels nel 1909; frequenta probabilmente le sue riunioni iniziatiche, e alcune doti percettive del futuro dittatore si potenziano attraverso questi contatti. L’atmosfera della guerra, col suo emergere di superstizioni e di miti e il rapporto con essi, sviluppano una personalità che è caratterizzata da attitudini percettive e da una formazione culturale che convergono nella convinzione di un destino ricco di prospettiva: dapprima come artista e profeta del germanesimo sulla scia di Wagner, come si è detto.

Fest manifesta qualche dubbio su questo legame di Hitler con le società occulte, e ritiene che Hitler abbia solo voluto e saputo sfruttare il sorgere di stati d’animo pseudo-religiosi della Germania del suo tempo. In altri termini, egli non ritiene che Hitler sia stato semplicemente uno strumento di qualche società occulta. Negli anni ’30, Hitler fece approvare leggi contro le società occulte e prendeva spesso in giro, sia la filosofia macchinosa e retorica di Rosenberg, sia le mascherate pagane di Himmler, sia le superstizioni paranormali e vegetariani di Hess. Ma torniamo alla ricostruzione di Galli. Subito dopo la guerra, Hitler riprende i contatti con le sette e le società segrete. In Germania, già a metà degli anni ’20, società segrete come la Thule, come il Vril, come l’Ahnenerbe di Friedrich Hilscher, diffusero i miti indoeuropei sul malcontento di Versailles. In Germania, la Società Thule diviene la matrice del partito, mentre il Vril è l’istituzione della sfera iniziatica. Il partito è a Monaco, il Vril è a Berlino.

La Società Thule deriva dal “Germanenorden” (“Ordine dei germani”), e il suo promotore è una figura singolare, Rudolf von Sebottendorff, perché, nato come Rudolf Glauer nel 1875, fu adottato nel 1911 dal barone Heinrich von Sebottendorff. Viene influenzato dal Sufismo islamico mentre è intorno al 1900 a Costantinopoli e poi ha interessi in comuni con Rudolf Hess. Probabilmente, è anche per questo motivo che in seguito Hitler darà giudizi positivi sull’Islamismo. Quando viene proclamata la Repubblica in Germania e in Baviera, la Thule organizza subito una Lega di combattimento e uno dei capi è Rudolf Hess. Il 5 gennaio 1919, Drexler fonda il DAP, Partito dei lavoratori tedeschi, che il 18 gennaio diventa Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, NSDAP. I membri della Thule sono già 1500, e tra questi pare esserci anche Hitler, che si avvicina al partito fondato da Drexler nell’estate del 1919.

Secondo la ricostruzione di Galli, in questo periodo fanno parte della Thule, oltre a Hitler stesso, Rudolf Hess, Hans Frank, Anton Drexler, per cui all’origine del nazismo è un’associazione nella quale è dominante la cultura occultista, la dottrina segreta maturata negli ultimi decenni. Il gruppo degli intellettuali della Thule tenne per sé l’esoterismo e l’occultismo, e mise in primo pano l’organizzazione politica.

Von Sebottendorff, che rompe con Dietrich Eckart, molto legato a Hitler, viene messo da parte, probabilmente perché gli intellettuali politici della Thule vogliono mettere in secondo piano l’esoterismo e l’oltranzismo occultista del suo fondatore per potere sviluppare un’azione politica diretta. Il 16 settembre 1919 Hitler aderisce al DAP e diventa uno dei sette membri del comitato direttivo presieduto da Karl Harrer, della Thule. Nel gennaio 1920, Harrer lascia la presidenza del DAP che il 2 marzo diventa partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (NSDAP), il cui programma viene elaborato da Hitler, Feder e Drexler. Il simbolo è la croce uncinata, che Hitler modificò in senso destrogiro, la svastica.

Al gruppo si unisce Bormann, e si aggiungeranno in seguito altri, come i fratelli Gregor e Otto Strasser, che saranno emarginati, e Göring, quindi Goebbels, von Ribbendrop, Julius Streicher. È il gruppo che gestisce a Monaco il passaggio dalla Thule al partito (e al quale è collegato Ernst Jünger, il cui ruolo verrà chiarito in seguito) che comincia a decidere e deciderà (talvolta non concorde) al momento delle grandi scelte politiche: il cancellierato nel 1933, l’orientamento verso la guerra nel 1938-39, l’attacco all’Urss nel 1941 con la speranza di raggiungere un accordo con l’Inghilterra.

“Hitler si presenta nei primi anni Venti, a suo dire, come il tamburo che sveglierà la Germania, come l’araldo che ne preannunzia la rinascita. È il portavoce di un gruppo formatosi nella dimestichezza con la cultura occulta, il quale ritiene di conoscerne le leggi che portano al successo e talvolta si divide nella loro interpretazione”. (Giorgio Galli, Ibid., pag. 132).

Questa la tesi di Giorgio Galli. Galli in questo caso si distanzia dalla interpretazione di una storiografia anche importante come quella di Fest, che vede in Hitler sempre il vagabondo di Vienna circondato da rozzi avventurieri e agitatori da birreria. Per Galli, invece, Hitler era a capo di un gruppo bene organizzato che ad un certo momento ha deciso di mettere da parte le componenti esoteriche dell’ideologia per rispetto dell’impostazione programmatica.

Da questo punto di vista, sono significative le parole che il generale Ludendorff scrisse a Hindenburg, il vecchio maresciallo Presidente della Repubblica di Weimar, quando questi nominò Hitler Cancelliere: “Lei ha consegnato il paese a uno dei massimi demagoghi di tutti i tempi. Le profetizzo solennemente che quest’uomo fatale trascinerà il nostro Reich nell’abisso e sarà causa di inimmaginabili miserie per questa nazione. Le generazioni future La malediranno nella tomba per questa sua decisione”. (Joachim Fest, Ibid., pag. 506).

Questo linguaggio apocalittico riflette la cultura nella quale è germogliato. Per gli occultisti intransigenti, e Ludendorff lo è, Hitler è un demagogo perché ha sacrificato l’esoterismo a favore di un Nazionalsocialismo popolare. Il generale Ludendorff era un occultista che si faceva condizionare sempre più da oscurità pseudo-religiose di un’ideologia settaria, nella quale convivevano fede nelle antiche divinità germaniche e pessimismo nei confronti della civiltà. Hitler aveva preso le distanze da tempo da atteggiamenti del genere. C’è chi, invece, come von Sebottendorff, ritiene che Hitler da Cancelliere darà spazio all’impostazione esoterica. Intanto la Thule si è sciolta formalmente nel 1930 e il suo fondatore in questo periodo viene emarginato. Dunque nel 1933 un esponente della tradizione occultista è Cancelliere del Reich. Le società segrete non servono più (di fatto saranno messe fuori legge negli anni ’30) ma la loro cultura, secondo Giorgio Galli, influenza il processo decisionale del vertice del terzo Reich. Lo stesso Galli, tuttavia, precisa che i successi di Hitler non sono dovuti alla cultura occulta del Terzo Reich, ma alla frustrazione di Versailles, alla crisi economica del ’29, al sostegno fornito a Hitler stesso dalle classi dirigenti dell’economia, dell’esercito, all’incertezza del comportamento politico dei gruppi liberali e alla dura lotta all’interno tra socialisti e comunisti.

Le azioni di Hitler, secondo Giorgio Galli, possono apparire coerenti solo se le si giudica in base alle motivazioni attraverso le quali Hitler le ha compiute. Egli apparve nel suo tempo come un barbaro appunto perché le ragioni della sua azione politica abitavano in un passato lontano, in una saggezza magica, che si doveva recuperare e nella quale stava la chiave del futuro. Egli si ritiene il depositario di doti particolari, crede di avere un destino senza pari. Egli si rifaceva al romanticismo ottocentesco con le sue posizioni estreme, che a sua volta si rifaceva al Medioevo. Nel Mein Kampf, il programma di Hitler era chiaro, egli voleva trovare un’intesa con l’Inghilterra per il dominio mondiale (probabilmente insieme con gli Stati Uniti e con il Giappone) e voleva creare un impero tedesco che comprendesse l’Est, il Lebensraum. La Germania con la nuova civiltà ariana doveva diventare guida dell’Europa unita sotto l’ègida della svastica. Gli ebrei che si opponevano andavano sterminati. Il progetto di Hitler può essere meglio compreso se si dà uno sguardo anche al vertice nazista influenzato appunto dall’occultismo. Himmler, che si crede di essere l’incarnazione di Enrico l’Uccellatore, vuole trasformare le SS in un ordine teutonico spietato alla conquista dell’Oriente.

Rosenberg e Frank avranno ruoli importanti nella marcia verso est, Göring è in realtà il più pragmatico del gruppo, anche se ha qualche rapporto con la teoria della terra cava degli emuli di Hanns Hörbiger. Goebbels, espressione del nazismo sociale di Röhm e dei fratelli Strasser, è appassionato di Nostradamus e di astrologi. Lo stesso von Ribbentropp si abbandona a fantasticherie. Questo gruppo è caratterizzato dal realismo politico, imposta una politica economica con Hjalmar Schacht (che sarà emarginato quando si dovrà impostare una economia di guerra) che avrà caratteristiche keynesiane, cioè con forti investimenti civili e spesa pubblica per eliminare la disoccupazione.

Hess è un caso a parte. Hitler non si fida molto del suo successore designato, terzo nella successione dopo Göring, perché voleva fornire garanzie di non cedere tutto il potere agli occultisti. Hitler non si fidava nemmeno di Rosenberg, se lo teneva buono, ma confessava di non avere letto il suo farraginoso Il mito del XX secolo. Tra l’altro, non piaceva a Hitler il programma di Rosenberg che prevedeva una sia pur limitata assistenza agli Ucraini e agli altri popoli dell’Unione Sovietica non Grandi russi. Per Hitler, i russi erano un’unica grande massa slava ed egli voleva solo sfruttare i popoli dell’Urss secondo le idee di Göring e Bormann, che volevano attuare una politica coloniale. D’altra parte, è noto che la campagna tedesca all’Est fu una vera e propria guerra di sterminio che costò circa 20 milioni di morti. Rosenberg, in qualche modo, vuole garantire agli slavi un qualche ruolo subalterno ma Hitler rifiuta. Influssi del pensiero della Thule sono presenti nell’idea che l’Eurasia sarà edificata dalla Germania con i russi in posizione subalterna, la vocazione per la guerra di sterminio e la convinzione finale che ha vinto il più forte e che l’Eurasia avrà un’impronta slava. Queste idee sono alla base anche della formazione dell’uomo che più di Hitler viene ancora considerato come il genio del male, Heinrich Himmler, che – ancora giovanissimo – nel 1929 guida le SS.

Mentre Fest lo colloca nella categoria dell’assurdo perché un uomo giunto a insolita potenza e con poteri tali da poter realizzare sanguinosamente le sue folli idee, Galli sostiene che egli sia una delle massime espressioni della cultura occultista.

“Le sue idee sulla creazione biologica di una nuova razza derivano direttamente da Lanz von Liebenfels. Adotta cure omeopatiche (come Hess) e coltiva l’erboristeria non per “singolari interessi”, ma per la tradizione di Schlegel e Wagner di un peccato originario che ha sedotto gli Arii e dal quale occorre riscattarsi. Se Hitler a trent’anni non è in prima linea con la Repubblica bavarese dei consigli, il 19enne Himmler è nei “Corpi franchi” che la abbattono. Nel putsch del 9 novembre ’23 è l’alfiere della bandiera del partito. Con i suoi militi nero-teschiati, che portano sulle mostrine le magiche rune di von List, distrugge il 30 giugno ’34 il nazismo populista di Röhm  e di Strasser in nome di un nazismo iniziatico..”. (Giorgio Galli, Ibid., pagg.153-154).

Le SS sono viste dagli storici come un’espressione satanica. Le idee di Himmler sono sconvolgenti. Egli salda guerra ed eugenetica con la proposta di concedere un secondo matrimonio accanto al primo come riconoscimento agli eroi della guerra. Egli riunisce intorno a sé una cerchia di personaggi fantasiosi e spietati, come quello gelido e terribile di Reinhard Heydrich, il numero due delle SS, che diventerà plenipotenziario del protettorato di Boemia e Moravia, il solo e importante leader nazista che gli inglesi si prefiggono di uccidere inviando un commando collegato con la resistenza cecoslovacca. Himmler si circonda di studiosi dell’occulto come Hess che si interessa di astrologia e, come detto, ritiene di essere la reincarnazione di Enrico l’Uccellatore, il primo re dei Germani, oggetto di ammirazione anche per Rosenberg. Anche per Mosse, Himmler è un credente nelle forze spiritualistiche che credeva nel “karma” e in una natura mistica.

Tuttavia, Mosse specifica che Hitler muoveva aspre critiche ai riformatori religiosi di estrazioni nazional-patriottiche. “I concetti spiritualistici e teosofici venivano cosi a essere relegati sullo sfondo e i loro assertori messi a tacere o ignorati. Nonostante preminenti personalità del partito, da Himmler a Rosenberg, a Darré, a Hitler stesso, in privato facessero propria questa o quella versione di tali idee in generale il partito ufficialmente appoggiava il risvolto antiebraico dei culti spiritualisti” (George L. Mosse, Le origini culturali del Terzo Reich, Milano, il Saggiatore, 2015, pagg. 454-455).

In genere, il pensiero esoterico della ristretta cerchia al vertice nazista rimane “sullo sfondo”, e questo, sostiene Mosse, perché in primo piano vengono presentati gli aspetti più semplici e popolari tra i quali la rivoluzione antigiudaica. È questo l’aspetto del programma che è condiviso da chi non accetta le convinzioni esoteriche ma ne è in qualche modo influenzato, come avviene con Göring e Goebbels.  Göring non si occupa di occultismo ma aiuta nelle ricerche un eroe dell’aviazione tedesca nella prima guerra mondiale, Karl E. Neubert, che, sostenitore della teoria del mondo cavo, era una persona che egli stimava. La concezione della terra cava avanza la tesi che la terra contenga al suo interno tre pianeti dalle dimensioni approssimative di Venere, Marte e Mercurio, ad ogni modo l’interesse di Göring per l’occultismo fu molto scarso, anche se non vi si oppose in modo palese.

Goebbels, infine, viene visto come il più razionalista in una cerchia di fanatici ideologi o di rozzi irrazionalisti, come Bracker definiva il vertice nazista e occultista. Goebbels è l’unico non appartenente al gruppo di Monaco insieme con Göring e della Thule che avrà ruoli di primo piano nel Terzo Reich. Goebbels divenne uno degli uomini più di fiducia di Hitler e i suoi rapporti con il Führer si fanno subito molto stretti fino agli ultimi giorni della Cancelleria, quando il ministro della propaganda si suiciderà con la famiglia. Goebbels ha sempre osteggiato la dottrina segreta del nazismo, soprattutto quando fu disorientato dalla vicenda Hess e dal suo folle volo in Inghilterra, e non ci sono elementi sufficienti per affermare, come pure sostiene Galli, che egli possa essersi avvicinato all’occultismo negli ultimi anni della sua vita.

A questo punto, per capire se l’occultismo abbia in qualche modo influenzato Hitler e il Nazionalsocialismo, è necessario almeno tracciarne le linee essenziali. Gli ultimi decenni del XIX secolo, tra Germania, Austria ed Inghilterra nascono associazioni che si ritengono depositarie di sapienze primordiali che sfociano spesso nell’esoterismo, nell’occultismo e nella magia. Nel 1867 nasceva a Vienna l’associazione Die Telyn, che si rifaceva a un’arpa suonata dagli antichi bardi. Vi militavano giovani entusiasti che rispondevano al nome di Nietzsche e Wagner, che per qualche anno collaborano con Georg Ritter von Schönerer, il fondatore del movimento pangermanista al quale Hitler si richiamerà esplicitamente nel Mein Kampf.

Wagner, per Hitler il profeta del germanesimo, pare che sia stato influenzato dal saggio di Gobineau, Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane. L’opera di questo scrittore viene continuata da un gentiluomo inglese, Houston Stewart Chamberlain, genero di Wagner, autore de “I fondamenti del secolo XIX”, “al quale si richiama anche nel titolo (Il mito del XX secolo) l’uomo forse più rappresentativo della cultura nazista e stretto collaboratore di Hitler, Alfred Rosenberg” (Giorgio Galli, Ibid., pag.28).

Nel 1865 nasce, ad opera di Robert Wentowort Little, la Società rosacrociana, e il ponte rosacrociano tra Germania e Inghilterra risale al XVII secolo. Questo esoterismo convergerà con il magismo delle lune a cui si ispireranno società come la Società Thule. George Mosse parla accuratamente di Guido von List, un occultista che era ossessionato di dimostrare che Vienna era stata la città santa dell’antichità. Quello che è importante notare è la corrispondenza delle idee di questo List con quelle   völkisch a cui si ispira Hitler nella sua ideologia.

“Quanto più una cosa era vicina alla natura, tanto più era vicina alla verità; il passato ariano tedesco era vicinissimo a tutto ciò che era vero; in esso materialismo e razionalismo non avevano avuto posto; si trattava di calamità affatto moderne. Ma come avrebbe potuto l’uomo contemporaneo ritrovare il passato? […] Ma questa comprensione del passato richiedeva una più profonda iniziazione: era necessario che l’individuo si accostasse al passato storico del Volk, che si impregnasse dell’elemento più genuino della forza vitale, l’antica sapienza germanica” (George L. Mosse, Ibid., pag. 109).

Queste idee di List si diffusero in Germania per mezzo di Alfred Schuler, il cui ambiente era Schwabing, il quartiere degli artisti di Monaco che era anche il quartiere dove Hitler visse a Monaco prima della guerra. Per inciso occorre dire che dalle rune viene la sigla delle SS, e pare che l’attentatore di Hitler il 20 luglio 1944, Claus von Stauffenberg, fosse un ammiratore del poeta Stefan George che seguiva le idee di List. Giorgio Galli nella sua descrizione si rifà a Mosse per dire che Hitler cominciò ad elaborare la sua Weltanschauung rifacendosi al pensiero di Schuler. In seguito, Hitler avverserà le piccole sette, perché impedivano la nascita di grandi partiti di massa, ed egli intendeva trasformare il DAP in un grande partito di massa. Hitler nei primi anni viennesi legge la rivista “Ostara”, che prende nome da un’antica dea germanica della primavera ed è diretta da un seguace di List.

Da quanto detto, non si possono mettere in dubbio la componente occultistica del nazismo e l’atmosfera culturale che lo ha influenzato. Più problematico è affermare più precisamente che queste componenti occultistiche abbiano in realtà condizionato le decisioni politiche del vertice occultista che, secondo Galli, avrebbe avuto a capo Hitler. Intanto, si può senz’altro affermare che questo clima culturale su cui molto hanno indagato il più grande biografo di Hitler, Fest, poi Mosse e lo stesso Galli costituisce il brodo primordiale dentro il quale sono nate molte idee del nazismo come l’antisemitismo e la cultura völkisch in genere.

Hermann Rauschning (7 agosto 1887 – 8 febbraio 1982), conservatore e reazionario, membro del partito nazista, capo del governo della Città Libera di Danzica dal 1933 al 1934, anno in cui, non più convinto dall’ideologia, si rifugiò dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, ha parlato anche di “socialismo magico” di Hitler in Hitler mi ha detto. Questo “socialismo magico” di Hitler avrebbe le sue origini nel socialismo nazionale che alla fine dell’’800 si sviluppa, come l’arianesimo occultista di von List, a contatto e in contrasto con l’elemento slavo ai confini delle etnie germaniche. Per restringere il nostro campo di osservazione alle origini del nazismo di Hitler, anche per evitare di perderci nell’analisi di centinaia di società occultistiche spesso senza nessun legame certo con il futuro Nazionalsocialismo, si può senz’altro affermare che Hitler vive a Vienna e a Monaco in ambienti permeati dalla cultura occultistica, ne legge le riviste e le pubblicazioni, è influenzato da idee come l’arianesimo, l’antisemitismo, il Volk, la cultura völkisch, il pangermanesimo, che tuttavia sono presenti anche in altri ambienti culturali. E avrebbe anche fatto parte della famosa Società Thule. Che cos’era questa famosa società occultista, dalla quale provenivano molti esponenti del futuro NSDAP?

 

Dopo sarà pubblicata la seconda, e ultima puntata, dell’articolo.

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments