Il Magnificat sorge dal cuore di chi vede come Dio ci accompagna

di Giuliva Di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI UNA TEOLOGA LITURGISTA

Oggi il Vangelo e la liturgia ci invitano a fare nostra la gioia di Maria che si proclama beata per tutte le generazioni per il semplice fatto di aver dato la sua disponibilità a Dio affinché potesse venire nel mondo. La risposta gioiosa di Maria è il canto della Chiesa che si riconosce in Maria e con lei magnifica il Signore. Il testo greco riferisce il verbo “magnificare” col termine megaluomai, che vuol dire “fare grande, ingrandire, rendere grande”. Maria “rende grande il Signore”, perché lei sa di essere piccola, infatti il termine che noi traduciamo con “umiltà” nel testo greco è tapeinwsin, che vuol dire “piccolezza”. Maria ci mostra che la piccolezza umana rende grande il Signore, perché è evidente che chi non ce la fa, il piccolo che non sa camminare bene, per esempio, viene aiutato, sostenuto, preso per mano da qualcuno, altrimenti non può camminare!

Allora la piccolezza fa grande il Signore perché rende visibile la Sua opera, non quella di chi procede speditamente e ce la fa da solo. Quindi Maria oggi ci invita a contemplare e lodare Dio perché questa è la logica del vangelo: più siamo piccoli, più ci facciamo piccoli, più il Signore mostra il Suo amore, la sua potenza d’amore in noi. Questo non vuol dire che bisogna essere bambini e restare sempre bambini, ma che non si può pensare di vivere senza avere bisogno di Dio. La gioia di Maria viene dall’aver fatto spazio a Dio. E questo oggi il Vangelo ce lo comunica in modo chiaro, attraverso il Magnificat. Proviamo anche noi a farci piccoli, a prendere meno spazio di Dio, nelle nostre giornate: più Dio e meno io. Più preghiera e meno io, più gesti di generosità e meno io. E questo esercizio non ci serve per acquisire un timore reverenziale verso Dio o per alimentare un sentimento religioso, ma perché se non c’è Dio non possiamo camminare! Non possiamo andare avanti!

Il Magnificat infatti sorge dal cuore di chi vede come Dio ci accompagna, come ha accompagnato sempre la storia e solo se ci facciamo accompagnare da Lui riusciamo a vivere il  presente guardando al futuro, a ciò che ci sta davanti, perché è Lui che ci dona questa fiducia nel futuro. Il passato è memoria che ci fa cogliere l’opera meravigliosa di Dio, ma per chi sa fare spazio a Dio oggi, il futuro non può che apparire come la realizzazione di quello che oggi il Signore promette. Preghiamo insieme, allora, che il Signore ci riempia oggi di Spirito Santo e ci dia la gioia di Maria, quella di sentirci tanto amati da Dio, da poterci affidare a Lui, fare spazio a Lui nel nostro povero cuore. Se lo vogliamo, il Signore viene a prendere dimora in noi, nella fede, perché possiamo essere come piccole luci di speranza in questo tempo. E la speranza è il regalo più bello che possiamo donarci gli uni gli altri in questo Natale, in cui tante persone sono provate dal lutto e dalla tristezza. Preghiamo insieme: O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, (Ag 2,8) pietra angolare che unisci i popoli in uno: (Ef 2,20) vieni e salva l’uomo, che hai formato dalla terra! (Gn 2,7).

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